Welfare

«Prometto di non suicidarmi»

Di nuovo sotto accusa la fabbrica cinese che lavora per i big dell'Informatica come Apple, HP e Sony

di Redazione

Allora, Mr. Jobs, ha mantenute le promesse fatte a suo tempo per migliorare le condizioni di vita e i diritti dei lavoratori in Cina dove assembla i suoi iPhone e iPad? A leggere il resoconto della associazione non profit Sacom, Students & Scholars Against Corporate Misbehaviour sembrerebbe proprio di no.

Nel corso delle visite effettuate tra marzo e aprile ad alcuni stabilimenti cinesi della Foxconn, il gigante hi-tech dell’assemblaggio di cellulari, Sacom ha infatti potuto verificare come la situazione è rimasta sostanzialmente invariata. Nulla di nuovo, insomma, rispetto a quando l’azienda di Cupertino era finita nell’occhio del ciclone per alcuni suicidi avvenuti presso il proprio fornitore cinese a causa – si era appurato – delle condizioni di lavoro.

Ironia della sorte, forse, proprio nel giorno in cui il marchio Apple ha superato quello di Google nella classifica mondiale del brand più conosciuti e remunerativi, è giunta la notizia che a Shenzhen, come nella città di Chengdu o Chongqing le promesse di Mr. Apple sono state disattese: a tutt’oggi si nascondono ai neoassunti particolari sul salario, sui benefit e sul luogo di lavoro. Gli straordinari non vengono pagati e molti dipendenti continuano a lavorare fino a 100 ore in più al mese. Ancora si segnala la mancanza di protezioni adeguate contro l’esposizione a polveri tossiche e le informazioni date sui prodotti chimici usati sono carenti. E, nonostante le richieste di Apple di procedure trasparenti e non punitive, non è ancora possibile sporgere rimostranze ai superiori.

Sacom denuncia inoltre che in alcuni campus si fa tuttora ricorso all’uso dei cosiddetti patti di non-suicidio. In altre parole lettere in cui i dipendenti si impegnano a non farsi male deliberatamente e promettono di non chiedere remunerazioni aggiuntive in caso di incidenti e in cui si spiega che anche le loro famiglie non avranno maggiori introiti se i dipendenti decideranno di togliersi la vita. Per ora, dalla Apple non si registrano commenti. Va inoltre detto che il gigante Foxconn lavora per molti altri big della new economy come HP, Sony, Motorola, Nokia e Dell.

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