Volontariato

Qual buon vento/ vacanze solidali: l’anno della vela

Cosa ci fanno sulla stessa barca skipper di provata esperienza, volontari, ragazzi difficili, disabili ed ex tossici?...

di Carmen Morrone

Ragazzi, si salpa. Nelle città si annuncia un remake della torrida estate del 2003 e sui nostri mari è previsto traffico intenso. Tutti d?accordo: sarà l?anno della barca a vela. L? America?s Cup di Valencia c?entra poco. È sulle vele d?Italia che ormai soffia il vento giusto. Quello della solidarietà. E non solo a parole.

Rimini, 4 maggio 2007. Quanto a trend, dalla capitale dalla Riviera c?è solo da imparare. I numeri sono da record. Oltre 100 imbarcazioni, 1.500 persone fra equipaggi e accompagnatori che danno vita alla regata clou di Handy Cup, la manifestazione che mette in competizione le associazioni non profit dei Paesi affacciati sul Mediterraneo. A bordo, a fianco di skipper di provata fama, disabili, ragazzi a rischio, anziani ed ex tossici. Non sarà la prima edizione, ma la velaterapia non ha mai tirato così forte. Una sorpresa, ma anche un?opportunità per tanti giovani e non di trascorre originalissime vacanze in alto mare.

Solo in Italia le sigle nel bacino della velaterapia sono ormai una ventina. Qualche esempio? A Genova le associazioni Matti per la vela (www.mattiperlavela.org) e Non solo vela (www.nonsolovela.ge.it) propongono attività didattiche per le scuole medie locali e attività sportive per ragazzi con disabilità psichiche. Il mar Ligure rimane la destinazione dei Tetragonauti (www.itetragonauti.it) che hanno sede a Segrate, nel milanese. La onlus fondata da Gabriele Gaudenzi, tecnico Fisd – Federazione italiana sport disabili, e da Marco Spagna, imprenditore ipovedente, realizza interventi e progetti socio-educativi rivolti a minori portatori di handicap fisico, sensoriale e mentale, e a giovani in situazione di disagio. Scendendo in Toscana ecco il team di Katabasis (www.katabasis.it) di stanza a Ferrara, ma che nel mar Tirreno e in quello Adriatico organizza attività nautiche e subacquee rivolte al mondo del disagio sociale.

E' lunga la lista d?attesa dei volontari all?associazione Mareaperto di Roma (www.mareaperto.org). L?associazione è nata dall?idea di un gruppo di amici velisti che hanno deciso di mettere a disposizione le loro imbarcazioni per un progetto con l?Asl 3 della capitale: ogni sabato escono in mare con una decina di persone con problemi di malattie mentali. Nel golfo di Salerno c?è Oltrelebarriere (www.oltrelebarriere.it), creata dal vulcanico Silvano Giordano che, nel predisporre i progetti di educazione alla vela, si è guadagnato la fiducia di un pedagogista del calibro di Giovanni Bollea.

Tanti attracchi, tante opportunità. Troppo vento però rischia di dare alla testa. E allora frenare non guasta. I volontari servono, ma devono essere preparati. Niente di trascendentale, «ma non si può improvvisare», avvisa Enzo Pastore, presidente dell?Unione Vela solidale, per il quale la formazione è una formidabile ancora di salvezza. «Fare volontariato in barca significa venire a contatto con diversi tipi di disagio e occorre avere un?adeguata preparazione e maturità, per questo è importante affidarsi alle associazione». Per il resto conta solo «l?amore per il mare e il desiderio di aiutare gli altri».

L?estate solidale ha il vento in poppa.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA