Welfare
Prova superata. Ecco una famiglia che sopravvive al carcere
Due lettere tratte dalla raccolta Evafuori, antologia di testi dei detenuti del carcere di Sant'Anna a Modena
Evafuori è un?antologia di testi degli studenti-detenuti della casa Circondariale Sant?Anna di Modena. Quelle che seguono sono due lettere tratte dall?antologia, quella della moglie di un detenuto, che ha potuto finalmente rivedere il marito a casa per qualche giorno in permesso premio, e quella del detenuto che racconta il sollievo di aver scoperto che i suoi cari non lo hanno dimenticato.
A Tony?s. Amore mio, come mi manchi!! Ti domanderai: dopo tre giorni ti scrivo??! Hai ragione! Ma non ce la facevo! Ogni volta che mi giro per casa sento il tuo profumo, in ogni angolo ci sei tu! In bagno, in cucina, in sala, sulle scale e tutto questo mi fa male, perciò non ti ho scritto prima, se no adesso la lettera che stai leggendo sarebbe bagnata dalle mie lacrime! Adesso, per esempio, ho il magone, ma vedrai sono forte, ce la farò! Giuseppe non lascia per un attimo il tuo giaccone, se lo mette addosso e dice che il suo papà lo sta abbracciando, sente il tuo profumo sul collo e mi dice: «Mamma, è papà che ti abbraccia» .
Cari lettori, sono ritornato da qualche giorno dopo aver ottenuto un permesso premio, questa lettera (che qui sopra sintetizzo) mi ha colpito molto, così ho deciso di pubblicarla, per far notare a chi legge quello che provano le nostre famiglie. Sono ancora commosso e felice! Nonostante tutti gli anni che sono stato lontano da loro, questa è la conferma che sono riuscito a trasmettere a entrambi tutto l?amore che provo per loro; anche attraverso quella piccola ora di colloquio abbiamo mantenuto i nostri rapporti intatti, con in mezzo un muro divisorio tremendamente fastidioso per 5 anni! Ecco questo si può definire il vero amore, diciamo che sia la prova più dura da superare per scoprire se due persone provano quell?amore per cui mai nessun ostacolo può farle dividere, e questa prova è superata!
Però nello stesso tempo ho il cuore in pena per loro, non hanno commesso nessun peccato e devono pagare le mie pene con me, soffrendo quanto me; ricordo qualche anno fa che mia moglie era più forte di carattere, anzi ha saputo sostenermi nei momenti difficili, ma anche lei ora sta cedendo, credo che abbia retto fin troppo per una ragazza che non sapeva neppure che esistesse questo tipo di sofferenza! Ho la sensazione che loro stanno soffrendo più di me, tanto da indossare il mio giaccone e immaginare che sono io che li sto abbracciando: deve essere il massimo della sofferenza! (…). Comunque sono soddisfatto che abbia potuto dimostrare agli amici che io esisto e rimarrò, per sempre, il suo migliore amico.
Tony?s, Casa Circondariale di Modena
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