Sostenibilità

Prove tecniche di turismo ecosostenibile

Le Grotte del Bussento

di Redazione

Una natura incontaminata (con un protagonista di eccezione come la lontra). Ma anche gastronomia, tradizioni, prodotti tipici. Attorno all’area protetta e al suo cuore, il borgo medievale di Morigerati,
si sperimenta un’innovativa forma di valorizzazione
del territorioEro già stato sul fiume Bussento per cercare la lontra. E ne avevo trovato le tracce: alcuni spraints – cioè gli escrementi – poggiati sui massi bianchi e grigi, a marcare il territorio. Un fiume tra i più belli che mi era capitato di esplorare in Campania, sicuramente tra i più vivi e meglio conservati dell’intero Meridione.
Quando fui invitato ad assistere ad una conferenza su un progetto di valorizzazione del territorio a Morigerati, cioè uno dei comuni bagnati dal Bussento, portavo con me  la conoscenza diretta del fiume, dell’area che attraversava, del valore ambientale e naturalistico dell’insieme. Un fiume ricco di pesce – tra i più celebrati dai pescatori del passato e del presente -, dove la presenza della lontra è facile scoprirla. Un fiume che, ad un certo punto del suo corso, a Caselle in Pittari, s’inabissa in una grotta per poi riapparire dopo qualche chilometro proprio nelle Grotte di Morigerati, da dove esce cristallino, freddo, con nuovo vigore: un tragitto nascosto, tipico dei paesaggi carsici, che ancora lascia qualche segreto alle sue spalle. Un tratto di canyon che si raggiunge dopo una discesa che all’inizio è tra la macchia e il caldo e poi scivola verso il cono d’ombra della vegetazione fluviale e al fresco dell’acqua, alle pozze trasparenti, ad un vecchio mulino che già al primo sguardo vorresti vederlo in movimento.
Grande fu la sorpresa quando alla conferenza, invece di assistere al solito discorso un po’ celebrativo e anche tipicamente vago sulla valorizzazione del territorio, l’amministrazione comunale di Morigerati dichiarò l’intenzione di creare un’area protetta per tutelare i valori naturali, paesaggistici e culturali del suo territorio. Da quell’obiettivo molto chiaro all’idea di farne un’Oasi del WWF trascorsero poche settimane: nacque così l’Oasi delle Grotte del Bussento. Siamo nella prima metà degli anni 90, il parco nazionale del Cilento ancora non era nato, ma era previsto: questo grazie anche al movimento d’opinione promosso da un Comitato per il Parco che raccoglieva ambientalisti, amministratori locali, uomini di cultura legati a quel territorio. Si può oggi dire che l’Oasi delle Grotte del Bussento e anche quella delle Gole di Felitto – sul fiume Calore salernitano e nata su un progetto legato alla lontra – hanno rappresentato l’embrione del futuro parco nazionale.

Protezione e sviluppo
Morigerati – che è una manciata di case, raccolte in parte in un centro storico tra i più belli e conservati della zona, con una popolazione stabile di qualche centinaio di anime – diventava allora protagonista in un progetto di gestione e amministrazione nuovo, innovativo per quel tempo e per quella sottoregione. Oggi il parco nazionale esiste, è anzi il secondo parco italiano per estensione. Non è ancora il parco che avevamo sognato, ma è comunque una realtà che potrà solo migliorare.
E l’Oasi continua per la sua strada, ovviamente in sintonia con il parco, ma con l’approccio dei primi tempi, innovativo e lungimirante, quello di mantenere integro il valore del territorio e allo stesso tempo ricavandone opportunità di crescita e sviluppo. Questo grazie anche ad una continuità tra le amministrazioni dove al cambio degli uomini non è seguito un cambio di rotta ma, anzi, ne è stata confermata la direzione.
L’Oasi delle Grotte del Bussento oggi è affiliata del WWF e sotto il segno del panda è parte di un progetto di valorizzazione dell’intero patrimonio di questo piccolo comune che va dall’ambiente al paesaggio, dalle radici storiche alla gastronomia tradizionale, dalla coltivazione e vendita dei prodotti tipici ad un turismo a cui viene offerto un ventaglio di occasioni per conoscere al meglio i luoghi. Un turismo non di quantità ma di qualità, ospitato in una sorta di albergo diffuso nato dal recupero di alloggi delle vecchie case, in modo da rivivere in prima persona la storia, la cultura e la bellezza di quest’angolo di Cilento dell’interno.

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