Welfare

Proposta di Asgi e Anp contro il blocco

Per le due organizzazioni la situazione attuale non è imputabile alla vicenda giudiziaria

di Antonietta Nembri

Di fronte al possibile blocco dell’avvio al Servizio Civile Nazionale (vedi qui) per i volontari selezionati a seguito della decisione del tribunale di Milano Asgi (Associazione studi Giuridici sull’Immigrazione) e Apn (Avvocati per niente) lanciano una proposta per «contemperare le esigenze dei volontari prossimi alla partenza con la parità di trattamento, prevedendo l’apertura definitiva del servizio civile agli stranieri a partire dal prossimo bando».

Asgi e Apn sono, del resto, le associazioni che hanno promosso il ricorso e in merito alla sentenza osservano che: «Il Tribunale, interpretando correttamente le vigenti norme di legge alla luce delle norme costituzionali e internazionali, ha ritenuto che esse non consentano l’esclusione degli stranieri dalle selezioni al Servizio Civile, affermando l’ illegittimità della disparità di trattamento sulla base della cittadinanza» inoltre che «Il giudice, in base alla legge, non poteva, quindi, che assumere tutti i provvedimenti necessari per ripristinare al più presto la parità di trattamento violata».

Per le due associazioni, inoltre, la responsabilità della situazione che si è sviluppata in seguito «non è certamente imputabile alla vicenda giudiziaria. L’amministrazione avrebbe ben dovuto redigere il bando secondo costituzione, come richiesto da tempo dalle associazioni e una decisione sul punto poteva e doveva essere presa dalla politica ben prima. Quando ciò non accade è inevitabile che, specie se il problema riguarda il diritto fondamentale alla parità di trattamento, intervenga sul punto la magistratura, cui il sig. Syed si era peraltro rivolto già dal mese di ottobre».

Secondo Asgi e Avvocati per niente una «soluzione può essere trovata anche in tempi celeri, al fine di contemperare le esigenze relative all’immediato avvio dei progetti già approvati e il principio della parità di trattamento. In particolare, poiché la legge prevede la possibilità di un “piano di rimozione della discriminazione” anche secondo passaggi graduali, da definirsi in accordo tra le parti, ben potrebbe convenirsi su una apertura definitiva del servizio civile agli stranieri dal prossimo bando».

E concludono: «Le associazioni che hanno promosso il ricorso, e il signor Syed hanno già ripetutamente dichiarato in questi giorni la loro disponibilità, ferma restando la salvaguardia di quel principio di non discriminazione che il Giudice di Milano ha affermato essere valore portante dell’ordinamento italiano».


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