Quale tassazione per il gioco d’azzardo?

di Marco Dotti

Mentre il Movimento 5 Stelle chiede a gran voce di far pagare i costi della mini-Imu alle società concessionarie dello Stato per il gioco d’azzardo, il ministro degli Affari regionali dice che non ci sono dubbi, «la mini Imu si pagherà il 24 gennaio». Un pasticcio in piena regola, visto che da tempo si distute del problema e c’è stato chi – come i parlamentari Luigi Bobba e Michele Anzaldi del PD – ha tentato aumentare il Preu, il prelievo erariale unico sui giochi d’azzardo legalizzati, al fine proprio di recuperare risorse e scongiurare il caos che presto vedrà coinvolti più di dodici milioni di contribuenti italiani. 

Resta un punto da chiarire. Quanto incassa lo Stato? Quanto pagano allo Stato i concessionari dell’azzardo legale (il cosiddetto “gioco lecito”)? 

1. Quanto incassa lo Stato?

Un aumento del 3,7%,sulle entrate tributarie derivante dai giochi. In cifre: 410 milioni di euro. La legge di Bilancio, illustrata in Commissione Finanze, prevede per il 2014 un aumento di  3.867 milioni per le imposte sul patrimonio e sul reddito (+1,5%), di 3.387 milioni derivante da tasse e imposte sugli affari (+2,7%), 1456 milioni derivanti dalle imposte sulla produzione, consumi e dogane (+4,3%),  266 milioni di euro da  prodotti di monopolio (+2,4%) e un gettito di 410 milioni il settore lotto, lotterie e giochi (+3,7%).

Fonte: Disegno di legge di bilancio per il 2014 e per il triennio 2014-2016 (2 dicembre 2013). Elementi per l’istruttoria legislativaProfili di interesse della VI Commissione Finanze

Per il periodo gennaio-dicembre 2012, stando “Bollettino delle entrate tributarie” del Ministero dell’Economia e delle Finanze, le entrate relative ai giochi avevano fatto registrare una riduzione complessiva del 6,2% (-862 milioni di euro), in parte dovute alla riduzione dei proventi del lotto (-8,6% pari a -589 milioni di euro).  Mentre per quanto attiene agli ultimi dati disponibili, relativi ai mesi da gennaio a settembre, nel 2013 le entrate da giochi avrebbero nel complesso riscontrato un aumento dello 0,7% (+71 milioni di euro).

Ricordiamo che, a differenza di tutti gli altri giochi, il Lotto è valorizzato a partita intera, ovvero sia: viene considerata l’intera raccolta. La motivazione risiede nella struttura del prodotto, poiché lo Stato garantisce in solido eventuali surplus di vincite (esempio: le forti vincite per i numeri “ritardatari” che possono eccedere il volume di giocate del concorso. In questo caso lo Stato “copre” la differenza”).

A fronte di questo andamento, accertato o previsto, delle entrare erariali a più voci si chiede un incremento della tassazione sul settore giochi. Tema spinoso quanti altri mai.

2. Quali aliquote?

Vediamo per ora come sono sono tassati i giochi in Italia. Con una considerazione preliminare: la tassazione effettiva va calcolata sulla spesa netta, evidenziata in neretto nelle tabelle. È quanto viene tecnicamente definito “GGR” (Gross Gaming Revenues). Detto in termini profani: la spesa netta è su quanto effettivamente si pagano le tasse, ciò che in termini altrettanto profani potremmo definire “l’utile lordo” del settore. Ossia quanto che rimane “al netto delle vincite” (il cosiddetto payout, ossia quanto in percentuale ritorna ai giocatori come vincite, percentuale stabilita per legge e sulla quale mi sono già concentrati in un altro post del blog). È su questo “utile lordo” al netto delle cifre restituite in vincita che si calcolano le imposte che gravano sugli operatori della filiera.

Dalle tabelle 1 e 2 vediamo che i giochi “tradizionali”, quelli dotati di storia la Lotteria Nazionale (75,7%) ha una tassazione più alta rispetto al Gratta e Vinci (58%) e Win for Life (66,5 %), mentre il Lotto si attesta al 51,6%.


3. Punti critici

Il primo punto critico sembra rappresentato da quei settori, come i Casinò Games o le Vlt che sono sotto il sotto il 50% (dale scommesse sportive ai Casino Games alle videolotteries).

Come si può vedere dalla tabella 2, le scommesse sportive sono al 23,4%, mentre le slot machine al 49,6% e le Videolotteries (Vlt) ala 43,5%.

Resta un secondo punto critico: il gioco on-line risulterebbe, secondo questo schema, sottotassato (Tabella 4: poker cash come casinò games al 20%). A detta degli peratori, il valore sottotassato sarebbe tale in ragiione dell’elevatissimo pay-out (il ritorno in termini di vincite ai giocatori) che sottintende questa categoria di giochi. Prodotti con un ritorno ai giocatori (pay out) del 97%, hanno come conseguenza che alla filiera (Concessionari + Stato) rimanga il 3% della raccolta totale. Ne discende che il 20% di questo torna allo Stato sotto forma di tasse.

Si potrebbe obiettare che risulti basso e potrebbe essere utile aumentare il pay out. Ma la contro-obiezione che viene mossa a questo tipo di osservazione è quella che potremmo chiamare “migrazione”. I giocatori migrerebbero infatti sui siti illegali dove avrebbero pay out certamente superiori, con la conseguenza di azzerare anche gli apparenti bassi introiti fiscali, ma anche con una loro bassa tutela. Discuteremo in un prossimo post di questa contro-obiezione.

Sui casi più caldi socialmente, relativi a VLT e slot machine, va inoltre ricordato che l’articolo 39 del D.L. n. 269 del 2003, al comma 13, ha stabilito che agli apparecchi e congegni indicati all’articolo 110, comma 6, del TULPS (R.D. n. 773/1931) collegati in rete, vale a dire alle videolottery (VLT) e alle slot machine (AWP), si applica un prelievo erariale unico (il cosiddetto PREU), fissato in origine al 13,5% delle somme giocate (successivamente si è stabilito che venisse pgato in aliquote per scaglioni, riferiti alla raccolta delle somme giocate: dal 12,6 all’8 per cento). Prelievo dovuto dal soggetto al quale l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) ha rilasciato il nulla osta.

Ma a quanto ammontano, nello specifico, le entrate erariali provenenienti da slot machien e videolotteries? Il 18 settempre scorso, rispondendo a un interogazione parlamentare, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta (→ qui) osservava che nei primi 8 mesi del 2013 la raccolta tramite slot machine ammontava a 16,8 miliardi e quella tramite videolotteries a 14,7 miliardi, per un totale di 31,6 miliardi

4. Ma le slot machine?

Attestato dunque che il «giro d’affari» del gioco in generale ammonta alla differenza tra la raccolta e le vincite pagate ai giocatori, andrebbe specificato che da questa differenza, al fine di determinare la raccolta netta, andrebbero sottratte le imposte gravanti sui giochi, molto diversificate a seconda della tipologia di gioco.

Nel 2012, rimarcava Baretta, «a fronte di una raccolta pari a 49,09 miliardi di euro, le vincite sono state di 39,75 miliardi, per un giro d’affari, al lordo delle imposte, ammontante a 9,33 miliardi di euro. Da tale importo occorre sottrarre quanto dovuto a titolo di prelievo erariale unico, pari a 4,1 miliardi, e il canone di concessione, ammontante a 147 milioni, per un’entrata erariale netta di 5,09 miliardi di euro».

TABELLA 5

Stando al Ministero dell’Economia e delle Finanze, le vincite (secondo stime basate su dati del MEF sarebbero il 75.5% per le Slot e il 89,9% per le VLT) risulterebbero pari a 12,46 miliardi per le slot e a 12,54 per le VLT, per un totale di 25 miliardi. Il Preu sulle slot machine è stato di 2,13 miliardi, mentre quello sulle VLT di 738 milioni, per un totale di 2,87 miliardi. Considerando che il canone di concessione è stato di 94,8 milioni (50,5 dalle slot e 44,2 dalle VLT), le entrate erariali nette, calcolate sottraendo dalla raccolta le vincite, il Preu e il canone di concessione, sono state di 3,62 miliardi.

In assenza di altri dati certi, che vadano oltre il mese di agosto, la stima per il 2013, calcolata con pay out slot pari al 75% e VLT 89,5%, è la seguente. Considerando il flusso per l’Erario pari al 12.7% per le slot machine e 5% per le VLT.

Tabella 6

5. Che fare?

Resta dunque aperta una questione, mascherata dalla disputa sulle aliquote: i giochi sono ipertassati o sottotassati in Italia? Quale può essere il rischio di un aumento della tassazione sui giochi, in particolare sulle VLT come da più parti ventilato? La recente proposta dei senatori Luigi Bobba e Michele Anzaldi di allineare e razionalizzare la tassazione sulle videolotteries per recuperare gettito fiscale da destinare a sicurezza e sanità come può essere valutata?

In merito alla proposta, il vicepresidente della commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino, ha dichiarato che «in un momento in cui siamo costretti a cercare nuove dotazioni finanziarie e a cercare nuovi percorsi per la ripartizione delle stesse sembra una strada percorribile». Anche il ministro Del Rio – che pur smentisce, come abbiamo visto, la possibilità di azzerare l’Imu grazie a una tassazione una tantum sull’azzardo  – ha testualmente dichiarato ai microfoni di Sky che «il gioco d’azzardo va affrontato con occhi nuovi, lo Stato non può avere atteggiamenti ambigui. Intendo affrontare presto il problema ad un tavolo interministeriale». Alle parole seguiranno i fatti?

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