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Quando il sole può prevenirli
Esponendosi ai raggi con moderazione e regolarità si ottiene un'azione anti-cancro
di Redazione
Non tutto il sole finisce per nuocere. Il rischio di sviluppare un melanoma cresce infatti del 70% con l’esposizione ai raggi solari occasionale, eccessiva e senza precauzioni, mentre si riduce del 16% se ci si espone con moderazione e regolarita’. Il sole ‘buono’, preso senza eccessi, ha una dimostrata azione anti-cancro, per esempio nei confronti dei tumori viscerali piu’ frequenti, come quello del colon-retto o della prostata. Si scopre ora che l’effetto protettivo si estende anche al melanoma: lo provano le piu’ recenti revisioni della letteratura scientifica, discusse all’85esimo Congresso nazionale della Societa’ italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), in corso a Rimini fino al 22 maggio. Uno studio dell’Universita’ del New Mexico su 528 pazienti con melanoma ha infatti rivelato che l’esposizione al sole e’ inversamente correlata alla mortalita’; la revisione di 39 lavori condotti su oltre 10.000 pazienti ha confermato che prendere il sole in modo saltuario e senza precauzioni e’ fortemente associato al rischio e alla mortalita’ per melanoma, mentre farlo in maniera regolare e prudente riduce l’incidenza e la malignita’ del tumore, diminuendo le probabilita’ di metastasi. La chiave e’ la vitamina D, prodotta nella pelle esposta al sole a partire dal suo precursore, il 7-deidrocolesterolo, che si trova nella cute. Aumentarne la sintesi D fino a 40 microgrammi prendendo il sole 15-20 minuti ogni giorno nella bella stagione – questa la ‘dose’ massima raccomandata dagli specialisti – significa ridurre del 17% l’incidenza dei tumori e del 19% la mortalita’. “E questo sembra accadere anche nel caso del melanoma”, afferma Torello Lotti, presidente della Sidemast. “Sono ben noti a tutti i danni cutanei acuti e cronici dell’esposizione al sole, che vanno dall’eritema all’invecchiamento, dalle ustioni ai tumori cutanei. Si dimentica pero’ – prosegue Lotti – sempre piu’ spesso quali siano i benefici di una corretta esposizione solare”.
No, dunque, alle ‘abbuffate’ di sole in pochi giorni di vacanza ‘mordi e fuggi’, senza precauzioni e nelle ore in cui e’ piu’ intenso, per tornare a casa con un’abbronzatura degna di un Paese tropicale. In questo modo, infatti, “il rischio di melanoma aumenta del 70%, come hanno dimostrato recenti ricerche – avverte Lotti – L’incidenza di questo tumore cutaneo e’ in continuo aumento probabilmente proprio perche’ sono cambiate le abitudini e oggi e’ sempre piu’ diffusa l’esposizione solare occasionale rispetto a quella regolare. Se adottassimo lo stile di vita tipico fino a qualche decennio fa, quando si passava molto piu’ tempo all’aria aperta, il numero di casi di melanoma e la mortalita’ potrebbero diminuire”, ipotizza. Gli esperti raccomandano di esporsi al sole 15-20 minuti al di’ nella bella stagione, con costanza e con la giusta protezione. Il 90% della vitamina D dell’organismo, infatti, e’ sintetizzato grazie alla luce solare, il 10% lo introduciamo con gli alimenti, soprattutto latte e latticini. Oggi si ritiene che questa vitamina abbia un’azione anticancro: riduce la proliferazione e promuove l’eliminazione delle cellule tumorali, inoltre impedisce la formazione di vasi che nutrono il tumore e sembra in grado di controllare l’attivita’ di geni cruciali nei processi di differenziazione cellulare che ‘impazziscono’ in caso di cancro.
L’ipotesi dei benefici del sole e’ confermata dalla constatazione che nelle popolazioni che vivono alle alte latitudini, e dunque hanno una minore fotoesposizione complessiva e livelli sierici piu’ bassi di vitamina D, l’incidenza e la mortalita’ per tutti i tipi di tumori e’ maggiore. “Si e’ addirittura potuta creare la cosiddetta ‘cancer map’ – spiega Lotti – una mappa geografica che per 16 tipi di cancro individua come zone di maggior incidenza proprio le aree in cui l’esposizione solare complessiva degli abitanti, e quindi la sintesi di vitamina D, e’ minore”. Secondo l’esperto, “dovremmo forse ridiscutere le ‘campagne politiche anti-sole’, che si sono succedute negli ultimi anni e soprattutto smettere di demonizzare l’esposizione solare, ritenendola intrinsecamente dannosa. Non e’ cosi’ – sottolinea – perche’ prendere il sole poco e tutti i giorni sembra poter migliorare la salute psicologica, attraverso la produzione costante di endorfine antidepressive, e quella fisica, grazie all’azione anticancro della vitamina D”.
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