Non profit

Proposte per uscire dalla crisi

Il Forum, che vuole scrivere il suo Libro verde, ha presentato alcune idee per un nuovo Welfare

di Maurizio Regosa

Si è svolto, a Roma, presso la sede del Cnel, il convegno Come uscire dalla crisi: le proposte del Terzo settore. Nel corso della mattinata è stato presentato un documento di visioni e proposte che sarà oggetto di dibattito nei prossimi mesi (un confronto iniziato subito grazie agli interventi fra gli altri di Fausto Casini, presidente Anpas, Paolo Beni che guida l’Arci, Filippo Fossati presidente Uisp e Vannino Chiti, vicepresidente del Senato). Il documento lo potete scaricare cliccando qui a lato.L’obiettivo è scrivere un Libro verde del non profit.

Per un nuovo protagonismo

Dietro questa iniziativa c’è senza dubbio una rinnovata volontà di protagonismo sociale. Lo ha spiegato con chiarezza il portavoce del Forum, Andrea Olivero: in un momento difficile come l’attuale, nel quale il non profit è pressato dal costante aumento di richieste d’aiuto ma non ha più risorse, «occorre che tutte le organizzazioni del Terzo settore rafforzino il loro impegno, per una più efficiente ed efficace opera di innovazione della società». Come sollecita Benedetto XVI con la sua Enciclica Caritas in Veritate. Come richiedono le accresciute disuguaglianze sociali. Come raccomanda il bisogno di tenere coeso e unito un paese attraversato da troppe disomogeneità e tuttavia convintamente fiducioso nel ruolo del non profit (secondo una recente analisi dell’Eurispes, il 70% degli italiani ha fiducia nel Terzo settore; una percentuale superiore a quella attribuita a carabinieri e forze dell’ordine e uguale a quella del presidente della Repubblica).

Serve un nuovo Welfare

Ecco dunque le organizzazioni che si riconoscono nel Forum presentare, attraverso Paola Menetti (coordinatrice della Consulta Welfare del Forum  e presidente Legacoopsociali) le loro proposte, che partono dalla necessità di «costruire un nuovo equilibrio fra la dimensione individuale e collettiva del vivere civile, recuperare la consapevolezza dell’interdipendenza dei destini umani, del nesso fra libertà e sicurezza reciproca». «Serve un nuovo welfare», spiega incisivamente il documento. Un Welfare che sappia mettere al centro la persona, i suoi diritti, la sua responsabilità, che riconosca alla famiglia il suo ruolo e la sostenga, che sia «promozionale e delle opportunità» (e che correli le politiche ad obiettivi di equità, giustizia ed inclusione). Non a caso, tra le priorità indicate dal Forum, la necessità di personalizzare le risposte salvaguardando l’universalità; la definizione dei Livelli essenziali di assistenza (i Lea) e di assistenza sociale (Liveas); lo sviluppo di una robusta rete di servizi accessibili in un’ottica di piena sussidiarietà, e che affronti gli squilibri e gli sprechi della spesa sociale italiana per raggiungere una maggiore efficacia.  Temi che saranno approfonditi nel corso di un dibattito che dovrebbe portare a un Libro verde e di cui il non profit discuterà anche nei prossimi Stati generali del Terzo settore (si svolgeranno a Roma, il 4 e 5 dicembre prossimi)

La reazione della politica

Si delinea dunque un salto di qualità nel Terzo settore che ribadisce la sua competenza progettuale e la sua attitudine a cogliere i bisogni allo stato nascente, ma chiede di essere considerato non uno strumento operativo bensì un soggetto in grado di partecipare alla progettazione degli interventi. Una richiesta rispetto alla quale il ministro del Lavoro si è dichiarato disponibile, sottolineando come il dibattito sollecitato a proposito del Libro bianco andasse proprio in questa direzione. «Costruire i nuovi servizi di Welfare nel dopo crisi», ha aggiunto Maurizio Sacconi, «non vuol dire razionare le risorse ma razionalizzarle. È un’operazione che può essere fatta in tempi anche rapidissimi».

 

 

 


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