Economia

Quando è il non profit a diventare assicuratore

Le esperienze senza fine di lucro di Inas, Caes e Siscos

di Ida Cappiello

Il vuoto di comunicazione tra compagnie assicurative e società civile è stato riempito in questi anni dalle iniziative di diverse realtà non profit, che da un punto di vista ?interno? hanno affrontato per prime il problema della disinformazione, arrivando anche, in qualche caso, a diventare imprese distributrici di prodotti assicurativi specifici.

Consulenti non promotori
Un ruolo esclusivo di consulenza ai cittadini è svolto dal patronato Inas Cisl, una struttura che può contare, attraverso il sindacato, su un radicamento territoriale fortissimo, con 700 uffici in Italia e 100 all?estero. «Inas è da molti anni un punto di riferimento soprattutto per i lavoratori dipendenti, che chiedono consulenza sulla propria posizione previdenziale o sull?antinfortunistica», spiega Valeria Picchio, responsabile del dipartimento politiche sociali di Inas. «L?età media dell?utenza, da un nostro recente sondaggio, è intorno ai 54 anni, e il profilo dominante è quello del lavoratore dipendente o del pensionato. C?è però un?utenza emergente, più giovane, che comincia a chiederci supporto sulla previdenza integrativa. Per rispondere a questa fascia di persone, quest?anno abbiamo istituito un numero verde – l?800.001303, e abbiamo promosso i nuovi servizi con banchetti informativi in tutta Italia». Finora Inas ha soprattutto promosso i fondi pensione contrattuali come forma di integrazione pensionistica, ma rimane da gestire l?area sempre più vasta di lavoratori non dipendenti, che hanno bisogno di risposte nuove. «Dobbiamo muoverci con estrema cautela, non possiamo diventare promotori indiretti di questa o quella compagnia, ma piuttosto imparare a consigliare gli utenti su come valutare le diverse offerte», conclude la Picchio.

Per raggiungere il maggior numero possibile di persone, infine, Inas sta sviluppando lo strumento delle convenzioni. La più recente a livello nazionale è il protocollo firmato con il Moica – Movimento italiano casalinghe nell?area della previdenza complementare e dell?antinfortunistica. Obiettivo, la promozione reciproca dei due partner presso tutte le donne con le quali entrambi entrano in contatto.

Una nicchia molto specializzata di consulenza riguarda le problematiche assicurative delle ong, diventate più scottanti da quando il livello di rischio nelle zone di conflitto è aumentato in modo drammatico. Inoltre 20 anni di attività, la cooperativa di ong Siscos è diventata un punto di riferimento sia per le strutture registrate presso il ministero degli Esteri ai sensi della legge sulla cooperazione internazionale, sia per altri enti ed associazioni che svolgono analoga attività impiegando personale all?estero.

Dal continuo confronto con le esigenze pratiche Siscos si è costruita il ruolo di patronato per l?informazione e l?assistenza assicurativa. Avvalendosi della consulenza di un broker, mette a disposizione delle associazioni un pacchetto di polizze assicurative studiate appositamente per dare la massima tutela a quanti operano in condizioni ambientali, climatiche e sociali difficili e una struttura operativa per l?assistenza ai singoli.

Agenzia a pieno titolo
Un soggetto che opera invece a pieno titolo come agenzia è il Caes – Consorzio assicurativo etico solidale, già in grado di offrire un ampio portafoglio prodotti, che comprende polizze destinate alle botteghe del commercio equo e solidale, alle banche del tempo, alle cooperative sociali. «Siamo un?agenzia, ma assolutamente non convenzionale», esordisce il responsabile comunicazione di Caes, Marco Grassi. «Poiché esercitiamo come agenzia assumiamo il rischio appoggiandoci alle compagnie partner tecnico con cui collaboriamo e con le quali c?è ovviamente uno stretto rapporto di fiducia, ma i contratti riportano il nostro marchio, oltre a quello del partner tecnico, poiché ci stiamo orientando sempre di più verso polizze completamente create da noi». Un esempio è la polizza Bottega del mondo, che ha la particolarità di coprire anche i rischi degli operatori quando vendono la merce in luoghi diversi dal negozio, nei banchetti che ben conosciamo. «Il nostro obiettivo a medio termine è la trasformazione in vera e propria compagnia di assicurazione, assumendoci in proprio la gestione del rischio», conclude Grassi.

Così le associazioni
responsabilità civile per volontari

Movi – Movimento volontariato italiano
Movi fin dal 98 per i propri soci si affida alla Polizza nazionale del volontariato, nata da un lungo e approfondito studio interno. «Abbiamo valutato i rischi», spiega il direttore dell?agenzia assicurativa Coverteam, che si è occupata di curare il progetto, «basandoci sulle ricerche svolte dalla Fivol sulle popolazione dei volontari, il numero medio di ore di impegno e le categorie di attività». E il risultato è che oggi le tariffe variano da un minimo di 9 a un massimo di 15 euro l?anno a volontario, mentre le garanzie coprono la responsabilità civile verso terzi (fino a 500mila euro), morte, infortuni, invalidità permanente (fino a un massimo di 150mila euro) e anche un rimborso diario di 25 euro in caso di ricovero ospedaliero per infortunio. Spiega il presidente del Movi , Emanuele Alecci. «Siamo riusciti a convincere la compagnia Liguria Assicurazioni ad offrire le stesse garanzie con gli stessi prezzi a tutti, a prescindere dall?attività svolta e dal numero dei volontari».

Abio – Associazione bambini in ospedale
«Avendo a che fare con i bambini i rischi sono sempre elevati», spiega Regina Sironi, presidente di Abio, «dunque da sempre ci avvaliamo della copertura assicurativa per i nostri volontari, da prima ancora che la legge quadro 266/91 la rendesse obbligatoria». Con una quota di 10 euro, rimasta invariata nel tempo, l?assicurazione Zurigo copre tutti i gruppi Abio sparsi sul territorio nazionale. «Noi ci occupiamo di specificare con la massima precisione con gli ospedali gli ambiti di intervento dei nostri volontari e la polizza risponde in base a questi. Ovviamente spetta sempre all?associazione garantire il controllo sull?operato di chi entra in corsia, da anni ormai c?è un rapporto fiduciario con la Zurigo e hanno sempre soddisfatto le nostre richieste».

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