Politica
Protezione zero
La denuncia di Amnesty in occasione della IX Giornata mondiale : «In Europa i diritti dei rifugiati sono sempre meno rispettati»
Il 20 giugno si celebra in tutto il mondo la nona Giornata del Rifugiato. Questa ricorrenza è stata istituita nel 2000 dalle Nazioni Unite per dare voce e visibilità alla sofferenza di quelle migliaia di donne e uomini di tutte le età costrette ad abbandonare il proprio paese a causa di conflitti armati, persecuzioni e violazioni di diritti umani e politici.
Sono 42 milioni, secondo il rapporto statistico annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), – “Global Trends” – le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2008. Sebbene la cifra totale di 42 milioni sia minore di 700 mila unità rispetto all’anno precedente, i dati provvisori del 2009, non rappresentati nel rapporto, riflettono già un mutamento di tendenza.
Sempre in base ai dati pubblicati dal sito dell’UNHCR, sono circa 2 milioni i rifugiati e gli sfollati che sono potuti tornare a casa nel 2008, un numero inferiore rispetto all’anno precedente. Il ritorno a casa dei rifugiati (604 mila rimpatriati) è calato del 17%, mentre per gli sfollati (1,4 milioni) il calo è stato del 34%. Il rimpatrio, tradizionalmente considerata la soluzione durevole più diffusa per i rifugiati, ha raggiunto il secondo livello più basso negli ultimi 15 anni. Questo declino riflette in parte il deterioramento delle condizioni di sicurezza principalmente in Afghanistan e Sudan.
I rifugiati nel mondo:
Il numero più rilevante di rifugiati, all’incirca 3 milioni di persone, proviene dai paesi dell’Africa sud-occidentale; 2,5 milioni dai paesi del Medio Oriente, in particolare dell’Iraq; circa 1milione e mezzo sono quelli che sono scappati dalle regioni dell’Europa centrale e del Baltico. Alla fine del 2007, con 3 milioni di rifugiati, l’Afghanistan è il paese con il maggior numero di persone costrette ad abbandonare il proprio paese; Seguono L’Iraq con 2,3 milioni di cittadini in fuga, il Sudan (523mila), la Somalia (457mila), il Burundi (376mila) e la Repubblica Democratica del Congo (370mila).
Per quanto riguarda i paesi ospitanti, quelli che danno assistenza al maggior numero di rifugiati sono il Pakistan, con circa 2 milioni di persone in maggioranza provenienti dall’Afghanistan, e la Siria con circa 1,5 milioni di rifugiati, molti dei quali iracheni. Seguono l’Iran (964mila), la Germania (579mila), la Giordania (500mila) e la Tanzania (436mila).
I rifugiati in Europa e nei paesi industrializzati:
In Europa sono attualmente presenti 1,5 milioni di rifugiati. Nel 2008 le domande d’asilo presentate nei 51 paesi più industrializzati del mondo sono state 383mila, il 12% in più rispetto al 2007. Rispetto al passato, è in aumento il numero di richieste d’asilo presentate da afgani (+85%) e somali (+77%). Sono i rifugiati iracheni (40.500) la popolazione più rappresentata nei paesi industrializzati, seguiti dai russi (20.500), gli afgani (18.500) e i cinesi (17.400). La maggioranza ha chiesto asilo negli Stati Uniti dove sono pervenute 49mila richieste, in Canada (36.900), in Francia (35.200), in Italia (31.200) e nel Regno Unito (30.500).
Secondo Amnesty International, i governi europei stanno mettendo in pericolo le vite dei rifugiati negando loro protezione. Le porte dell’Europa si stanno chiudendo e i diritti di chi chiede protezione vengono ignorati. «I rifugiati rischiano le loro vite per cercare sicurezza ma quando arrivano l’Europa volta loro le spalle» ha affermato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. «I governi devono cessare di mettere a repentaglio delle vite e, piuttosto, iniziare a rispettare i loro obblighi internazionali di protezione nei confronti di queste persone vulnerabili».
Sempre secondo Amnesty International, i paesi che si trovano ai confini dell’Europa stanno mostrando un palese disprezzo per i loro obblighi internazionali nei confronti dei rifugiati:
La Turchia continua a non riconoscere a persone non europee lo status di rifugiato, negando in questo modo a migliaia di persone la protezione di cui necessitano;
La Grecia respinge le persone che si trovano alle sue frontiere terrestri o che giungono alla frontiera marittima con la Turchia senza aver prima valutato le loro domande di asilo. Coloro che riescono a entrare nel paese incontrano diversi ostacoli legali nell’ottenere protezione;
La Spagna. Gli accordi bilaterali tra la Spagna e diversi paesi africani vengono utilizzati per giustificare arresti arbitrari, detenzioni ed espulsione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in questi paesi;
Altri paesi dell’Unione europea (Ue) chiudono un occhio sulla crescente mancanza di rispetto per i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo ai confini dell’Ue in quanto essi stessi tentano di accogliere meno rifugiati. Ogni anno migliaia di richiedenti asilo vengono trasferiti, in base al sistema ‘Dublino II’, verso paesi dove i loro diritti non sono adeguatamente protetti.
I rifugiati In Italia:
Il nostro paese ospita circa 45mila rifugiati. Sono state 31mila le domande d’ asilo presentate nel 2008, il doppio rispetto al 2007. I richiedenti sono nigeriani, somali, eritrei. Un fenomeno più recente è poi quello dell’incremento del numero di afgani.
Secondo Amensty International, l’Italia intercetta i rifugiati in acque internazionali e li trasporta fisicamente, senza prenderne in considerazione eventuali bisogni di protezione internazionale, in Libia, dove i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati sono a rischio di maltrattamenti e di rimpatrio forzato verso paesi in cui potrebbero subire gravi violazioni dei diritti umani.
Sulla politica del governo italiano, il Cipsi – coordinamento di 44 Ong e associazioni di solidarietà internazionale – e il Ccm (Comitato Collaborazione Medica di Torino) intervengono con una dichiarazione congiunta: «Ci opponiamo fortemente alle politiche migratorie del governo e rifiutiamo la criminalizzazione del migrante relegando la grande questione dei movimenti di popolazione a motivi legati alla Sicurezza. Aderiamo alla campagna promossa da Fortresse Europe ‘IO NON RESPINGO’. Il decreto sicurezza approvato nei giorni scorsi alla Camera contiene numerose disposizioni che complicano l’integrazione del migrante ed è proprio questo restringimento all’accesso regolare ai paesi sviluppati che spinge molti a cercare vie alternative irregolari. Se da un lato il governo promuove i respingimenti, anticostituzionali, contrari alla Convenzione di Ginevra e al diritto d’asilo e contestati fortemente dall’UNHCR, dall’altro rende sempre più difficoltoso l’inserimento regolare in società del migrante. L’istituzione del reato di clandestinità provocherà un aggravamento delle condizioni dei migranti in fuga dal circolo vizioso povertà-abuso-sfruttamento: e questo senza che vengano puniti coloro i quali sfrutteranno situazioni di soggiorno irregolare (chi impiega lavoratori irregolari sottopagati)».
In soccorso della politica italiana, arriva un messaggio inviato agli organizzatori e ai partecipanti alla giornata per i rifugiati dal presidenze del Palamento Fini:«Per queste persone costrette alla fuga si rende urgente predisporre politiche che sappiano coniugare solidarietà ed accoglienza con sicurezza e legalità per “superare i pregiudizi che si diffondono nella società e che sono causati da ignoranza».
Parole molto apprezzate da Laura Boldrini, portavoce della sezione italiana dell’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: «Fini sottolinea la necessità di una campagna contro la paura dell’altro e questo mi trova perfettamente d’accordo perché ritengo che i rifugiati siano un grande patrimonio per la nostra economia e per la nostra società. Dobbiamo predisporci a scoprire il mondo che portano dentro di loro».
Nonostante le preoccupazioni per i continui respingimenti, anche il CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati, accoglie con apprezzamento i messaggi inviati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal Presidente della Camera Gianfranco Fini all’importante conferenza dell’UNHCR di stamane: «Apprezzando i progressi fatti in questi ultimi anni in Italia per il miglioramento delle garanzie per richiedenti asilo ammessi al territorio e alla procedura di protezione internazionale, il CIR» afferma il Presidente Savino Pezzotta, «esprime la sua grave preoccupazione per le persone che non vengono accolte e lasciate del tutto prive di protezione».
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