Formazione

Prostituzione: gli operatori di strada contro il governo

Al centro della disputa il ddl Fini/Prestigiacomo per la riforma della legge Merlin

di Redazione

L’eventuale approvazione del disegno di legge Fini-Prestigiacomo di modifica della Legge Merlin comporterebbe un aumento ”della possibilita’ pratica degli sfruttatori di segregare, minacciare e controllare le donne migranti coinvolte nella prostituzione”. E’ un severo atto d’accusa al nuovo ddl sulla prostituzione quello reso oggi in Commissione Giustizia alla Camera da una delle associazioni maggiormente attive contro la tratta e lo sfruttamento sessuale di esseri umani, la ”On the road” di Martinsicuro (Teramo), ramo del Coordinamento Nazionale Comunita’ di Accoglienza. Secondo gli operatori di strada, dall’approvazione del ddl deriverebbe anche una ”drammatica perdita di potere contrattuale delle persone che si prostituiscono, non solo nei confronti dello sfruttatore ma anche rispetto al cliente, al quale sara’ ancora piu’ difficile rifiutare eventuali richieste di rapporti non protetti o anomali”. Altre conseguenze sarebbero ”maggiori difficolta’ nel contatto fra le vittime dello sfruttamento e gli operatori”, ”la creazione di un doppio mercato della prostituzione, uno legale e uno illegale”, ”il potenziamento e la facilitazione dell’attivita’ criminale e il conseguente intralcio dell’attivita’ investigativa”. Nel corso dell’audizione, riguardante anche altre associazioni no-profit, i dirigenti di ”On the road” hanno anche denunciato come il ”faticoso lavoro” sul campo compiuto fin dai primi anni ’90 contro lo sfruttamento della prostituzione e il traffico internazionale di esseri umani ”sia stato pesantemente messo in crisi dalla nuova legge sull’immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini, che ha mostrato tutto il suo pernicioso potenziale proprio nei confronti delle persone che si prostituiscono, in quanto – e’ stato detto – in gran parte rappresentate da donne migranti prive di permesso di soggiorno”. E’ stato sottolineato come ”tali processi corrano il rischio di accentuarsi drammaticamente nel caso che il disegno di legge sulla prostituzione venisse approvato”. Sempre secondo gli operatori di strada, ”gli orientamenti emergenti da questo ddl appaiono ispirati a un approccio securitario e prevalentemente di ordine pubblico e a un’idea di stato etico e non laico: vengono trascurate del tutto le problematiche sociali legate al fenomeno e radicalmente ignorate le politiche sociali finalizzate a prevenire e reinserire”. Gia’ in un recente convegno promosso da ”On the road” a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) con associazioni no-profit ed enti pubblici, il ddl Fini-Prestigiacomo era stato giudicato capace di ”incentivare le varie forme di marginalizzazione e sfruttamento della prostituzione”, oltre che ”intollerabile nel suo assetto discriminatorio fra cliente e prostituta, di cui si suggerisce l’immagine di untrice e portatrice di disordine sociale”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA