Non profit

Quando diventare onlus non conviene

Se tra le molteplici attività di un'associazione sportiva c'é la solidarietà conviene crearne un'altra per portare avanti le varie attività.

di Carlo Mazzini

Siamo un?associazione non riconosciuta che si occupa di attività sportive a pagamento rivolte a soci e attività gratuite per non soci (riservate a soggetti specifici). Da un anno siamo titolari di un progetto di cooperazione internazionale. Abbiamo progettato e stiamo lavorando per l?attuazione di un?area a terra e a mare riservata a persone disabili o a soggetti con impedimenti psico-fisici. Riteniamo di avere i requisiti per ottenere il riconoscimento di onlus. In quale contesto possiamo essere inseriti, visto che operiamo sia come ong sia come associazione di volontariato? Viste le molteplici e diverse attività quale dovrebbe essere quella da indicare in una richiesta?

Ass. Sportiva Elba non limits (email)

Dite bene. Le vostre sono proprio attività “molteplici e diverse”, il che è un bene. Ma avete le idee un po? confuse, il che è un male, prima di tutto per voi. Riassumiamo. Non siete ong né organizzazione di volontariato. Siete nati come associazione sportiva, e come tale vi comportate. Da qualche tempo è sorta in voi una meritoria propensione al sociale. Alcune riflessioni sono necessarie per evitare che questa vostra spinta solidaristica non vada a esaurirsi contro il muro della burocrazia o, più semplicemente, delle regole amministrative e delle norme. La normativa delle onlus richiede, in buona sostanza, di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale, attraverso lo svolgimento di attività ?catalogabili? in settori ben definiti. Inoltre ritiene che per alcune tipologie di attività, la finalità di solidarietà sociale sia immanente (assistenza sociale e beneficenza) o che il beneficio di tali attività ricada sulla collettività (ambiente e altre). Per altre, tra cui la pratica, l?insegnamento e la diffusione dello sport dilettantistico, tale immanenza non sussiste, e per dirsi onlus è necessario che svolgiate la vostra attività in prevalenza a favore di persone svantaggiate (attività istituzionale); l?attività svolta a favore di persone non svantaggiate viene chiamata ?connessa?. La circolare 168E/98 del ministero delle Finanze definiva tra le categorie di soggetti svantaggiati alcolisti, disabili fisici e psichici permanenti, gli immigrati non abbienti etc. Nel vostro caso, per dirvi onlus dovrete svolgere l?attività sportiva dilettantistica in modo preponderante a favore di persone svantaggiate. Sul concetto di prevalenza, nella medesima circolare (al punto 1.5), bene si è espresso il ministero: “Il criterio della prevalenza comporta l?esame di una pluralità di elementi rilevanti ai fini del raffronto fra attività istituzionali e quelle direttamente connesse, quali per esempio gli investimenti, l?impiego delle risorse materiali e umane e il numero delle prestazioni effettuate. La verifica della prevalenza va fatta con riferimento a ciascun periodo d?imposta e in relazione a ogni singolo settore (attività statutaria relativa a uno specifico settore e attività connessa all?attività istituzionale propria del settore considerato)”. Altro metro di misurazione della non prevalenza è il limite da non superare dello 0,66 nel rapporto tra entrate connesse e spese complessive (istituzionali + connesse). Vi inviterei a fare una riflessione sull?opportunità o meno di snaturare un?attività sportiva consolidata solo per avere qualche medaglia solidaristica da appuntarvi sul petto, al fine di crearvi un?immagine più consistente agli occhi delle istituzioni locali. Se la vostra attività sportiva dilettantistica a favore di persone svantaggiate non è prevalente, meglio seguire altre strade. Suggerisco di ?clonare? l?associazione esistente, rendendo il clone giuridicamente e fiscalmente indipendente, e approntandolo (dal punto di vista organizzativo e tributario) perché sia in grado di promuovere in piena legalità e con successo le vostre “molteplici e diverse” attività solidaristiche. Il punto Se tra le molteplici attività di un?associazione sportiva consolidata c?è anche la solidarietà, non è detto convenga la ?trasformazione? in una onlus. È meglio ?clonare? l?associazione creandone un?altra indipendente e in grado di portare avanti le attività solidaristiche in Italia e all?estero

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