Non profit
Prostituzione:è necessario intervenire nei paesi dell’est per bloccare le cause
L'appello di Family for Family alle famiglie italiane
di AiBi
Delle 50.000 prostitute straniere in Italia la metà vengono dall’Europa dell’est: il 35% di queste hanno meno di 18 anni.
Questi dati sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. Nei paesi dell’Est, contrariamente a ciò che accade nel resto d’Europa, il problema dell’abbandono minorile è infatti in costante crescita: secondo il rapporto Monee dell’Unicef il numero di bambini in istituto è salito nel 1999 a 1.552.500, più del 60% dei quali sono femmine.
In paesi come Moldavia, Ucraina, Romania e Albania, le cause di questo aumento sono da ricercare esclusivamente nella disgregazione familiare e nella carenza di servizi sociali alle famiglie.
Le bambine che crescono negli istituti si ritrovano al compimento del diciottesimo anno di età sbattute in mezzo ad una strada, divenendo facile preda del racket della prostituzione internazionale.
Nel momento in cui scoppiano le polemiche, perché non si pensa di risolvere alla radice il problema, investendo in progetti di Cooperazione Internazionale nei paesi d’origine?
Intervenire sulle cause è la priorità del progetto Family for Family, promosso dal Forum delle Associazioni Familiari, per risolvere anche il problema della prostituzione. Family for Family si rivolge direttamente alle famiglie italiane, proponendo loro di sostenere progetti di sviluppo nei paesi dell’est.
Luisa Santolini, presidente del Forum, dichiara: “Per dare un futuro diverso alle ragazze dell’Est, è necessario aprire in questi paesi case famiglia, gruppi appartamenti, cooperative sociali e centri di formazione professionale che restituiscano loro la dignità”
Per informazioni e donazioni NUMERO VERDE FAMILY FOR FAMILY: 800 – 71.40.40
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.