Non profit

Quando il “gratis” è discriminante

La percezione della diversa abilità, nel nostro Paese, spesso procede per luoghi comuni.

di Franco Bomprezzi

Non sei in carrozzina? Allora niente sconto sul biglietto. Succede anche questo, nel guazzabuglio di un 2003 a volte folle e contraddittorio. Succede a Bologna, alla biglietteria del futuribile e visitatissimo Motorshow, la kermesse più ambita dagli appassionati di velocità. Fra questi, anche un gruppetto tenace di disabili psichici, che hanno il torto di camminare, non utilizzando, come faccio io, una carrozzina ?standard?. Gli accompagnatori sapevano dell?esistenza di agevolazioni per le persone disabili, e dunque hanno chiesto di applicarle anche a questi ragazzi. Ma al Motorshow l?unica disabilità riconosciuta e ?premiata? è quella dei ?ruotanti?. Quindi uno solo fra i ragazzi disabili mentali, casualmente in sedia a rotelle, ha potuto usufruire dello sconto. Ridicolo? Sì. Grave? Direi di no. È il segno preciso della percezione della disabilità in Italia, che procede per luoghi comuni, semplificazioni, e categorie (queste sì) mentali. Detto questo, però, dopo aver espresso la mia personale solidarietà di ruotante politicamente corretto, e dunque rispettoso delle tante diversità dell?handicap, mi domando se la questione delle agevolazioni e della gratuità sia ben posta. La gratuità, secondo me, riguarda i servizi alla persona, i diritti essenziali, l?assistenza, la salute. Tutto ciò che attiene alla sfera dei consumi e delle libere scelte individuali non dovrebbe prevedere questa sorta di ?marketing della bontà?. Una persona disabile che paga il biglietto (magari ottenendo la gratuità per l?accompagnatore, se proprio è necessaria la sua presenza, e se non è solo un amico un po? scroccone) è un consumatore con pari diritti e pari dignità, può cominciare a chiedere molte cose che, in caso di gratuità e di ?privilegio?, non potrebbe mai reclamare. Penso alla qualità dei percorsi espositivi, ai posti nelle sale cinematografiche e nei teatri, o negli stadi, penso all?attenzione nella predisposizione dei percorsi nei musei e nelle mostre. Non penso solo ai servizi igienici, che sembrano a volte l?unica bandiera dell?accessibilità per tutti. La non discriminazione passa anche da qui, dall?essere considerati clienti normali. Normalmente disabili.


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