Non profit

Psichiatria, discutiamone

La lettera di Tonino Cantelmi, presidente dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, rilancia il dibattito su questo tema scottante.

di Riccardo Bonacina

Il ministro Sirchia non ha esitato a parlare di ?emergenza? riferendosi ai problemi connessi con il delicato tema della salute mentale, tema intorno al quale si accendono polemiche (spesso inutili) e dibattiti (spesso infiniti e inconcludenti). In effetti il dibattito sulla cosiddetta ?riforma Basaglia? si è riacceso per l?ennesima volta dopo alcuni recenti fatti di cronaca, così come puntualmente succede da un paio di decenni. è ovvio che non dovremmo addossare responsabilità a una riforma di principi sacrosanti, che hanno sancito la fine dell?era manicomiale in Italia e chiarito che dinamiche di segregazione e di emarginazione non possono essere spacciate in nessun modo per cure. Eppure tutti dovremmo cogliere la necessità di andare oltre, oltre la cosiddetta legge 180, oltre modelli veteropsichiatrici che hanno caratterizzato alcune realtà italiane, stigmatizzate nel sempre dimenticato Rapporto 2001 sulla Salute mentale dell?Oms. Sarebbe anche bene mettere da parte vecchi ritornelli, come quelli della carenza del personale (un esercito di oltre 35mila operatori nei dipartimenti di salute mentale, altre migliaia di operatori presenti in consultori, dipartimenti materno-infantili, e altre strutture, universitarie e non, che più o meno direttamente si occupano di salute mentale) o come quello della mancanza di strutture (le strutture previste dall?ultimo Progetto obiettivo sono state per lo più ampiamente realizzate, anzi alcuni indici sono oltre gli standard previsti, con l?unica eccezione per i posti letto per acuzie). Dunque? Dunque qualcosa non funziona. Dunque è necessario un ulteriore cambiamento. Non c?è dubbio che non siamo all?anno zero e non c?è dubbio che non è possibile alcun ritorno neanche a forme larvate di manicomialismo. La psichiatria del territorio è una realtà positiva, gli oltre 700 Centri di salute mentale, unitamente ad altre migliaia di strutture territoriali, benché spesso al collasso e incapaci di fronteggiare le nuove emergenze (dove si curano i quasi cinque milioni di italiani affetti da disturbi affettivi, come depressione e disturbi d?ansia? Quali risposte per l?anoressia? Chi si occupa di pazienti che oltre ad avere un problema psichiatrico fanno abuso di sostanze?), tuttavia svolgono una funzione insostituibile rispetto alla grave psicopatologia. L?affezione per la cosiddetta legge 180 è tanta, tuttavia una svolta legislativa ci consentirebbe di uscire da un inutile dibattito ideologico, sostenendo un processo evolutivo in atto, che senza negare quanto già fatto, ci consenta di andare oltre.

Tonino Cantelmi, email

La lettera del presidente dell?Ass. italiana psicologi e psichiatri cattolici (che ho dovuto abbreviare) rilancia, mi sembra, in maniera chiara e leale un dibattito che, concordiamo, necessita di superare ogni ideologismo affinché si affrontino i problemi.

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