Cultura

Quale futuro per il welfare? Al via il convegno Erickson

Mille partecipanti alla tre giorni di Riva del Garda «Né assistenzialismo, né mercantilismo»

di Redazione

Al via questa mattina i lavori del primo convegno internazionale del Centro Studi Erickson su ?La qualità del welfare. Buone pratiche e innovazioni?. La sala del palazzo dei congressi di Riva del Garda si è riempita dei mille partecipanti provenienti da tutta Italia. Centocinquanta i relatori che si alterneranno sulla tribuna nelle sessioni plenarie e nei tanti workshop. IL MESSAGGIO DI PRODI I lavori sono iniziati con la lettura del messaggio ai corsisti inviato dal presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi che ha detto come la riflessione sul welfare che si sta facendo al convegno è anche una importante indicazione per il lavoro del governo: ?E? anche a questo che ho molto pensato in questi giorni lavorando ai problemi di Napoli. E? questo ciò di cui hanno bisogno i nostri ragazzi, in particolare gli adolescenti, per aiutarli a superare fenomeni preoccupanti come l?abbandono scolastico e crescere insieme a coetanei di diversa provenienza e cultura? ha detto fra l?altro il premier. IL SALUTO DI BAUMAN Il grande sociologo polacco Zygmunt Bauman, costretto a casa per una grave malattia della moglie Janina, ha voluto comunque inviare un saluto ai convegnisti che attendevano la sua relazione prevista in chiusura: ?Sono profondamente dispiaciuto di non riuscire a essere con voi oggi ? ha scritto Bauman -. Chi ci perde di più comunque sono io, rispetto a voi: sono ormai due mesi che non vedevo l’ora di condividere con voi i miei problemi, le mie speranze, i miei dubbi, e di essere messo al corrente delle vostre scoperte, pensieri, piani e progetti. Tutto questo, per cause indipendenti, ahimè, dalla mia volontà, non mi è consentito. Vi sono grato per la vostra comprensione. In verità, lo stato d’animo e i sentimenti che aleggiano in questi giorni a casa mia non sono propizi a incontri pubblici: mia moglie Janina sta molto male e il mio posto, così come è stato per gli ultimi sessant’anni, è più che mai al suo fianco. Vivere in una società opulenta significa notoriamente abitare un mondo ricco di seduzioni e non meno irto di trappole, ma spero che i vostri lavori riusciranno a delinearne un repertorio esaustivo e, magari, persino il modo di distinguere le opportunità dalle imboscate e di eludere le seconde cogliendo le prime?. PIERPAOLO DONATI, docente di sociologia all?università di Bologna e uno dei maggiori studiosi italiani di welfare, ha posto subito l?interrogativo che fa da sfondo al convegno, ossia ?come ripensare lo stato sociale al di fuori delle due visioni dominanti oggi, ossia l?assistenzialismo, che caratterizza ancora molto il sistema del welfare italiano e il mercantilismo, ossia la riduzione dei servizi erogati alla persona secondo pure logiche di profitto??. La via d?uscita per il sociologo emiliano è la terza via, ossia il superamento della tradizionale dicotomia fra servizio e pubblico e privato in un?ottica di sussidiarietà: ?Propongo allora un modello ? ha detto Donati ? che io chiamo relazionale per l?osservazione, la valutazione e l?implementazione delle buone pratiche?.

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