Disabilità

Quando i regolamenti prevalgono sul buon senso

Un malato di Sla allontanato dal campo di gioco da un arbitro irremovibile. Vincenzo Soverino, consigliere nazionale dell'Aisla, racconta l'incresciosa vicenda in cui è incappato domenica scorsa durante una partita di calcio dilettantistico, in Calabria. La presa di posizione di alcune delle più grandi realtà che si occupano di persone con disabilità

di Luigi Alfonso

«Una vicenda incredibile, che mi lascia amareggiato, nonostante i tantissimi attestati di stima che ho ricevuto in questi giorni». Vincenzo Soverino inizia così una lunga e cordiale telefonata che ci permette di sentire la sua versione in merito ai fatti di domenica scorsa, poco prima dell’inizio della partita di calcio tra Città di Guardavalle 1975 e Virtus Rosarno (Promozione, girone B della Calabria). Una premessa per i (pochi) che non conoscono Soverino: consigliere nazionale dell’Aisla (Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica) dopo aver ricoperto per tanti anni l’incarico di vicepresidente, ha la delega per i rapporti con il Forum nazionale del Terzo settore, l’Anffas e la Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap). Insomma, non esattamente uno sconosciuto. E neppure una testa calda stile ultras.

Vincenzo Soverino fotografato a bordo campo, a Guardavalle

«In questo periodo mi trovo a Guardavalle per festeggiare i 95 anni di mia madre, che risiede in questa cittadina della provincia di Catanzaro», spiega Soverino. «E, come sempre faccio quando sono da queste parti (lui da 50 anni risiede ad Asti, ndr), mi sono recato allo stadio per assistere alla partita di questa squadra che, da quando sono malato di Sla, cioè da 18 anni, porta gratuitamente sul petto il logo dell’Aisla. In questo campo, purtroppo, la tribuna non è accessibile alle persone con disabilità, pertanto mi consentono sempre di assistere a bordo campo, sotto la tribuna stampa, tra le due panchine. Non ho mai dato problemi a nessuno; gli arbitri e le squadre ospiti hanno sempre accettato di buon grado la mia presenza discreta. Stavolta no: prima della gara, l’arbitro ha detto chiaramente che non potevo stare lì. E quando i dirigenti della società gli hanno fatto presente la mia disabilità, si è limitato a dire: “In campo comando io. E il regolamento parla chiaro”. Ma qui non si tratta di regolamenti, solo di buon senso. All’intervallo, per intercessione del maresciallo dei carabinieri che era presente, ha chiuso un occhio e mi ha permesso di tornare nella postazione che ho sempre utilizzato per seguire le partite. Non so se temesse che invadessi il campo…».

Vincenzo Soverino è avvilito, più che adirato. «Sono anni che mi batto per i diritti delle persone con disabilità, e non solo per i malati di Sla», sottolinea. «Ma, evidentemente, c’è sempre da imparare. Questo giovanotto non si è limitato ad allontanare me, bensì bensì anche un altro disabile di 72 anni che, da 50 anni, segue le gare da bordo campo: è il factotum della società, dà una mano e tutti gli vogliono un gran bene, è un gran pezzo di pane. In questi due episodi leggo una mancanza di rispetto per la persona, per la dignità di qualsiasi forma di malattia e, come detto, un’assenza di buon senso. Mi auguro che la Federcalcio intervenga affinché non avvengano più questi episodi discriminatori: questo arbitro deve capire la portata del suo comportamento, perché la prossima volta può trovare una persona più fragile di me». Alla Figc, all’Associazione italiana arbitri, al Coni nazionale e regionale, il Comune di Guardavalle ha inviato una lettera di protesta a doppia firma del sindaco Giuseppe Caristo e del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Ussia (vedi foto sopra).

Vincenzo Soverino lascia avvilito il campo di Guardavalle (Catanzaro)

Non è mancata la solidarietà. «I dirigenti della società ospite erano molto imbarazzati dall’accaduto, mi hanno detto di non aver mai assistito a un fatto del genere», commenta ancora Soverino. «Così pure il sindaco e il presidente del Consiglio comunale di Guardavalle. Ringrazio tutti per la vicinanza. Alla fine, si pensava più a questo increscioso episodio che alla partita: è terminata 3-0 per gli ospiti, che sono a un punto dalle due capolista mentre la società di casa è penultima. Ma l’aspetto sportivo è passato in secondo piano, rispetto a questi fatti. L’arbitro non mi ha permesso neppure di fare la rituale foto con i giocatori, come si è sempre fatto quando vado a trovarli. Pensi, un paio di anni fa hanno giocato nello stesso impianto un’amichevole con il Catanzaro (oggi in serie B, ndr). Bene, in quella occasione la società ospite mi ha consegnato una targa ricordo, a testimonianza del mio impegno civile a favore dei malati di Sla e delle persone con disabilità. Come mi è accaduto in tante altre circostanze. Al Meazza e all’Allianz Stadium, mi consentono di stare a bordo campo. Lo stesso accade ad Asti, dove gli arbitri e i giocatori delle due squadre passano persino a salutarmi. Con questo giovanotto non è stato possibile ragionare».

Sull’episodio hanno preso posizione l’amministrazione comunale di Guardavalle (vedi foto) e alcune grandi realtà del Terzo settore nazionale. «Esprimiamo la nostra solidarietà a Vincenzo Soverino, vicepresidente di Aisla che la scorsa domenica si è visto allontanare dall’arbitro dalla postazione a bordo campo da cui, da 18 anni, seguiva le partite del Football Club Guardavalle, seduto in carrozzina», dichiara Roberto Speziale, coordinatore della Consulta welfare del Forum Terzo settore. «Soverino ha raccontato in queste ore un episodio odioso, che ci dimostra quanto pezzi della nostra società siano ancora lontani dal realizzare l’inclusione. Spiace particolarmente che l’evento si sia verificato in occasione di un incontro sportivo perché lo sport dovrebbe sempre e solo includere e chi fa parte di questo mondo dovrebbe saperlo bene. Educare e sensibilizzare ai temi della disabilità, denunciare i trattamenti discriminatori e rendere accessibili tutti gli spazi pubblici: questa la strada per non assistere più a simili, tristi situazioni».

Una fase dell’incontro tra Città di Guardavalle 1975 e Virtus Rosarno

Anche l’ Anffas nazionale, in una nota, esprime piena solidarietà a Soverino, «consigliere nazionale Aisla (il cui logo è portato da anni sui campi da calcio dal Football Club Guardavalle con l’obiettivo di sensibilizzare ed informare sul temi della Sla) e persona con Sla, che con modalità più che discutibili si è visto negare la possibilità di seguire la partita della squadra locale svoltasi domenica scorsa presso lo stadio “Nicola Coscia” di Guardavalle nella postazione a bordo campo utilizzata anche in passato. Pur consapevole dei regolamenti di gioco, Anffas vuole sottolineare come sia diritto di ogni persona con disabilità di accedere e partecipare a eventi pubblici e sportivi – così come sancito anche dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità – e come sia anche importante formare ed informare sui temi della disabilità, dei diritti e dell’inclusione, tutte le figure coinvolte negli eventi sportivi di ogni tipologia al fine di evitare episodi sgradevoli come questo. Anffas auspica il non ripetersi di simili fatti anche attraverso azioni e provvedimenti delle autorità coinvolte: ricordiamo infatti che lo sport è simbolo di inclusione e partecipazione».

Infine, la Fish «esprime profondo sdegno per quanto accaduto a Guardavalle, dove un arbitro ha impedito a una persona con disabilità di assistere a una partita di calcio. Questo atto contravviene ai principi fondamentali dell’articolo 33 della Costituzione, che riconosce lo sport come attività di alto valore sociale e inclusivo. La persona esclusa è Vincenzo Soverino, consigliere nazionale di Aisla, già consigliere di giunta nazionale Fish. Lo sport, pilastro dell’integrazione, deve essere accessibile a tutti, senza discriminazioni. Episodi simili non solo ledono i diritti, ma mettono in discussione il progresso verso una società più equa e inclusiva. Chiediamo che le autorità sportive adottino provvedimenti e ribadiamo la necessità di un impegno condiviso per garantire che nessuno venga escluso dalla partecipazione, attiva o passiva, agli eventi sportivi».

Credit: foto di Walter Audino

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.