Quando è possibile il rimborso per cure mediche all’estero

Il ?grado di rischio? può rappresentare un criterio decisivo ai fini della concessione dell?autorizzazione al ricovero all?estero. A tal riguardo, parliamo di un caso affrontato dal difensore civico della Lombardia, al quale si rivolse una coppia di coniugi di Legnano.
Al figlio appena nato fu riscontrata una grave malformazione cardiaca. I medici del centro di cardiologia dell?ospedale Niguarda di Milano, dichiararono necessario un intervento chirurgico da realizzarsi con urgenza. Ma la percentuale di insuccesso dell?intervento in Italia era del 30 per cento contro il 15 del resto d?Europa. Gli stessi medici del Niguarda consigliarono ai genitori un istituto privato in Svizzera.
Consiglio che i coniugi accettarono subito, richiedendo all?Asl di residenza l?autorizzazione per il ricovero all?estero, come previsto dal D.M. 3.11.1989.
Ma il centro regionale di riferimento diede parere contrario in quanto la patologia riscontrata poteva essere curata anche in Italia. Il difensore civico chiese allora all?assessore regionale alla Sanità un chiarimento sulla eventualità che il ?grado di rischio? potesse essere un criterio decisivo per la concessione dell?autorizzazione al ricovero all?estero. Infatti, l?art. 4 del decreto considera non ottenibile in forma adeguata alla particolarità del caso clinico quella prestazione che richiede specifiche professionalità, non presenti nelle strutture sanitarie italiane.
E, secondo il difensore civico, la presenza di un margine di rischio elevato è indice della mancanza di specifiche professionalità o di procedure tecniche adeguate. Il caso è stato esaminato da una apposita commissione regionale che ha concordato con la tesi del difensore civico. Il centro regionale di riferimento ha modificato l?originario parere concedendo l?autorizzazione richiesta. In questo modo, i coniugi hanno potuto ottenere il rimborso delle spese sostenute.