Politica

Prove tecniche di ribaltone

Le proposte di riforma firmate da Farinone e Rivolta potrebbero confluire in un testo unico. Contro Giovanardi

di Redazione

C’è mancato poco che si abbracciassero. Erica Rivolta (Lega) ed Enrico Farinone (Pd), abituati a guardarsi in cagnesco dagli scanni di Palazzo Madama a Roma, lunedì 24 maggio sembravano due agnellini. La strana alleanza fra democratici e Carroccio è stata simbolicamente firmata nella pancia del palazzo della Regione Lombardia, dove – ospiti di Roberto Formigoni nell’auditorium Giorgio Gaber – i due politici hanno animato i primi stati generali del servizio civile regionale. Obiettivo comune: smontare la bozza di riforma Giovanardi. Dice la Rivolta: «Spiace che il sottosegretario non sia qui, ci sarebbe piaciuto un confronto sereno e invece in Parlamento sarà battaglia». Non male come messaggino per un compagno di maggioranza. Ma il bello è venuto dopo: «L’ottica da cui partiamo è quella di un’iniziativa dal basso, non una riforma calata dall’alto. Non è più accettabile un sistema che continua a penalizzare i nostri territori». Poi l’assist per il collega Farinone: «Noi pensiamo che le Regioni e magari anche le Province e i Comuni siano gli enti meglio attrezzati per la gestione del servizio civile, lo dico in una prospettiva federalista, l’unica oggi in grado di tenere insieme il Paese e in piedi il servizio civile nazionale». «Su questo mi trovo d’accordo e non solo io, ma anche i 50 parlamentari che hanno sostenuto la mia proposta», strizza l’occhio Farinone, «dal ddl della Lega ci separano solo alcuni passaggi “ideologici”, per il resto sono sostanzialmente sovrapponibili: il volante del sistema deve essere trasferito dal centro alle Regioni che valuteranno i progetti presentati sui territori». Insomma un coro. A cui il presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana ha aggiunto: «Mi sembra venuto il momento che Lega e Pd vadano in Parlamento con un testo unico».


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