Famiglia

Protezione dei minori: il bilancio della Caritas Ambrosiana

Un importante dossier, con il quadro degli interventi realizzati, delle prospettive e dei progetti futuri. E la riflessione di don Colmegna sulle riforme legislative in cantiere

di Benedetta Verrini

“Si deve sempre più affermare con chiarezza che non dovrebbe essere solo la preoccupazione per la criminalità minorile ad allarmare quanto l’aumento della violenza contro i minori. Questo andrebbe riaffermato con iniziative di grande visibilità, anche a partire da un impatto massmediatico forte. Proponiamo una sede comune, iniziative condivise, seminari di ricerca, un centro studi. Come Caritas siamo disponibili a contribuire a questo “Centri di difesa dei diritti dei minori” con un coordinamento, con azioni di sensibilizzazione, di denuncia, di sperimentazione di buone prassi”. Don Virginio Colmegna ha coordinato oggi a Milano un convegno dal titolo “Minori, prospettive e sperimentazioni possibili”, in cui sono stati presentati alcuni progetti dedicati ai ragazzi e realizzati dalla Caritas Ambrosiana e dalle realtà da essa promosse, e le sperimentazioni possibili per affrontare il disagio minorile. I progetti compiuti hanno riguardato l?area internazionale, con venti progetti rivolti ai minori e alle loro famiglie in diciotto Paesi europei, africani, sud americani, medio orientali. Sono state anche finanziate 53 micro realizzazioni in tutto il mondo: piccoli interventi dal costo limitato che hanno aiutato la costruzione e l?avvio di scuole e centri d?accoglienza. Per quanto riguarda i bambini ed i ragazzi extracomunitari presenti nel Paese, Caritas rileva che nella maggioranza dei casi essi vengono accolti e presi in carico con le loro famiglie. In questo contesto sono nate le esperienze del Centro di Transito, del Centro di Prima Accoglienza e della Casa delle Famiglie per i richiedenti asilo, i rifugiati e i profughi, gestiti dalla cooperativa Farsi Prossimo. In essi le famiglie vengono ospitate ed accompagnate nel loro percorso verso l?integrazione e l?autonomia. Un?altra area di particolare impegno per Caritas Ambrosiana e le realtà ad essa vicine è quella che si riferisce al successo scolastico e formativo. In questo campo gli interventi agiscono su due livelli: uno di gestione diretta di servizi, l?altro di promozione ed accompagnamento delle realtà che in Diocesi operano con ragazzi con difficoltà scolastiche. I circa 180 doposcuola diocesani rappresentano una notevole risorsa che agisce per prevenire la dispersione scolastica, peraltro il disagio su cui si cerca di intervenire non è solo quello didattico, legato allo scarso profitto scolastico, ma spesso è anche e soprattutto di carattere psicosociale. Il doposcuola si configura dunque come luogo di promozione del benessere, luogo di opportunità per i ragazzi che aderiscono alla proposta: occasione per socializzare con il gruppo dei pari, per vivere relazioni positive con gli adulti, per essere accompagnato, incoraggiato e sostenuto nell?affrontare le difficoltà scolastiche. Un quarto ambito di intervento per la Caritas Ambrosiana e le realtà che ad essa fanno riferimento riguarda la solidarietà diffusa e le risposte di accoglienza sia familiare sia comunitaria al disagio e all?abbandono dei minori. Inoltre, Caritas Ambrosiana sostiene la costituzione e l?avvio di reti di famiglie aperte all?accoglienza di persone in difficoltà, in particolare di minori con progetti di affido. Alle famiglie coinvolte in queste reti viene proposto un percorso formativo, incontri periodici ed un sostegno costante da parte di un operatore professionale. Alcuni decidono di aderire a progetti di accoglienza, gli altri svolgono un ruolo di supporto. Ma la riflessione di don Colmegna si è concentrata sulle priorità di difesa dei minori in quanto persone, con il diritto ad essere sostenuti nella loro domanda di crescita educativa, e protetti da violenze e logiche adulte di potere. “In questo quadro, anche a livello internazionale, ci desta preoccupazione quanto si sta delineando sul piano legislativo e merita attenzione anche per i risvolti di natura culturale che comporta. Si pensi allo sviluppo legislativo che si è prodotto nel nostro Paese” ha dichiarato, aggiungendo riserve sulle attuali prospettive di riforma: “In questo contesto desta forte preoccupazione il disegno di legge che trasferisce i compiti civili del Tribunale per i minorenni al Tribunale Ordinario, riduce la componente onoraria tra i giudici e introduce modalità repressive e non preventive nel considerare i minori che hanno compiuto un reato”. E sul tema dell’infanzia abbandonata, “va riproposto in termini nuovi il progetto dell’affido familiare, della prospettiva dell’adozione come scelta di servizio nell’interesse del minore, degli spazi comunitari e strutturali come dimensione reale di accoglienza per i minori che devono essere allontanati, temporaneamente o definitivamente, dal loro nucleo familiare d’origine e che devono essere sostenuti e accompagnati con percorsi di qualità che nascano dalla definizione di priorità educative e da un affidamento comunitario. Noi riteniamo che la centralità della famiglia così come viene presentata in questo campo a volte esprima una falsa concezione proprietaria e onnipotente, la famiglia andrebbe infatti sostenuta sempre salvaguardando l’interesse del minore, soprattutto quando è in crisi o è “rete spezzata” di legami. Anche la famiglia considerata come risorsa oggi non può affrontare la sfida dell’accoglienza senza un forte ripensamento dei modelli prospettati, della finalità stessa e della sostenibilità della proposta. Come Caritas, insieme a chi condivide questi obiettivi, chiediamo l’avvio di un processo nel merito, che sostenga le esperienze innovative, che definisca parametri di qualità, che curi i sistemi formativi, che vigili sulle distorsioni che spesso avvengono rispetto a quanto viene dichiarato a parole. Questi aspetti strategici secondo noi richiedono forti interventi di sostegno. Si tratta dunque di sostenere esperienze innovative – tramite anche una ricerca condotta o sostenuta da soggetti altri – aiutarle a crescere e curare la diffusione delle buone prassi. A tal fine vorremmo istituire una sorta di “comitato promotore”. Altra questione problematica e urgente sollevata dal direttore della Caritas ambrosiana, “quella degli adolescenti ed in particolare degli interventi di natura penale per chi di essi ha commesso un reato. La riforma Castelli rischia di soffocare esperienze già in atto e che attendono verifiche, si pensi ad esperienze quali l’istituto della messa alla prova, indebolisce una cultura della prevenzione e del recupero che si fonda su una concezione della pena fuori dall’unicità del carcere, si pensi alla mediazione penale, alle alternative al carcere minorile. Vi è una scarsa riflessione sulla prevenzione del disagio e sulla creazione di modelli di risposta – comunità d’accoglienza per adolescenti – sostenibili non solo sotto il profilo del controllo sociale, bensì del cambiamento. Per questo come Caritas riteniamo di concentrarci su percorsi ed esperienze di qualità, creando occasioni di verifica. La qualità che si richiede sul piano legislativo sancisce il minimo strutturale e i profili organizzativi, la prassi d’eccellenza chiede invece una riconsiderazione dell’esperienza nel suo insieme. Crediamo che in questo senso vadano potenziate e sostenute le qualità formative ed organizzative dei dirigenti, un buon accompagnamento formativo e una straordinaria flessibilità di risorse come elementi sostanziali per l’innovazione”. Info: www.caritas.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA