Politica

Pronto il decreto attuativo per il reddito di inclusione

Annunciato per il mese di maggio, il decreto attuativo del REI dovrebbe arrivare nei prossimi giorni sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Si fa molto vicino l'avvio concreto della prima misura nazionale contro la povertà. Rafforzati i servizi sociali e la connessione con le politiche attive del lavoro

di Sara De Carli

Il REI sta per diventare operativo. Il testo del decreto attuativo del Reddito di Inclusione «è pronto, dovrebbe andare nei prossimi giorni in Consiglio dei Ministri. C’è stato un dialogo continuo fra Governo e Parlamento, tanto che l’iter parlamentare potrà durare meno dei 30 giorni previsti, ci siamo impegnati a dare un parere in tempi più brevi»: così Annamaria Parente, senatrice Pd, anticipa l’imminente conclusione dell’iter legislativo della prima misura nazionale di contrasto alla povertà assoluta.

Il Governo lo aveva annunciato per maggio, scrivendo nero su bianco nel DEF una data (aveva specificato che «arriverà a maggio 2017» la «normativa di attuazione della Legge delega n. 33/2017 per il contrasto alla povertà»). Prima di Pasqua Gentiloni e Poletti avevano firmato con l’Alleanza contro la Povertà il "Memorandum sull’attuazione della Legge Delega di contrasto alla povertà" che definiva gli precisi impegni che il Governo si assumeva nel disegnare il REI-Reddito di Inclusione e il Piano contro la Povertà. I sette punti del Memorandum costituivano quindi la traccia concreta del decreto attuativo ora in arrivo. «I criteri di accesso sono quelli indicati dalla legge delega e dal Memorandum, l’universalità sarà raggiunta gradualmente ma è un obiettivo esplicito, subito si copriranno le famiglie con figli minori», conferma la senatrice.

Sono tre per lei le questioni fondamentali del decreto attuativo. La prima è l’aver legato fortemente il REI con il lavoro: «l’attuazione, confermando l’indirizzo della delega, dice che il Rei non è un reddito ma una misura strettamente collegata al lavoro, tanto che il progetto personalizzato previsto diventa patto di servizio nel caso in cui all’analisi della situazione fatta con i servizi sociali emerga che la mancanza di lavoro è la causa principale del disagio», spiega Parente. Un secondo punto riguarda il rafforzamento dei servizi sociali: «nella mia relazione avevo rivolto un forte appello al Governo su questo: una parte del fondo è attribuita agli ambiti per rafforzare i servizi sociali» (era previsto nel Memorandum, che introduceva come novità rispetto alla delega una linea di finanziamento strutturale per i servizi, tale per cui una quota del Fondo – non meno del 15% – deve andare ai territori per finanziare l’introduzione della componente “servizi” del REI, ndr). Infine, «anche nell’attuazione pratica occorre esaltare il metodo di lavoro utilizzato fin’ora, di apertura e dialogo continuo con le parti, a cominciare dall’Alleanza contro la Povertà. È stato un metodo importante per la costruzione della legge delega prima e del decreto ora, per questo si prevedono luoghi dove continuare il dialogo». Il prossimo passo, oltre ovviamente al passaggio parlamentare per i pareri? «Le linee guida per la valutazione multidisciplinare del REI».

Foto Thomas Malama /Unsplash


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