Non profit

Proteste: domani sit-in davanti alla Bnl

Le associazioni chiedono la sua uscita dal consorzio per un nuovo oleodotto in Ecuador

di Redazione

“La Bnl deve chiamarsi fuori dall’irresponsabile impresa del nuovo oleodotto amazzonico. Un’impresa che danneggia un ambiente ancora incontaminato, che scavalca le popolazioni locali e contraddice la costituzione ecuadoriana, le indicazioni della Banca mondiale e quelle dell’Onu.” In occasione dell’assemblea degli azionisti Bnl di domani, un cartello di associazioni raccolte nella Campagna contro l’OCP (Oleoducto de Crudos Pesados) – Legambiente, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, CRIC-Centro Regionale d?Intervento per la Cooperazione, Terra Nuova, Amici della Terra, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Federazione Verdi Italiani, Comitato Internazionalista U?wa, Carta, DeA – Associazione Donne e Ambiente, Greenpeace e ATTAC – chiederà che la Banca Nazionale del Lavoro esca dalla partecipazione alla realizzazione di un nuovo megaoleodotto che taglierà in due l’Ecuador. “Nel Settembre 2001 – così l’appello delle associazioni – hanno avuto inizio in Ecuador i lavori per la costruzione dell?OCP (Oleoducto de Crudos Pesados) ad opera di un consorzio costituito dalle maggiori multinazionali del petrolio: Agip, Alberta, Occidental, YPF, Perez Companc y Techint. Il progetto è finanziato da alcune banche private tra cui la BNL. L?oleodotto, lungo più di 500 chilometri, amplierà sensibilmente le zone investite dall’estrazione petrolifera, coinvolgendo aree di foresta primaria amazzonica finora intatte e mettendo a rischio la vita delle popolazioni locali. Il progetto ? al finanziamento del quale la Banca Nazionale del Lavoro partecipa come intermediaria di un prestito di 900 milioni di dollari concesso al Consorzio Ocp nel luglio 2001 da una banca tedesca ? viola in maniera grave le direttive della Banca Mondiale sulle valutazioni degli impatti ambientali, gli habitat naturali e la consultazione delle popolazioni locali. Viola inoltre i principi sanciti dall’Onu nel Global Compact (accordo di programma fra le Nazioni unite e le principali multinazionali), i diritti dei lavoratori riconosciuti dall’Organizzazione internazionale del lavoro e la costituzione ecuadoriana.” “Nonostante l’opposizione della società civile ecuadoriana e di numerosi gruppi ecologisti, i lavori procedono velocemente. Lo stato d?emergenza dichiarato dal governo e la militarizzazione delle province amazzoniche di Sucumbios y Orellana ? da dove partirà l’oleodotto ? hanno generato scontri e tensioni provocando la morte di 4 persone, di cui due bambini (Febbraio 2002).” “L’OCP è dunque l’ennesimo esempio dell’applicazione di un modello di sviluppo non sostenibile, fondato sugli interessi economici di pochi, cieco di fronte ai diritti delle comunità locali oltreché agli equilibri dell’ ecosistema. Chiediamo quindi alla Banca nazionale del Lavoro di sospendere immediatamente le attività di intermediazione sul finanziamento e all’Eni/Agip di uscire dal consorzio.” Durante lo svolgimento dell’Assemblea degli azionisti, a partire dalle ore 9,30, i rappresentanti delle associazioni coinvolte nella Campagna contro l’Ocp presidieranno con un sit-in la sede della Bnl in P.zza Albania, 35.


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