Cultura
Pronta l’accoglienza in Indonesia per i profughi “Tampa”
Resta ancorato all'isola di Christmas il mercantile carico di profughi rifiutati dall'Australia: l'eccesso di peso rende impossibile proseguire la navigazione.
Giakarta si è detta pronta ad accogliere “per motivi umanitari” i 434 profughi salvati dal naufragio dal mercantile norvegese “Tampa” e rimasta ancorata a 1400km largo della costa occidentale australiana a seguito della mancata autorizzazione allo sbarco da parte delle autorità di Sidney.
Ma la nave non può salpare
A rendere ancora più drammatica la situazione è arrivata la comunicazione del proprietario della nave, l’armatore Wilh Wilhelmsen, che ha spiegato l’impossibilità di affrontare la navigazione con tanti passeggeri a bordo, essendo il mercantile progettato per trasportare 30-40 persone.
I profughi, molti dei quali stanno facendo lo sciopero della fame, avevano minacciato di gettarsi in mare se la nave avesse lasciato le acque australiane, ed ora la tensione sull’imbarcazione cresce di ora in ora.
“Molte persone a bordo – ha spiegato all’agenzia Reuters Mohammad Ali Afghani, un insegnate afghano in cerca d’asilo che fa da portavoce per i disperati della Tampa – sono state in prigione e vengono perseguitate nel loro Paese: non hanno nessuna speranza”.
“Temo – ha proseguito il profugo – che possano compiere qualche gesto disperato, perché la tensione a bordo è davvero molto alta”.
Il capitano della nave, Arne Rinnan, ha fatto sapere che il suo equipaggio composto da 27 persone è completamente disarmato e non è preparato a fronteggiare episodi di violenza. “Non abbiamo armi a bordo. Questa – ha detto – non è una nave da guerra. Ai primi segnali di violenza, ci chiuderemo a chiave nelle nostre cabine. Siamo marinai, non combattenti”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.