Volontariato

Pubblicato il primo censimento delle reti di volontariato

L'indagine è stata realizzata da Cesvot in collaborazione con la Regione Toscana per studiare le condizioni che danno origine a rapporti strutturati fra organizzazioni non profit. Dati utili per la programmazione degli interventi da parte del mondo del volontariato e della Regione

di Redazione

Sono 14 le ‘reti formali’ attive in Toscana  e operano soprattutto nell’ambito sociosanitario e della promozione dei diritti, fra le quali ricordiamo il coordinamento fra le associazioni delle categorie protette del volontariato e quello delle associazioni che si occupano del tema del cosiddetto “dopo di noi”. 

Cosa significa effettivamente “fare rete”? «La nostra indagine ha avuto un carattere sperimentale con l’intento di studiare le condizioni strutturali che generano le reti di relazione tra associazioni di volontariato – spiega Sandra Gallerini, responsabile settore Ricerca di Cesvot – Centro Servizi Volontariato Toscana – . Con questa ricerca abbiamo per la prima volta in Toscana un censimento delle reti formali operative evidenziandone gli scopi, le dinamiche di formazione e sviluppo, i caratteri della governance, i vantaggi percepiti».

«Grazie alla collaborazione delle undici Delegazioni provinciali Cesvot, è stato possibile rilevare delle esperienze interessanti di “rete” locali, oltre a quella promossa da Cesvot sul “Dopo di Noi”, con l’intento di individuare una tipologia di “modello” in grado di fornire alcune indicazioni su come promuovere ulteriori esperienze di rete sul territorio», continua Gallerini.

Tre i criteri che sono stati individuati per definire una “rete”: «La presenza di una modalità organizzativa di “secondo livello”, che prevede la partecipazione a un soggetto (la rete, appunto), costituito da organizzazioni di terzo settore di differente natura, vision e mission orientata alla collaborazione e allo scambio di risorse – illustra Sandra Gallerini-.  Inoltre le reti devono essere numerose, o almeno composte da più di tre organizzazioni (infatti, in virtù della “teoria del bilanciamento”, la triade tende a “chiudersi”) e terzo requisito ci devono essere effettive dinamiche di scambio di risorse (umane, economiche,…) fra le associazioni appartenenti alla rete».

“L'attività di ricerca del Cesvot – ha commentato la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi – è fondamentale perché consente di avere un quadro costantemente aggiornato sulla situazione del Terzo settore e del volontariato toscano. Avere a disposizione informazioni sulle dinamiche che interessano il mondo dell'associazionismo si rivela utile per l'attività di programmazione regionale. Colgo l'occasione – ha concluso Saccardi – per ribadire l'importanza del Cesvot, realtà quasi unica a livello nazionale ed in grado di svolgere un'azione insostituibile, di stimolo ed impulso, in un settore dal quale la Toscana non può prescindere». 

«Cesvot è l’unico Centro Servizi in Italia che ha costituito un settore ricerca per mettere a disposizione elementi di conoscenza sulle trasformazioni del Terzo settore e del volontariato. – ha dichiarato Federico Gelli, presidente del Cesvot  – Grazie al lavoro svolto siamo in grado di offrire utili indicazioni in fase di programmazione e progettazione degli interventi per migliorare l’efficacia e l’efficienza delle nostre associazioni. Le nostre ricerche hanno come obiettivo quello di comprendere i bisogni reali di chi è impegnato quotidianamente nel mondo del non profit e di dare loro strumenti per rafforzare presenza e ruolo nel territorio”  Le ricerche possono essere consultate contattando Cesvot all’indirizzo          
          
         

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