Le linee guida: indicazione obbligatoria in etichetta del luogo di produzione delle materie prime, informazioni più trasparenti in tema di ogm, maggiore tutela comunitaria e internazionale per Dop e Igpdi Angela Carta
Èdel 10 marzo l’approvazione da parte del parlamento europeo del Rapporto sulla valorizzazione della qualità dei prodotti alimentari europei, una serie di proposte per difendere la qualità degli alimenti con cui si porta a compimento il percorso di consultazione inaugurato con il Libro Verde. Il rapporto, che nelle prossime settimane sarà sottoposto all’esame dell’aAssemblea plenaria, si muove lungo direttrici ben precise: indicazione obbligatoria in etichetta del luogo di produzione delle materie prime; informazioni più trasparenti in tema di ogm; maggiore tutela comunitaria e internazionale per Dop e Igp.
Gli auspici di Strasburgo
Il parlamento auspica l’introduzione dell’indicazione obbligatoria del luogo di produzione delle materie prime attraverso un’apposita etichetta che soddisfi l’esigenza dei consumatori di ricevere maggiori informazioni sull’origine del prodotto che acquistano.In questo modo, l’assemblea di Strasburgo va incontro alle esigenze dei consumatori sempre più consapevoli dell’importanza della qualità degli alimenti, della trasparenza della produzione alimentare, non solo in termini di sicurezza ma anche per quel che concerne gli aspetti etici. Per questa ragione ha chiesto alla Commissione di Bruxelles di prevedere criteri per portare avanti iniziative in materia di qualità, ad esempio sistemi facoltativi di etichettatura “esente da ogm”, che consentiranno ai consumatori di scegliere in libertà. Nello stesso tempo viene esortato l’esecutivo comunitario a presentare una proposta legislativa per l’introduzione di un obbligo di etichettatura anche per i prodotti di origine animale – come il latte, la carne e le uova – per i quali vengono utilizzati animali alimentati con mangimi geneticamente modificati. Inoltre, il parlamento europeo ha invitato a seguire norme armonizzate relative ai limiti massimali di segnalazione dei pesticidi vietati nei prodotti biologici.
Agenzie e polemiche
Tra le proposte sembra ci sia la creazione di un’Agenzia europea della qualità che collabori strettamente con l’Efisa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma e con i servizi della Commissione Ue. Un’agenzia che sarebbe competente anche per le richieste di Dop, Igp e Stg sempre più spesso avanzate dai Paesi terzi. In Italia, la notizia ha acceso la polemica tra il ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi e la senatrice Colomba Mongiello, responsabile Pd del dipartimento Agricoltura. «Le indicazioni del parlamento europeo», ha sostenuto il ministro, «dovrebbero andare non nel senso della creazione di un’altra Authority ma nel rafforzamento di quella di Parma». Per Ronchi «l’Efsa per l’Italia è un’agenzia importante», anche se «nonostante gli sforzi del governo italiano per sostenerla e promuoverla, non corrisponde alle esigenze di un Paese che vi ha investito molto». La Mongiello ha replicato spiegando che non ci sarà una Efsa 2 e che nessuno Stato europeo ha messo in discussione l’efficienza dell’Agenzia europea con sede a Parma. «L’Efsa è di diretta emanazione del Consiglio dei capi di Stato e governo europei», ha sottolineato la Mongiello, «cui fornisce pareri scientifici sui rischi relativi alla sicurezza alimentare umana e animale degli Stati che operano all’interno della Commissione europea. È quest’ultima deputata ad esprimere giudizi sull’operato dell’Efsa. Altra cosa invece è l’Agenzia nazionale che, a differenza di altri Stati membri, l’Italia non ha ancora provveduto ad istituire con decreto, nonostante la legge già esistente e i fondi già stanziati», ha concluso la senatrice.
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