Volontariato

Public Forum: un bilancio della prima giornata

A discapito delle difficoltà che molti manifestanti stanno in queste ore affrontando per arrivare a Genova, il clima è "professionale e, al tempo stesso, piena di speranza"

di Carlotta Jesi

Lunedì 16 luglio, a Genova, ha preso il via il Public Forum della società civile che, fino al 22 luglio, presenterà progetti e strategie per la costituzione di un mondo in cui siano i bisogni degli uomini e non gli interessi economici a dettare legge. Sabina Siniscalchi, di Mani Tese, era tra i relatori della sessione del Forum dedicata alla lotta alla povertà e alle disuguaglianze.

Vita: come è andato il battesimo del Public Forum?
Sabina Siniscalchi: dal punto di vista logistico, un disastro: il Comune di Genova, che pure era stato allertato da più di un anno, non ha terminato i lavori della sede del Public Forum. E per il primo giorno, proprio quando bisognava registrare l’arrivo di tutti i partecipanti stranieri, ci ha offerto una sede provvisoria piccola e angusta. È un dato di rilievo, perché in nessuno dei meeting fra ong che nel corso dell’ultimo anno si sono svolti in tutto il mondo l’accoglienza del comune è stata tanto fredda e improvvisata.

Vita: e i lavori, e l’atmosfera del primo giorno del contro vertice?
Siniscalchi: professionale e, al tempo stesso, piena di speranza. Gli interventi sui possibili strumenti di lotta alla povertà e alla disuguaglianza mi sono sembrati puntuali e interessanti.

Vita: l’affluenza, però, è stata poco numerosa: un centinaio di partecipanti. Che qualcuno abbia perso le speranze di riuscire a cambiare le cose?
Siniscalchi: la speranza resta, altrimenti non saremmo qui a spendere risorse umane ed economiche che sui bilanci di una non profit pesano moltissimo. Certo ci siamo resi conti di aver perso tanto tempo.

Vita: in che senso?
Siniscalchi: con i politici che aspettavano il risultato delle elezioni prima di prendere qualsiasi decisione: fino a 10 giorni fa non sapevamo neanche dove si sarebbe svolto il Public Forum. E poi c’è stato il gesto della bomba, che rischia di oscurare tutto il lavoro che abbiamo fatto per convincere l’opinione pubblica che la società civile è a Genova per presentare delle proposte e non per fare violenza.
Vita: la bomba, già, che ne pensa il Public Forum?
Siniscalchi: c’è stata una chiara dissociazione di tutti i partecipanti del controvertice a qualsiasi tipo di violenza. Davvero ci aspettavamo un’accoglienza diversa da parte del governo, del Comune e dell’opinione pubblica.

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