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Protezione speciale, Don Bosco 2000 si mobilita

Sit-in e petizione on line per alimentare l'attenzione e ottenere il blocco delle limitazioni introdotte dal dl Cutro. Su 50 ospiti nei centri gestiti dall'Associazione salesiana, 20 hanno un permesso di soggiorno che si avvale di questo status ora messo in forte discussione dal governo

di Nicola Varcasia

“Caro Presidente Mattarella, limitare la protezione ad esseri umani che rischiano la propria vita e libertà nel loro Paese è un atto indegno per un Paese civile che si proclama democratico”, così esordisce la petizione che l’associazione Don Bosco 2000 ha aperto per raccogliere firme contro la limitazione della protezione speciale. L’iniziativa è partita in concomitanza con la marcia e il sitin che nella sera di giovedì 27 aprile si è svolto per le strade di Piazza Armerina, in Sicilia, dove sono attivi i centri di accoglienza gestiti dall’associazione salesiana: migranti ospiti dei centri, operatori e gran parte della società civile.



La marcia ha attraversato le vie della città ed è terminata nella piazza Generale Cascino, dove è stato organizzato un sit-in in con le testimonianze di chi, con la protezione internazionale prima, e speciale poi, è riuscito ad emergere dal degrado e integrarsi perfettamente. Tra striscioni e al grido “siamo tutti clandestini” ha sfilato anche la barca dei diritti, con a bordo i bambini dei centri, immagine delle generazioni future.

In una nota del presidente Agostino Sella, l’associazione spiega che le «proposte e le modifiche introdotte dal dl Cutro determinano una restrizione della protezione speciale che la depotenzia ancora una volta e di fatto la rende impossibile da ottenere: in questo modo abbandoniamo i migranti non solo in mare ma anche nella nostra moderna società che di fatto genererà fantasmi senza documenti ed identità».

L’associazione Don Bosco 2000 accoglie all’interno dei suoi centri Sai diversi ragazzi che attualmente godono della protezione speciale. Nel centro Sai di Piazza Armerina, su 50 ospiti, 20 hanno un permesso di soggiorno per protezione speciale. Una percentuale che si ritrova anche negli altri centri gestiti dall’Associazione e in generale tra le realtà che fanno accoglienza. Per queste persone e per le molte altre che verranno, continua la nota, Don Bosco 2000 chiede di unirsi al suo «No alle limitazioni alla protezione speciale; Si al “Permesso” di dare il meglio di me, di migliorare la mia condizione, di vivere e non sopravvivere, di dare e non elemosinare, di crescere e non regredire, di costruire e non adattarmi a niente, di vivere e non morire».
Per aderire alla petizione: https://chng.it/H8gHwncy

Foto: Ufficio Stampa Don Bosco 2000

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