Non profit

Qualche consiglio per non cascarci

Uno dei principali criteri per giudicare un master è la percentuale di ex studenti che ha inserito nel mondo del lavoro.

di Redazione

Gianni Solfrini è consulente e formatore sui temi dell?orientamento. è coordinatore del Career Service del Polo scientifico didattico di Forlì, ideatore di numerosi Centri di orientamento in Italia e responsabile Pianificazione di carriera di Philanthropy Centro studi. 1 per cominciare Appena usciti dalla rassicurante routine del nido universitario, i giovani laureati si trovano di fronte alla fatidica domanda «Cosa, realmente, farò ?da grande??. Il mondo del lavoro, fuori, è vasto ed eterogeneo e spesso non si possiede un?idea chiara del profilo professionale cui si aspira. Un?idea potrebbe essere quella di specializzarsi attraverso un master post laurea. Anche in questo caso, però, il giovane neo laureato si trova di fronte a una giungla di offerte formative tra le quali è difficile orientarsi. 2 uno stage di 300 ore Prima di tutto, l?offerta di stage, che deve essere almeno di 300 ore. Sulla sua importanza nel percorso di formazione post laurea Gianni Solfrini è netto: «Se mi iscrivo a un master universitario e non c?è lo stage, è una perdita di tempo». E deve offrire uno stage di almeno 300 ore, aggiunge, «altrimenti si rischia una ripetizione di un corso di laurea». Ma anche lo stage, da solo, non basta. è necessario che il master fornisca al giovane laureato degli strumenti per costruire il proprio percorso di carriera e non solo un elenco di aziende tra le quali scegliere. «All?interno del master, non si dovrebbe proporre un tirocinio, ma una ricerca del proprio profilo professionale che inizia sin dal primo giorno e, attraverso strumenti di autodiagnosi e automotivazione, propone allo studente la ricerca autonoma dello stage e poi del lavoro», spiega Solfrini. Inoltre, lo stage non consiste solo nell?acquisire le routine lavorative di una certa azienda: è necessario, inoltre, che il giovane laureato «costruisca una rete di relazioni attraverso il lavoro che fa» e che, soprattutto, «crei un valore aggiunto all?interno dell?azienda». Questa è la condizione indispensabile per produrre in seguito un?effettiva possibilità d?impiego. E il master dovrebbe anche render consapevole lo studente di queste dinamiche. 3 qualità delle convenzioni Il master deve avere strutture convenzionate all?interno delle quali svolgere il tirocinio e queste devono essere di alto profilo. «Non c?è scritto da nessuna parte che il master non ti possa offrire uno stage nella panetteria di fronte a casa», aggiunge Solfrini. è importante verificare in che strutture è possibile andare a fare esperienza sul campo. E’ necessario che i master abbiano convenzioni con aziende e strutture di alto profilo che esse siano stabili e pubblicizzate adeguatamente (nel sito e nella brochure sull?offerta formativa). Questo è indice di serietà e di qualità d?offerta. 4 profmanonsoloprof Ancora, il corpo docente dev?essere composto per metà da professori universitari e per l?altra metà da esperti del settore. Questo mix assicura un buon bilanciamento di teoria e pratica: senza i docenti universitari si rischierebbe una formazione poco innovativa e di strette vedute, senza gli esperti, invece, una iperteorizzazione poco spendibile nel mondo del lavoro. Docenti che incarnano entrambe queste figure? «Ancora meglio», afferma Gianni Solfrini. Sulla capacità e la preparazione accademica dei docenti, le bibliografie e la lista delle pubblicazioni dicono molto; mentre per quanto riguarda la loro capacità di socializzazione e di coinvolgimento (un altro aspetto ?molto rilevante?, spiega Solfrini), esse sono difficilmente valutabili. A meno che, aggiunge il formatore, «non si ricorra al dialogo con gli ex allievi», anch?esso un criterio importante per valutare la qualità del master. 5 sentire gli ex allievi La possibilità di interagire con ex allievi (per verificare la qualità e l?efficacia dei percorsi formativi), infatti, è un elemento di serietà e di qualità del master. Sul sito spesso vengono indicati, nomi, cognomi e indirizzi email degli ex allievi, in qualche caso assieme all?indicazione del tipo di occupazione attuale. 6 occhio alle statistiche Infine, è molto utile dare un?occhiata alle statistiche di placement delle edizioni precedenti. Ciò è possibile solo per master che sono alla seconda o terza edizione. Se pubblicano, in posizione ben visibile nel portale, il placement degli ex studenti significa che hanno prodotto professionisti ben collocati. All?aspirante studente non resta che verificare se quelle statistiche corrispondano al suo profilo professionale e alle sue aspirazioni. «Non c?è sostanziale differenza nei criteri di valutazione del master tra profit e non profit», dichiara Gianni Solfrini, «a conferma della professionalizzazione alla quale è approdato il terzo settore». Daniela Verlicchi Glossario Cos?è un master La certificazione Il master universitario si distingue dagli altri corsi post laurea per la durata minima di 1.500 ore, di cui almeno 800 in aula, per l?attribuzione di almeno 60 crediti formativi universitari e per il collocamento sul mercato di almeno l?80% dei diplomati entro sei mesi dal termine del corso. Sono alcuni dei requisiti fissati dall?Asfor, l?Associazione italiana delle scuole di formazione nata nel 1971 per verificare la serietà degli atenei e la qualità dei corsi che offrono. Master I livello Per laureati junior Vi si accede dopo aver conseguito una laurea triennale ed è caratterizzato dalla multidisciplinarietà. Destinato a giovani laureati senza esperienza lavorativa, tende a completare la formazione universitaria facilitando l?inserimento nel mondo del lavoro. Si può accedere ai master di primo livello anche dopo una laurea quadriennale pre riforma. Master II livello Per specializzarsi Ai master di secondo livello si accede dopo aver conseguito una laurea specialistica o una laurea quadriennale pre riforma. Questo tipo di master punta alla massima specializzazione dello studente, che spesso ha già maturato un?esperienza di lavoro in azienda.

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