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Quale Iva sulle ambulanze?Ecco come stanno le cose
La legge vigente e una proposta al ministro Visco
Molte sono le lettere e le segnalazioni che riceviamo ogni giorno relative al problema del pagamento dell?Iva sull?acquisto delle ambulanze. Così abbiamo chiesto a Maurizio Ampollini, direttore del Ce.S.Vo.V della Provincia di Varese e vice presidente dell?Anpas nazionale, di fare chiarezza.(e mail)
È comprensibile che un Presidente di una Pubblica Assistenza sia esasperato da quello che sta accadendo e merita tutta la comprensione. Quando nel 1991 è uscita la Legge Quadro sul volontariato sembrava che finalmente lo stato si fosse accorto di lui e di quanto le organizzazioni di volontariato stavano facendo da anni e in particolare in un settore così delicato come il trasporto in ambulanza. Poi la circolare n. 3 del ministero delle Finanze gli è venuta incontro ancor di più stabilendo che se comprava un?ambulanza non ci doveva pagare sopra l?Iva che non è poca cosa visto che un mezzo del genere costa mediamente 90 milioni di lire. I dubbi sono cominciati a sorgere quando l?ambulanza gli si è guastata e ha cercato di sapere se i pezzi di ricambio e le attrezzature per l?ambulanza erano anch?esse in esenzione. Ha chiesto in giro ad altri presidenti come lui e ha scoperto che alcuni pagavano l?Iva e altri no, questo anche perchè in un primo momento ogni Ufficio delle imposte aveva dato una risposta che spesso cambiava da una provincia all?altra. Alla fine si è fatta chiarezza, anche se non nella direzione da lui sperata, ovvero è arrivata la risposta del ministero: sui pezzi di ricambio e sulle attrezzature dell?ambulanza l?Iva si paga. Da circa due anni poi ha avuto un?altra sorpresa, l?allestitore cui si era sempre rivolto per acquistare l?autolettiga gli ha risposto che l?esenzione Iva non era più cosa esatta giacchè la Circolare 3/92 è tutt?ora in vigore e quindi la sua associazione (se iscritta al registro regionale del volontariato) ha tutti i diritti di acquistare in esenzione. Il problema, invece, è dell?allestitore che non sa più come deve fare a recuperare l?Iva che ha anticipato, ciò a causa dell?ennesimo Decreto legislativo, il 313 del 1997. Il nostro presidente diventa ancora più furente nel momento in cui scopre che altri allestitori continuano a non far pagare l?Iva, magari semplicemente applicando una piccola maggiorazione dei prezzi. La sua associazione nazionale, l?Anpas, intanto le sta provando tutte per spiegargli i termini del problema (che come sempre avviene nel nostro Paese è tutt?altro che semplice) sia per costringere Governo e Parlamento a fare chiarezza. Da ultimo l?Anpas imbocca una strada che vuole risolvere il problema alla radice, ovvero, fa una proposta che taglia la testa al toro. Adesso, infatti, i presidenti sono costretti a chiedersi tutte le volte che fanno un acquisto se possono chiedere l?esenzione oppure no (e oltre tutto se questa gli viene concessa visto quello che abbiamo detto prima), con la paura di sbagliare, di prendere multe, ecc. La proposta Anpas è quella di istituire un?aliquota Iva unica minima del 4% su tutti gli acquisti. È una proposta che se da una parte fa rinunciare ad un?agevolazione (l?Iva sugli automezzi passerebbe dallo 0% al 4%), dall?altra ne crea di ulteriori (l?Iva su tutti gli altri acquisti passerebbe dal 10% o dal 20% al 4%) e soprattutto gli eviterebbe ragionamenti cervellotici. Fino a quando questo non avverrà, e probabilmente di tempo ce ne vorrà parecchio dato che il Ministro delle Finanze da questo orecchio ci sente poco, resta la normativa vigente. In altri termini se il nostro presidente deve proprio acquistare un?ambulanza nei prossimi giorni e vuole risparmiare qualche cosa come 18 milioni di lire, basta che lo faccia presso un allestitore che applica la Circolare 3/92 e che quindi accetta la sua dichiarazione Iva.
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