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Prostituzione della cittadinanza. I paesi che si arricchiscono vendendo i passaporti

Malta, l'ultimo paese ad aver introdotto la vendita della cittadinanza, nel 2014 ha incassato 500 milioni di dollari. Per le casse dello stato, i Citizenship by Investment Program, sono un vero affare.

di Martino Pillitteri

Ogni anno, diverse migliaia di persone spendono un totale di 2 miliardi di dollari per aggiungere un secondo, o addirittura un terzo, passaporto alla loro collezione di cittadinanze. E magari senza neppure vivere nel paese di cui sono diventati cittadini.
I collezionisti di passaporti sono soprattutto ricchi arabi, russi, cinesi e africani che di fare la fila ai consolati per avere un visto per una conferenza, un viaggio di piacere o aprire un contro in banca, non ci pensano proprio.  E il loro numero, secondo lo studio legale Hanley & Partners ( specializzato in questo business)  è in continua crescita.

Ma se da un lato aumenta la domanda, dall’atro si adegua anche l’offerta. I governi che fanno cassa con la vendita della cittadinanza al miglior offerente, non sono più l'eccezione.
Il primo paese  ad aver introdotto un programma di vendita passaporti è Saint Kitts and Nevis (stato insulare dell'America Centrale) nel 1984.  Con un assegno di 250mila dollari destinato al governo, oltre al passaporto e alla bella vita ai Caraibi, i neo cittadini hanno diritto a spostarsi in altri 132  paesi  senza visti ne permessi.

Più competitiva l’offerta dello Stato di Dominica, altro stato insulare del Mar dei Caraibi. Per diventare cittadino basta  investire 100mila dollari e qualche piccola spesa  legale. In cambio, oltre il passaporto, free visa in 50 paesi.

Dal 2013, anche Antigua e Barbuda hanno formalizzato il Cip, il Citizenship by Investment Program. A differenza dei vicini di casa, per diventare cittadini di Antigua e Barbuda si possono donare 200mila dollari in un Fondo di sviluppo nazionale, fare un investimento di 400mila dollari nel settore immobiliare, oppure investire 1 milione e mezzo nell’economia del paese. L’unico obbligo è quello di rimare per 5 giorni all’anno in loco.

Il business della vendita di passaporti sta contagiando anche l’Europa. Cipro e Malta sono i primi paesi europei attivi in questo "mercato". Per diventare ciprioti ci sono tre opzioni: acquisto di un immobile del valore minimo di 500mila euro oppure sborsare di 2 milioni di euro al governo cipriota e non pensarci più.

L’ultmimo paese a far cassa con la vendita di passaporti è Malta. Da gennaio dello scorso anno, è possibile diventare maltesi pagando 650mila euro. L’anno scorso, vendendo passaporti, lo Stato maletse ha incassato 500 milioni di euro, il 16% del bilancio pubblico del paese.

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