Famiglia
Quando i poliziotti assistono i minori
Nasce per rispondere a una precisa esigenza sociale, all'interno del Siap, il sindacato italiano appartenenti polizia (il terzo più importante del Paese), l'associazione europea.
Nasce per rispondere a una precisa esigenza sociale, all’interno del Siap, il sindacato italiano appartenenti polizia (il terzo più importante del Paese), l’associazione europea Pro ragazzi con sedi a Milano e Roma che si occupa, appunto, di minor in difficoltà.
«In un certo senso, quest’iniziativa ricalca quelle di Gran Bretagna e Stati Uniti», racconta il presidente dell’associazione Marco Oliva, «dove operano da diversi anni organismi governativi e commissioni legate alle istituzioni, impegnate a combattere la criminalità minorile e ad assistere i giovani in difficoltà». Il gruppo che vanta una cinquantina tra soci e simpatizzanti oltre a 15 volontari, tra cui poliziotti, psicologi e laureandi in psicologia, fondato solo lo scorso febbraio, ha già acquisito un’esperienza importante nel settore. Un ambito di difficile gestione visto che innumerevoli sono le cause che portano i giovani alla devianza e alla criminalità. Senza fare un lungo elenco, non si può dimenticare la crescente mancanza di valori e la cosiddetta “dispersione scolastica”, soprattutto al termine delle scuole medie. Alla base del disagio giovanile va anche imputato il ruolo della società, piuttosto indifferente riguardo ai minori, lasciati sempre più spesso in balia di se stessi o di compagnie poco raccomandabili. Fino a pochi anni fa era un po’ più facile stabilire relazioni generazionali, anche grazie alla presenza di un numero maggiore di luoghi di aggregazione.
Fatte queste considerazioni, tra gli obiettivi che si pongono gli aderenti all’associazione spicca il recupero psicologico, sociale ed educativo dei giovani. Traguardi raggiungibili attraverso progetti mirati sulle vittime di abusi, la creazione di una nuova coscienza collettiva, la promozione di ricerche pedagogiche, la realizzazione di una banca dati e pubblicazioni tecnico-scientifiche. Obiettivi raggiungibili grazie anche a sinergia tra forze dell’ordine, psicologi, insegnanti, genitori ed esperti del mondo dei minori. Il gruppo, impegnato tra l’altro a rendere più visibile la propria attività, collabora con le istituzioni e con i vari Tribunali dei Minori.
Molti sono i progetti psicopedagogici in fase di realizzazione destinati ad aiutare gli adolescenti vittime di abusi, maltrattamenti, o costretti a subire esperienze drammatiche come la pedofilia. Presto sarà attivo un servizio telefonico che però nulla a che fare con quello offerto, per esempio, da Telefono Azzurro: servirà a stabilire un primo, fondamentale, contatto tra il ragazzo in cerca di aiuto e l’associazione.
Tra le tante attività, non vanno dimenticati i corsi di studio, le manifestazioni e gli incontri organizzati con studiosi, docenti, professionisti, aperti a tutti coloro che sono interessati al problema. Un esempio: “Educare alla Legalità”, era un convegno svoltosi nel ’97 a Genova, nato dalle riflessioni di chi opera sulla strada indossando la divisa. Dal lavoro di ricerca eseguito in collaborazione con il Provveditorato agli studi di Genova, con la polizia di Stato, distaccamento cinofili, e con la Questura dei Minori, sono emersi risultati davvero agghiaccianti: cresce ovunque in Italia, anche in aree “insospettabili”, la tendenza da parte dei giovani ad assumere atteggiamenti illegali come modello di vita, arrivando anche a giustificare i reati. Dagli interventi degli esperti presenti (tra cui il vice presidente del comitato nazionale per le Pari opportunità, il ministero della Pubblica istruzione e il presidente del Tribunale dei Minori di Genova), è stato tratto anche un piccolo ma prezioso volume, strumento necessario per comprendere come questa realtà ci stia drammaticamente sfuggendo dalle mani.
Rosanna Schirer
Aiutiamo chi aiuta gli adolescenti
“Aiutiamo chi Aiuta”: ecco un progetto che si pone l’obiettivo di aiutare i minori in difficoltà. Parliamo di un servizio telefonico rivolto tra l’altro a tutte quelle persone che vivono nel sospetto di dover denunciare un caso di abuso, maltrattamento o pedofilia, ma non sanno se si tratta di una drammatica realtà o di un’interpretazione errata. Il servizio è dedicato a tutti quelli che potrebbero aiutare un adolescente, ma non sanno bene che cosa fare, né come fare. Non è un servizio telefonico operativo come un centro di ascolto tradizionale, ma piuttosto un “sistema” per parlare con gli psicologi dell’associazione e di avere anche aiuti morali e consulenza legale. Insomma, si tratta di una sorta di primo approccio con l’associazione che garantisce attività di diagnosi, permette di individuare problemi e risorse per programmare poi un intervento “mirato” e coordinato con le istituzioni, senza sottovalutare la possibilità di un cambio di percorso secondo le eventuali evoluzioni dei singoli casi. Offre, inoltre, la possibilità di accedere a un numero riservato per richieste di interventi immediati, senza dimenticare l’offerta di aiuti economici in grado di supportare il primo intervento nel caso in cui il soggetto venga allontanato da casa. Infine l’associazione si occupa di coordinare l’attività con altre istituzioni ed enti per consentire alle persone e agli adolescenti coinvolti di reinserirsi al più presto nella società.
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