Cultura

Pronto il regolamento contributi

Giudizio negativo da Mediacoop

di Redazione

E’ pronto il regolamento per il riordino dei contributi all’editoria. Dopo i pareri delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato, il Dipartimento per l’editoria della Presidenza del Consiglio, guidato da Elisa Grande, ha provveduto alla sua riformulazione e in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri sara’ all’ordine del giorno per l’approvazione definitiva.

Il testo del nuovo regolamento, che l’agenzia Asca ha ottenuto in anticipo, «e’ ovviamente basato sulla legislazione esistente – si legge nel lancio dell’agenzia – ma introduce maggiore rigore nella concessione dei contributi, vincolati alle effettive vendite di giornali e periodici, introducendo tuttavia elementi di incertezza nella gestione delle imprese editoriali, sin qui in grado di conoscere in via presuntiva la dimensione del sostegno di cui potevano godere da parte pubblica».

Negativo il parere di Mediacoop, l’associazione nazionale delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione: «è grave che il regolamento stabilisca un regime diverso per i giornali di partito, ancorati alle vecchie regole, restando per loro, al fine dei contributi, il riferimento – per altro censurato dallo stesso Consiglio di Stato- alla tiratura e non alla diffusione e non prevedendo  alcun rapporto tra diffusione e vendita. Resta, inoltre, la difficoltà di comprendere il fatto che nel Regolamento non sia stata accolta la proposta avanzata da Mediacoop – si legge nel comunicato di Media coop – di introdurre un ulteriore tetto ai contributi, legato al numero dei giornalisti dipendenti, che avrebbe consentito un ulteriore risparmio per le casse dello Stato ed incentivato l’occupazione. Del tutto inutile, se non dannosa, l’abolizione del tetto (30%) per la pubblicità ai fini dell’accesso ai contributi. Mentre ciò non incide affatto sulle discriminazioni operate dal mercato nei confronti dei giornali di idee, non profit e di partito, dall’altro passa sotto silenzio la vera causa delle difficoltà di tale editoria cui cerca di mettere riparo il sostegno pubblico. Desta sconcerto e sorpresa, infine – coclude il comunicato – il fatto che non siano state recepite le puntuali e specifiche modifiche, unanimemente richieste dalla Commissione Cultura della Camera come condizione per un parere favorevole sulla proposta di Regolamento».

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