Economia

Prove tecniche di lavoro

Le esperienze sono ancora di piccolo cabotaggio. Ma anche nel mondo profit qualcosa si sta muovendo. Da Telecom a Peg Perego...

di Daniele Biella

Lavoro in carcere, si può fare di più. Al 31 dicembre 2006, tolti i 12.591 detenuti alle dipendenze dell?Amministrazione penitenziaria, erano 2.910 quelli assunti da ditte esterne. Nel 2000, all?indomani della legge Smuraglia, erano 1.613. Pur attribuendo all?indulto la riduzione della crescita nell?ultimo anno (+508 nel 2005, +131 l?anno scorso, dati ministeriali), meno di 3mila assunti esterni su una popolazione carceraria di 44mila persone sono ancora pochi.

«Il mondo aziendale si è mosso», dice Licia Roselli di Agesol, «ma spesso si avvale dell?intermediazione delle cooperative, senza esporsi troppo». L?unica grande eccezione, a oggi, è quella della lombarda Wsc a Bollate. Per il resto, la tendenza è quella di portare il lavoro in carcere tramite commesse a cooperative, avvalendosi della collaborazione del ministero della Giustizia: capofila di questa pratica è Telecom Italia, che dal 2003 tra Rebibbia (Roma) e San Vittore (Milano), dà lavoro a circa 40 detenuti. «I reclusi lavorano come gli operatori degli altri nostri call center», spiega Giovanni Cabras, responsabile Servizi directory assistance di Telecom. La qualità? «Siamo assolutamente soddisfatti del lavoro che viene svolto, rispetta tutti gli standard», risponde il dirigente. Altri dieci detenuti di Rebibbia lavorano con commesse di Autostrade spa, legate alle infrazioni di veicoli ai caselli. Anche nei centri minori non mancano casi positivi.

A Padova per il servizio di pulizia strade di Acegas – Aps lavorano in misura alternativa 12 reclusi: «Esperienza impegnativa per noi ma positiva», esordisce l?ad Cesare Pillon, «la riproporremo anche a Trieste». Sempre nell?istituto del capoluogo veneto sono in 40 a produrre le valigie per la Roncato e i gioielli per la Modellato. Ma anche panettoni per il caffè storico della città, il Pedrocchi: «Collaboriamo con loro perché offrono un prodotto di qualità eccellente», osserva il responsabile Federico Manetto.

A Monza poi detenuti fabbricano le ruote dei passeggini della Peg Perego. «Il livello è spesso superiore a quelli di altri fornitori», svela il responsabile acquisti, Piermarino Bonanomi.

In alcuni casi, infine, l?attività delle aziende è inquadrata nell?ambito csr: è il caso della Indesit, che con il progetto Jonathan ha dato lavoro a 80 giovani con precedenti penali («Abbiamo vinto i pregiudizi», dice il responsabile Area Sud, Danilo Greco) e della Fiat, che l?anno scorso ha inserito i primi tre giovani a Pomigliano d?Arco.

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