Non profit

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Quale riforma?

La valutazione dell'efficienza della Pa in un convegno al Cnel

di Redazione

di Costantino Coros

Vivere in uno Stato in cui l’amministrazione funzioni sempre meglio. È la sintesi delle posizioni espresse, più o meno da tutti  gli intervenuti alla Conferenza nazionale sulla valutazione delle azioni pubbliche per il cittadino, svoltasi stamane a Roma alla sede del Cnel.

All’incontro hanno partecipato Banca d’Italia, Censis, Corte dei Conti, Inps, Istat, Ragioneria Generale dello Stato,  Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, Agenzia delle Entrate, Confindustria e Consiglio nazionale consumatori e utenti.

Quello della riforma dell’organizzazione della pubblica amministrazione è un percorso iniziato circa 15 anni fa. In questo periodo sono stati fatti molti sforzi per migliorare la PA, puntando su informatizzazione, trasparenza, circolazione delle informazioni, riduzione dei costi e attenzione al grado di soddisfazione dei cittadini. Ma nonostante tutto questo lavoro, siamo ben lontani da risultati soddisfacenti.  

Tant’è che il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, ha presentato un disegno di legge che delega il governo ad adottare uno o più decreti legislativi, finalizzati a ottimizzare la produttività del lavoro pubblico. Una proposta che, secondo Carla Collicelli del Censis, «contiene spunti interessanti da rendere concreti. Uno di questi è quello del coinvolgimento delle associazioni dei cittadini nella valutazione dell’efficienza della pubblica amministrazione».

In questo disegno legato all’efficienza, Confindustria fa sentire da tempo la sua voce e oggi Vittoria Carli (Comitato piccola industria di Roma) ha ribadito la posizione degli imprenditori: servono procedure burocratiche più snelle e più rapide con la possibilità di avere più servizi in un unico sportello. 

Del resto, di fronte alla riduzione dei costi della macchina dello Stato, la PA è obbligata a misurare e a ottimizzare i processi amministrativi, valutando anche il grado di soddisfazione dei cittadini. Valutazione che, secondo Daniele Franco della Banca d’Italia, «deve essere fatta da soggetti terzi, indipendenti e trasparenti».

La nuova pubblica amministrazione che uscirà dalla cura Brunetta dovrà essere impostata sul contenimento delle spese e sulla produttività eliminando le sacche di inefficienza. Ma come si fa? Non sempre, hanno sottolineato alcuni, introdurre sanzioni molto severe garantisce il successo. Anzi. Talvolta, ha sottolineato Collicelli, non fa che approfondire il divario tra norme e comportamenti. In ogni caso (lo ha ricordato Franco) servono indicatori adeguati per valutare correttamente le azioni sanzionatorie da applicare. A questo punto spetta ai decreti delegati fare chiarezza su tutte queste questioni.

 

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