Welfare

Pronto soccorso: un’app individua i volontari più vicini

Sviluppata per offrire assistenza nelle aree in cui mancano le ambulanze, CriticaLink forma volontari per il pronto soccorso e, grazie ad un’app permette di contattare quelli che si trovano più vicino, in caso di incidente

di Ottavia Spaggiari

Un’app che salva la vita nei luoghi in cui mancano le ambulanze. E’CriticaLink, la piattaforma sviluppata dalla dottoressa americana Jennifer Farrell, per riuscire ad offrire assistenza nelle aree in cui ancora non esistono i servizi di pronto soccorso. Ideato da Farrell, dopo un viaggio a Dacca, in Bangladesh, CriticaLink, permette alle vittime di incidente, o ai testimoni, di localizzare e chiamare sul posto ai volontari, con le competenze mediche adeguate, che si trovano più vicini.

“Se un autobus colpisce un risciò, l’app permette di fare una foto, inviarla ed essere automaticamente geolocalizzato, la foto viene poi ricevuta da un call center locale che invia i soccorsi”.  I volontari ricevono una notifica su cellulare con una mappa del luogo in cui l’incidente è avvenuto,  e altri dettagli importanti. Se possono aiutare, danno conferma, spingendo un bottone e danno una notifica ulteriore, una volta arrivato sul luogo dell’incidente. L’app permette anche di contattare altri volontari e di individuare il percorso più rapido per arrivare all’ospedale più vicino.

Farrell ha creato l’app, dopo aver essere lavorato per un progetto di formazione dei soccorritori ed essersi resa conto delle difficoltà logistiche di coordinamento, per permettere ai volontari di raggiungere il luogo dell’incidente.

“Abbiamo formato circa 1,500 persone.” Ha dichiarato Farrell, al magazine Fastcompany. “Un buon risultato, ma provengo da una generazione che sta davvero cercando di massimizzare l’impatto. I volontari mi chiedevano come potevano utilizzare concretamente le competenze che avevano acquisito.” Così è nato CriticaLink.  

Dopo il crollo del Rana Plaza, a Dhaka, i volontari formati durante il corso di pronto soccorso, si erano organizzati su Facebook, e via sms, per aiutare le vittime. Eì così che Farrell ha capito che la tecnologia poteva essere utilizzata per sviluppare un sistema per mettere in contatto i volontari con gli incidenti.

“Le ambulanze non esistono,” ha spiegato Farrell. “Ci sono dei servizi di ambulanze private che non hanno però del personale medico professionale.”

I volontari attivati dall’App, sono anche formati per offrire assistenza ai pazienti, una volta arrivati in ospedale, dove i medici spesso non sono stati formati ad eseguire le procedure necessarie per il pronto soccorso.

“C’è un enorme disponibilità al volontariato, qui a Dacca e anche la rete telefonica è buona, queste due cose rendono il progetto possibile”. Ha detto Farrell.

CriticaLink è stato lanciato come progetto pilota lo scorso novembre, dopo una lunga fase di progettazione, ma la fondatrice spera di riuscire a esportare il modello anche in altre parti del mondo.

“Una volta che abbiamo messo a punto il sistema, vorrei portarlo in altri paesi. In Kenya e in Nepal, ad esempio, ma anche negli Stati Uniti. Molti sistemi di gestione dell’emergenza funzionano ancora con la trasmissione delle informazioni via radio. Penso che ci sia spazio per incorporare questa tecnologia.”

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