Non profit

Puntiamo tutto sull’Italia della realtà

E' un anno molto particolare quello che ci attende...

di Giuseppe Frangi

E’ un anno molto particolare quello che ci attende. Un anno stipato all?inverosimile di appuntamenti elettorali e istituzionali della più grande delicatezza. In sequenza ci attendono le regionali siciliane, le politiche, le amministrative e il referendum sulla devolution. In mezzo, poi, l?elezione del successore di Ciampi. Sarà quindi un anno in cui ci troveremo a vivere con imbarazzo maggiore del normale lo iato tra l?inadeguatezza della politica e la sua invasività. Detta con parole povere: una politica tendenzialmente immobile nelle sue logiche tracimerà invece nella vita civile, avvelenandola con le sue contrapposizioni, vere o teatrali che siano. Attenzione: non è una condanna tout court della politica, ma di una politica, in tutt?e due gli schieramenti, incapace di coraggio e di visione. E quindi assolutamente impermeabile al nuovo (il solo fatto che i due contendenti siano gli stessi di 12 anni fa dice come anche a livello simbolico l?immobilismo trionfi). Se guardiamo all?Italia di questi anni difficili, scopriamo un paese schiacciato da una cappa opprimente di pessimismo e di fatalismo. è un paese che avanza senza obbedire a un modello, anche perché la sua leadership, non solo politica, è incapace di pensarne uno, ed è perennemente in balìa di modelli suggeriti dall?esterno (in base ai quali l?Italia ovviamente è un paese sempre fuori classifica). è un paese a volte selvaggio, nel quale il nuovo, quando si palesa, ha il volto arraffone dei vari Fiorani, Ricucci & company. è un paese in cui il concetto di bene comune sembra essersi dissolto nella coscienza collettiva. Ma dentro un profilo di questo tipo, che è quello che ogni giorno ci viene imposto dal dibattito della politica e quindi dai mass media, qualcosa evidentemente sfugge. Ecco, vorremmo che la politica sapesse per un volta occuparsi di quell?Italia che ?sfugge?, sapesse capirne le dinamiche e quindi incoraggiarla. A volte ci è riuscita, anche in questa legislatura: per quanto piccolo, l?esempio della +Dai -Versi è emblematico. Una legge suggerita dal basso, sostenuta da tutt?e due gli schieramenti; una legge che introduce un piccolo ma importantissimo principio di libertà, in base al quale si affida al cittadino la destinazione di una parte delle proprie tasse. E’ stata emblematica anche la vittoria riportata da un altro fronte bipartisan, quello contrario alla Tav tra Torino e Lione. Sindaci di tutti i colori e, dietro di loro, un territorio compatto e intelligente hanno dimostrato che quel treno più che garantire lo sviluppo perpetuava la rendita della politica e dell?imprenditoria a lei legata. Invece bisogna dare fiducia a un?altra idea di Italia. Quella delle migliaia di imprese che, crisi o non crisi, continuano a nascere; quella che reinventa il welfare senza più dipendere da chi ha ridotto il welfare a uno scalcinato meccanismo erogativo. è un?Italia fatta di migliaia e migliaia di microcosmi che magari nella loro apparente disorganicità possono essere indigesti ai capitalisti perfetti stile Economist. Ma è l?unica Italia che esiste sul piano della realtà. Le altre Italie sono paesi immaginari o tenuti sotto scacco da apparati decrepiti. è l?Italia delle formiche, instancabili e inaffondabili. Dare più fiducia e più libertà a quest?Italia: ecco l?unico programma politico a cui aderiremmo senza riserve.


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