Sostenibilità

Puglia. Fermate quei cipressi

E' stata lanciata nel Salento un'iniziativa contro l'abuso edilizio.

di Mara Mundi

Acquistare un immobile che sembra fare a pugni con gli splendidi scenari del Mediterraneo. E poi demolirlo, nel corso di una grande festa, per sensibilizzare l?opinione pubblica al rapporto fra architettura e paesaggio. È il cuore di un?iniziativa lanciata nel Salento contro abusivismo edilizio, costruzioni a forte impatto ambientale, interventi che tradiscono le origini di un territorio.
?Coppula Tisa? è il nome del progetto promosso da un nutrito gruppo di persone, non solo pugliesi, che si propone di conservare l?identità del Tacco d?Italia. Un nome non da poco, che da queste parti esprime l?orgoglio dei braccianti agricoli che lavoravano nei campi con il cappello all?insù, in segno di attaccamento alle proprie radici, alla condizione di ?uomo della terra?. Quello stesso attaccamento che oggi ispira il comitato ?Finis Terrae?, costituito per raggiungere gli scopi del progetto ?Coppula Tisa?: passare dal brutto al bello, dallo scempio all?incanto, intervenendo con l?appoggio di gente comune e di uomini e donne di cultura. Spicca il nome dell?editrice Inge Feltrinelli, in soggiorno nel Salento nei giorni in cui si decideva di dar vita all?iniziativa. “Quando siamo venuti a conoscenza del progetto”, dice la Feltrinelli, “ci siamo resi subito disponibili. Il Salento sta subendo assalti per l?avanzare di veri e propri ecomostri, senza contare la piantumazione di alberi in netto contrasto con l?ambiente locale”, aggiunge. Esplicito il riferimento alla moda di far crescere cipressi nella terra degli ulivi, per adornare villette stile chalet che nulla c?entrano con il Sud. E sulla necessità di un confronto, la signora della letteratura non ha dubbi: “È importante aprire un dibattito sul recupero della cultura di questa terra”. Come fare, allora? “L?idea del comitato”, continua Inge Feltrinelli, “è creare un movimento popolare, coinvolgendo poi le istituzioni”. Sarà sufficiente anche un euro per finanziare l?attività, costituendo un fondo per l?acquisto di immobili che deturpano l?ambiente. “L?area recuperata sarà restituita ai soggetti pubblici, per promuovere azioni sociali”, spiega Carla Quaranta di Legambiente Tricase. “Niente a che vedere con il giustizialismo privato”, precisa il notaio Giorgio Forni, “vogliamo il dialogo con gli enti locali”. La cultura potrebbe dare un valore aggiunto a questa impresa che si avvale anche del contributo di Edoardo Winspeare, regista salentino che ha raccolto consensi alla Mostra del cinema di Venezia con il film Il Miracolo. Ma non si tratta di un club elitario, ribadiscono gli organizzatori. E già si pensa a esportare il modello, creando un Osservatorio nazionale del bell?ambiente.

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