Formazione

Prostitutzione: ieri lo sciopero delle schiave

Ecco un resoconto da parte del progeto "La ragazza di Benin City"

di Gabriella Meroni

Per cento ragazze nigeriane della nostra rete, vittime della tratta in Italia, il 25 novembre 2007 è stata una data importante: hanno dichiarato, infatti, uno SCIOPERO contro i trafficanti e contro le maman; contro i complici italiani; contro i clienti più beceri e violenti; contro i media che non danno voce alle vittime; contro quelle donne italiane che lottano per i loro diritti, ma non vedono che sono calpestati i diritti delle donne clandestine; contro quei politici che propongono di render libera, protetta e tutelata la prostituzione (“noi non siamo prostitute, siamo schiave”!); contro chi definisce la Bossi-Fini una buona legge (“è buona per i trafficanti, perché obbligandoci ad una denuncia che non possiamo presentare per evitare violenze alle nostre famiglie, di fatto ci lascia in mano ai trafficanti!).

Diranno NO a tutto ciò che le rende schiave. Circa 200 nigeriane sono state assassinate in Italia negli ultimi anni. Migliaia sono state massacrate di botte, centinaia sono finite in psichiatria. Isoke ricorda che “ogni africana stuprata è una bianca che la scampa”.

Nasce “Coscienza maschile”
Nella notte tra il 24 ed il 25 novembre 2007, in concomitanza con la Giornata contro le violenze sulle donne e con lo sciopero delle vittime della tratta, gli uomini del Progetto la ragazza di Benin City hanno vegliato per testimoniare simbolicamente il loro impegno contro le violenze sulle donne.

Da clienti-ex clienti-amici-fidanzati-mariti di vittime della tratta, ribadiscono che se è vero che i clienti possono esser considerati co-resposabili della tratta, è anche vero che la loro sensibilizzazione li può trasformare in risorsa attiva e concreta contro la tratta.

Gli uomini del Progetto la ragazza di Benin City hanno creato una rete che cerca di risolvere i problemi affettivi, sentimentali, relazionali, sessuali dei maschi che, a causa di questi, diventano ? appunto – clienti; e li affronta creando gruppi di auto-mutuo, ormai presenti in tutta Italia. E’ una esperienza unica in Italia e in Europa. Una esperienza non intellettualistica contro ogni tipo di violenza sulle donne, dalla quale prende ora avvio un movimento che ha preso il nome di Coscienza maschile e che intende partecipare al grande movimento di autocoscienza maschile, attivo e presente in Italia con diverse e sempre più conosciute denominazioni.

Contro le violenza sulle donne, bisogna prima di tutti liberare le donne ridotte in schiavitù per le quali, in riparazione di ciò che hanno subito, chiediamo DOCUMENTI SUBITO E SENZA CONDIZIONI e concreti progetti di inserimento sociale, scolastico e lavorativo: i diritti delle donne non possono esistere se sono addirittura prive di una identità e non avere identità significa non avere diritti ed essere esposte ad ogni forma di violenza.

Il comunicato completo e altre notizie sono su voceribelle.ilcannocchiale.it/

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