Cultura

Prostituzione: la Caritas sul ddl governativo

Dignità della persona e bene comune, giustizia e educazione. Questi per la Caritas i giusti binari

di Redazione

?La sostanza del fenomeno non cambia: resta intollerabile a livello culturale e di rispetto della dignità della donna?. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, dopo il ddl contro la prostituzione in luoghi pubblici o aperti al pubblico, ribadisce con chiarezza le posizioni dell?organismo pastorale della Chiesa italiana. ?Non possiamo accettare che la prostituzione divenga reato a seconda del luogo in cui è esercitata – aggiunge Nozza ? e non dobbiamo dimenticare che la prostituzione sulle strade, quella che fa clamore, è collegata per l’80% allo sfruttamento sessuale di donne straniere, provenienti da vari Paesi, e costrette a prostituirsi?.Quindi diventa impellente riportare i termini della problematica innanzitutto nei giusti binari, quelli della giustizia e dell?educazione, con al centro la dignità della persona e il bene comune.
Questa proposta di legge giunge in un tempo in cui la prostituzione è diventata una delle forme più gravi di violenza e di schiavitù che penalizza Paesi in situazione di miseria e di povertà; in un momento in cui i percorsi e i progetti di protezione sociale e di liberazione delle donne vittime sono stati tagliati del 50%, come anche i progetti di cooperazione internazionale segnano una drastica riduzione; mentre i giovani si stanno accostando sempre di più al mondo della prostituzione e della pornografia; quando l?informazione, con messaggi continui e insistenti, lancia a sistema l?idea del corpo come ?merce?.
Guardando le mille storie di liberazione che sono nate negli oltre 200 servizi che le comunità cristiane in Italia, attraverso la Caritas, gli istituti di vita consacrata e altre realtà, la prima esigenza che una legge dovrebbe tutelare è l?incontro e l?ascolto con le ragazze che si prostituiscono per conoscere le ragioni di una storia di vita e costruire percorsi di protezione e di tutela della dignità della donna.
Una legge dovrebbe anzitutto favorire l?incontro e l?ascolto delle donne che si prostituiscono con operatori sociali, educatori che possano assistere, curare e tutelare le donne sole, sfruttate, vendute, andando oltre una ?discrezionalità? che salvaguarda solo le ragazze che favoriscono ?denunce significative?.
Guardando alla vita dei Paesi da dove provengono molte ragazze sulle nostre strade (Nigeria, Moldavia, Albania, Romania, Ucraina?) vediamo come povertà e miseria segnano le storie di molte famiglie, di molti minorenni. Queste ragazze e i loro mondi gridano giustizia, chiedono solidarietà.
Una legge dovrebbe costruire progetti di condivisione e di sviluppo dei Paesi del Sud del mondo e dell?Est europeo a favore del lavoro, dello studio e della pari dignità della donna, così da salvaguardare ragazze minorenni, donne e madri dall?ingresso in circuiti perversi di sfruttamento e di schiavitù o dall?umiliazione di perdere ciò che è parte importante di sé: il proprio corpo.
Guardando al ?mercato? della prostituzione e al mondo giovanile che lo accosta con sempre più frequenza, sembra importante che nei luoghi educativi, a partire dalla famiglia e dalla scuola, si ritorni a parlare del corpo come un ?segno? (d?identità, di riconoscimento?). La sottovalutazione e la sopravvalutazione del corpo genera ambiguità e perversioni.
Una legge dovrebbe favorire in termini educativi e culturali un?educazione all?affettività nelle scuole e un contesto di percorsi di informazione e formazione alle famiglie che favoriscano esperienze e relazioni mature e responsabili.
Guardando alle nostre città, alla solitudine di molte persone sulle strade e nelle case, occorre ripensare la vita non solo in termini urbanistici.Una legge dovrebbe investire di più sull?educazione alla cittadinanza attiva, che aiuti a pensare alla città più come ?luogo di vita? che come ?centro di scambi?, con un?attenzione non a ?usare? o a ?escludere? le persone costrette a entrare in meccanismi di sfruttamento e di violenza, ma con l?attenzione preferenziale per le persone in difficoltà.
Caritas Italiana auspica un largo dibattito e confronto tra le forze politiche e le realtà educative e sociali sul tema della prostituzione, per giungere a una proposta di legge che affronti il tema della prostituzione tutelando le persone, in termini educativi, sociali e politici, dentro un quadro europeo e attento agli attuali fenomeni di mobilità umana. ?Quello di custodire i valori e di trasmetterli ? conclude mons.Nozza – non è un optional per il cristiano, ma un appello urgente da far crescere dentro la storia quotidiana, tra i giovani e le famiglie?.

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