Salute

Quali sono le condizioni delle malate di sm nelle zone di guerra? Un interrogativo doveroso nel giorno contro la violenza sulle donne

di Noria Nalli

La giornata contro la violenza sulle donne mi sembra il giorno giusto per affidare ad un post le riflessioni, che volevo condividere già da tempo, con le persone che seguono il mio blog, una riflessione strettamente legata alla sclerosi multipla. È noto che la “bastarda” colpisca maggiormente le donne, quindi io  mi chiedo con orrore e sgomento, quali siano le condizioni dei malati di sm e nella ricorrenza di oggi, mi viene da pensare soprattutto alle donne, nelle zone di guerra come la Siria. Noi sclerotici sappiamo bene quanto sia importante fare controlli frequenti ed intervenire tempestivamente con i boli cortisonici in caso di ricaduta e quanto siano costosi i farmaci per prevenire tali peggioramenti. Inoltre conosciamo l’importanza di una corretta fisioterapia e la della disponibilità di ausili come stampelle, deambulatori e carrozzine. Immagino purtroppo che la loro situazione sia terribile. Credo che la possibilità di curarsi quasi non esista e che l’unica strada sia fuggire. Sappiamo qual è l’odissea dei rifugiati, scappare con problemi di movimento o addirittura di deambulazione è davvero inimmaginabile. Le nostre compagne sclerotiche siriane o curde soffrono moltissimo. Non se ne parla, ma quella che vivono le donne malate di sclerosi nei luoghi di guerra è una violenza atroce, il loro destino è segnato. Dobbiamo mobilitarci per denunciarlo, magari iniziando a raccogliere informazioni presso le sedi di Emergency. Io cercherò di farlo al più presto!

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