Volontariato

Quale riforma? Dodici anni dopo tornano le assise dei volontari

di Redazione

Dodici anni dopo la Conferenza nazionale del volontariato di protezione civile, tenutasi a Orvieto nel marzo 2000, il prefetto Franco Gabrielli ha convocato per il 13/15 aprile a Roma, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi Roma Tre, gli Stati generali del volontariato di Protezione civile. Ai lavori parteciperanno circa 250 delegati in rappresentanza di organizzazioni nazionali, associazioni locali e gruppi comunali. “I valori”, “la rappresentanza”, “i ruoli e le modalità operative” e “le risorse” sono i titoli dei quattro workshop della tre giorni romana.
I valori. In un momento di crisi come l’attuale è forte la tentazione di ridurre il volontariato a mero portatore di servizi. Compito delle assise sarà quello di riaffermare i princìpi contenuti nel decreto della Repubblica 194/2001 che regola il volontariato di protezione civile. Una normativa che garantisce ai volontari che intervengono in emergenza il mantenimento del posto di lavoro e del salario, ma che non ammette alcuna forma di retribuzione.
La rappresentanza. L’obiettivo degli Stati generali, come si legge dai documenti preparatori, è molto puntuale: «Dare voce al volontariato di protezione civile in tutte le sue forme, dai contesti nazionali a quelli locali, per permettere a questa componente insostituibile del Sistema nazionale di accrescere il proprio contributo dalle grandi scelte strategiche al concorso operativo».
Le modalità operative. Ancora oggi, purtroppo, le procedure di intervento sono, nella realtà dei fatti, molto nebulose. Compito degli Stati generali sarò quello di fare chiarezza suggerendo gli strumenti adeguati per supportare la definizione degli àmbiti regionali e di quelli nazionali, a partire dagli elenchi del volontariato di protezione civile e da progetti per il miglioramento operativo tali da evitare la sovrapposizione fra livelli centrali e livelli locali.
Le risorse. A fronte di una sensibile riduzione dei fondi nazionale e regionali per la protezione civile, di quelli delle altre voci del welfare che coinvolgono le organizzazioni di volontariato (sono più di 60 le misure che toccheranno in varia entità il non profit) e delle limitazioni imposte dalla Finanziaria di agosto agli investimenti degli enti locali per la salvaguardia del territorio, si impone un ripensamento dell’alimentazione dei fondi di protezione civile. Fra le ipotesi, la richiesta di accesso al 5 e all’8 per mille e ai fondi europei.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA