Fisco
Psicologi, accoglienza ai malati, cure domiciliari: il 5 per mille che non arriverà ad Ail
Per via dello sforamento del tetto, anche per l'Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma la cifra erogata dallo Stato sarà inferiore rispetto a quella destinata dalle firme degli italiani. Il presidente Giuseppe Toro illustra i servizi in più che si potrebbero offrire con i 465mila euro che Ail non riceverà
Il 5 per mille 2023 ha fatto registrare un record di firme, con 17,2 milioni di italiani che hanno scelto di destinare una parte della loro Irpef per sostenere realtà impegnate in attività sociali. Con queste firme hanno destinato quasi 553 milioni di euro, sforando di quasi 28 milioni il tetto fissato dal Governo per il 5 per mille. Il ricalcolo dell’importo assegnato ha generato alcune situazioni paradossali, con enti che vedono crescere le firme ma diminuire gli importi assegnati. Mai come quest’anno il meccanismo del tetto comporta un tradimento del patto fra lo Stato e i cittadini. Che cosa significa, concretamente, quel ricalcolo? Che cosa si potrebbe fare con quelle risorse che gli italiani hanno destinato ma che in realtà non arriveranno? Un’inchiesta per sostenere la necessità di rivedere il tetto al 5 per mille, anzi di toglierlo del tutto.
quattrocentosessantacinquemila euro in meno. È questa la cifra che l’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma Ail si vedrà “tagliata” rispetto a quanto le hanno destinato gli italiani con il 5 per mille. L’Ail riceverà 8.741.498 euro, ma l’analisi curata da Nicola Bedogni per il Quaderno di Assif dedicato al 5 per mille valuta che la somma destinata dagli italiani all’associazione ammonterebbe in realtà a 9.870.302 euro.
Come per tutti gli altri enti beneficiari del 5 per mille, anche per Ail la ragione della differenza è da ricercarsi nel ricalcolo proporzionale degli importi fatto dall’Agenzia delle Entrate per rientrare nei 525 milioni stanziati dal Governo a copertura del 5 per mille.
«Gli italiani hanno dimostrato grande maturità nel comprendere l’importanza delle nostre associazioni per la vita del nostro paese», spiega Giuseppe Toro presidente Ail, «l’aumento progressivo negli anni del numero delle firme per il 5 per mille dimostra che i cittadini si fidano del terzo settore, sono consapevoli che queste cifre vengono spese bene e soprattutto per servizi alla collettività. Gli italiani con la loro firma stanno premiando l’impegno, il fare bene e la trasparenza che il Terzo settore ha saputo mettere in campo in questi anni.
Quali servizi in più con le cifre non erogate?
Prosegue Toro: «abbiamo provato a fare delle proiezioni per valutare quali servizi in più potremmo offrire con i circa 465mila cifra che, a quanto pare, non ci sarà erogata. Abbiamo suddiviso la cifra tra i servizi che offriamo. I risultati dei nostri calcoli ci portano a dire che, per esempio, se parliamo del supporto psicologico ai pazienti – una delle carenze più grosse del nostro sistema sanitario nazionale – avremmo potuto offrire in un anno ben 250 prestazioni psicologiche in più ai pazienti, per un importo di circa 16mila euro. E avremmo potuto assegnare almeno 15 borse di studio in più, del valore di 15mila euro ciascuna».
Un’altra voce importante è quella delle notti nelle Case Ail, un servizio che ha lo scopo di sollevare sia il malato che i suoi familiari dalle preoccupazioni di tipo economico legate a soggiorni prolungati lontani da casa. Come spiega il presidente Toro: «Sono circa 80 le Case Ail presenti nelle vicinanze dei centri ematologici italiani e gestite dai volontari delle nostre sezioni territoriali. Ospitano i pazienti onco-ematologici e i loro familiari quando si spostano dal luogo di residenza per le terapie. Abbiamo calcolato che se potessimo investire in questo servizio 45mila euro, dei circa 500mila che non ci saranno erogati, aiuteremmo 1.500 persone in più».
Ail supporta anche un servizio di cure domiciliari che permette di ridurre gli accessi agli ospedali e le lunghe attese ambulatoriali grazie ai professionisti attivati da Ail che vanno dalle persone malate a domicilio. Anche in questo caso il presidente Toro sottolinea come: «si sarebbero potute offrire 635 prestazioni in più con una cifra complessiva di poco meno di 80 mila euro». Inoltre Ail ha calcolato che con parte dei fondi non erogatie potrebbe offrire 1000 prestazioni in più per quanto riguarda la mobilità solidale e 500 per il servizio navetta.
«L’aumento costante negli ultimi anni del numero di firme per il 5 per mille», conclude Giuseppe Toro, «dimostra che gli italiani credono nel lavoro che le associazioni fanno per la collettività perché vedono i risultati. C’è ancora molta strada da fare per avvicinare tutti gli italiani al 5 per mille, ma siamo sulla buona strada. Per questo è importante non tradire la loro fiducia».
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Foto Ail
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