Famiglia

Prostituzione: Michela si racconta a vescovi e ambasciatori

Michela, 18 anni, il viso minuto nascosto da lenti scure, inizia a parlare e la platea di ambasciatori, ecclesiastici, professori e diplomatici ammutolisce.....

di Redazione

Michela, 18 anni, il viso minuto nascosto da lenti scure, inizia a parlare e la platea di ambasciatori, ecclesiastici, professori e diplomatici ammutolisce. Racconta la sua storia di schiava-bimba cominciata in Italia dove era venuta a cercare fortuna, e chi era pronto a discutere di tratta degli esseri umani si trova di fronte un vittima in carne ed ossa. E ascolta una denuncia allucinante. Michela e’ albanese ed e’ una delle ragazze che don Oreste Benzi ha liberato dalla schiavitu’. Oggi a Roma dopo essere stata in udienza dal Papa, parla nella prestigiosa universita’ Gregoriana, dove l’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Jim Nicholson, ha invitato 70 relatori da 35 paesi del mondo a discutere come fermare la tratta degli esseri umani. ”Sono albanese, ho 18 anni e sono arrivata in Italia quando ne avevo tredici – racconta in un ottimo italiano -. Avevo perduto i genitori e un ragazzo che credevo mi amasse mi ha portato in Italia, a Milano, con la prospettiva di trovare il benessere e una nuova vita; ero felice, al settimo cielo, e mi sentivo fortunata. Poi mi ha detto che doveva partire per un breve periodo e che mi affidava a un suo amico ed e’ cominciato un inferno”. Il fidanzato l’aveva venduta a un altro albanese che la costringeva a prostituirsi in un night dell’interland: aveva 13 anni e per un rapporto con una schiava-bambina i clienti pagavano cifre molto elevate. E’ stata venduta ancora, e portata nelle Marche, dove veniva fatta prostituire per strada. A 16 anni, divenuta proprieta’ di un siciliano, e’ stata chiusa per quasi due anni in un appartamento di Palermo, senza mai vedere la luce del sole, legata e costretta ai rapporti piu’ raccapriccianti. ”Sono stata salvata dalla polizia – ha spiegato – quando ha fatto irruzione in quella casa-prigione; poi don Oreste mi ha accolto. Ho sofferto tanto, so cosa e’ la passione di Cristo, ma ora so cosa e’ la Resurrezione; ho anni terribili alle spalle, ma sono libera, posso sperare e, spero, dimenticare”. Michela non aggiunge altro e lascia la parola agli autorevoli relatori, agli ambasciatori, al ‘ministro degli Esteri’ del Papa mons. Jean-Louis Tauran. Con le sue compagne, durante una pausa dei lavori, canta sotto il palco dell’aula magna, e ancora un drappello di loro canta e balla sulla piazza dove ha sede l’universita’ in cui hanno studiato tanti papi e una parte notevole della classe dirigente della Chiesa cattolica del mondo. In conferenza, ma anche a margine, don Oreste critica la proposta di istituire degli eros center, chiede la ”volonta’ politica” di affrontare un problema ”per il quale le leggi ci sono e basta applicarle”. ”Non si tratta di ripulire i marciapiedi – dice – ma di liberare degli esseri umani dalla schiavitu”’. Chiede di agire contro i ”magnaccia” e i clienti e di inserire nella legge sulla tratta ”la specificazione che va punito non solo il trafficante ma anche chi ‘usa’ la ‘merce’ trafficata”. Intanto loro, che dopo essere state ‘merce’ sono tornate persone, danzano sulla piazza sotto gli occhi curiosi di studenti e turisti.


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