Non profit

Profughi, morire di indifferenza

Soccorsi tardivi, eroismi, cinismo: che ci sta succedendo?

di Franco Bomprezzi

Mentre le prime pagine dei quotidiani sono inondate dalle cronache di una brutta giornata parlamentare, culminata nel voto a favore della prescrizione breve, con una velenosa coda di accuse, urla e insulti, il dramma dei profughi dal Nord Africa continua senza tregua, e i giornali, in qualche modo, sono costretti a continuare a occuparsene.

Un drammatica foto a centro pagina sulla prima del CORRIERE DELLA SERA ci riporta bruscamente alla realtà degli sbarchi: “Il sogno delle donne spezzato sugli scogli” è il titolo che annuncia il pezzo dell’inviato Goffredo Buccini. I servizi alle pagine 10 e 11. Il lungo reportage di Buccini prosegue infatti a pagina 11: “Il piccolo Viani salvato dal carabiniere e la mamma persa sulla scogliera”. Scrive l’inviato del CORRIERE, a proposito dell’eroismo dei carabinieri:  “Il carabiniere scelto Lo Giudice diventerà forse il simbolo di questo dramma, ma non è l’unico eroe della giornata. Ci sono i suoi quattro commilitoni della caserma di Pantelleria, il loro maresciallo Liccardi, ci sono i marinai della Capitaneria di porto, i finanzieri che tanti poveretti hanno già salvato con gli elicotteri, i pompieri, i poliziotti, gli infermieri delle ambulanze, i sub, e poi i cittadini qualsiasi, quelli che accorrono alla spiaggia dal porto, perché dopo gli slogan e i dibattiti questo strano Paese trova sempre il coraggio di aiutare, la forza di non chiedere nulla e di tuffarsi. Il comandante Vittorio Alessandro, un ufficiale di Marina esperto e saggio, racconta con misura: «Oggi è un giorno di dolore e di lutto per noi, alla Guardia costiera: perché abbiamo perso due vite, e dicono ci sia un disperso. Però, quando ne salvi 190, significa che tutti hanno fatto a gara di generosità» . Davvero non è l’unico, il carabiniere scelto Mimmo. Andrea Oddo ha 59 anni, fa il costruttore, era a Pantelleria per lavoro. A lui dobbiamo il filmato terribile e straordinario che ha documentato la tragedia e che bisognerebbe mostrare nelle scuole, per spiegare ai nostri ragazzi con chi la politica sta facendo la faccia feroce: «Mai vista una cosa così, e ne ho viste tante» , dice: «Strillavano chiedendo aiuto, si sbracciavano, si buttavano, tenevano in braccio i bambini piccoli. Ho pianto e ancora mi viene da piangere. Ma i nostri, tutti, sono stati straordinari, e più di tutti i carabinieri, scrivilo cosa hanno fatto, nessuno s’è spaventato, nessuno ha badato al pericolo» . Andrea è la voce che si sente nel filmato, quella voce che vorrebbe «adottarli tutti» , fare italiani tutti i bambini sopravvissuti. In un mondo decente, pensa, quei bambini sono tutti nostri”. La vicenda diplomatica, la contesa sui rimpatri, è raccontata invece a pagina 10, da Virginia Piccolillo: “Maroni: permessi validi o salta il patto di Schengen”. Ecco il passaggio fondamentale: “Il ministero dell’Economia fornirà al fondo della Protezione civile 110 milioni di euro da distribuire alle Regioni per l’emergenza immigrati. E due milioni e mezzo per i permessi. Con quelli «le persone identificate potranno circolare liberamente» assicura Berlusconi, citando la commissaria Ue Cecilia Malstrom. Glissa però sui requisiti richiesti, ribaditi anche da lei: documenti di identità validi e risorse sufficienti per vivere durante il soggiorno. Niente risorse, nessuna accoglienza. Lo dice chiaro il ministro dell’Interno tedesco, Hans-Peter Friedrich, l’Italia «non è sovraccarica» . E Guenter Krings, collega di partito nella Cdu di Angela Merkel, parlando di «metodi mafiosi» in «stile ricattatorio» . D’accordo Parigi che rinforza con agenti antisommossa le frontiere. E Bruxelles che in una nota del sottosegretario di Stato, Melchior Wathelet, avverte: reintrodurrà «rapidamente i controlli alle frontiere» . Una linea di chiusura totale nei confronti dei tunisini sbarcati che provoca la reazione del ministro Maroni e la minaccia del ministro Umberto Bossi di boicottaggio dei prodotti francesi. E tuttavia non è dissimile da quella leghista. Dopo Roberto Castelli, anche l’europarlamentare Francesco Speroni sciocca: «Quando i nostri pescherecci, disarmati, si avvicinano alle coste della Tunisia vengono mitragliati. Usiamo lo stesso metodo» . «Frasi razziste» accusa la capogruppo pd Anna Finocchiaro. Mentre l’Idv ironizza: «la Lega spara sì, ma solo cavolate»”. Infine una bella riflessione di Isabella Bossi Fedrigotti, nello spazio delle Opinioni, a pagina 55: “Le donne su quelle barche testimoni di una speranza fragile”. Scrive: “E’ una storia minore, di piccoli numeri e poche certezze, quella delle donne arrivate sulle barche, dentro la grande epopea dei boat people approdati sulle nostre coste negli ultimi trent’anni, una storia che difficilmente farà letteratura, ma che non per questo è meno significativa. Ci rivela infatti che i barconi non ci portano soltanto – come spesso si legge –  esseri umani disposti a tutto, tali, dunque, se in grandissimo numero, da farci inevitabilmente paura, ma anche uomini e donne ansiosi di giorni tranquilli, di riparo, chissà, di focolare, si vorrebbe quasi dire”.

 “Profughi, tragico sbarco a Pantelleria Maroni: via ai permessi o salta Schengen”: anche LA REPUBBLICA sceglie la foto-notizia in taglio centrale per riferire l’ennesima sciagura: poco dopo l’alba, un barcone con 165 persone finisce sugli scogli a pochi metri dalla riva. Sono morte due donne, c’è un disperso. Inutili per loro i soccorsi prestati dai carabinieri che pure hanno salvato molte vite: «quando ho visto quella bolgia umana in mare, un mare che li stava uccidendo, non ho avuto un attimo di esitazione, è stato istintivo, mi sono subito tuffato», così Mimmo Lo Giudice, carabiniere 30enne. Nel suo racconto, Francesco Merlo parla di «capitani coraggiosi d’Italia»: «altro che fora dai bal! I carabinieri e i finanzieri che ieri si sono gettati nelle acque agitate di Pantelleria… non è vero che si sono limitati a fare il loro dovere…Nello sfinimento del salvatore c’è una magnifica generosità di cuore ma anche di testa, una generosità che è tanto più valorosa e meritevole proprio perché è adeguata, è efficace, disciplinata e intelligente». Al di là della generosità di questi uomini, c’è un’accusa pesante alla Guardia Costiera. La lancia il comandante del peschereccio che ha chiamato proprio la Guardia nel pomeriggio di martedì: «perché non sono intervenuti subito? Perché sono passate 15 ore prima che li soccorressero?». Sul fronte politico, la polemica con l’Europa continua con affermazioni a dir poco deliranti: Speroni invita a «mitragliare i barconi» («spesso quando i nostri pescherecci si avvicinano alle coste della Tunisia vengono mitragliati. Usiamo lo stesso metodo»). Parole che, sottolinea giustamente Vladimiro Polchi, accentuano l’isolamento dell’Italia. Maroni insiste sulla linea permessi brevi, spalleggiato da Berlusconi. La Francia, con Marine Le Pen, chiede la sospensione di Schengen, il Belgio ripristina i controlli alle frontiere. A Sampierdarena, intanto, è stata piazzata una molotov davanti a una scuola destinata ad accogliere decine di migranti. Ritrovati anche un paio di striscioni con la parola “Invasione” (rivendicati dal Fronte Skinheads veneto).

Due le pagine dedicate da IL GIORNALE. Nella prima Paolo Bracalini firma “Bossi va alla guerra del camembert ma frena sulle armi”. «Il capo della Lega, dopo essersi sentito con Maroni, fissa l’ordine del giorno leghista: calma e prudenza, soprattutto con i cosiddetti ribelli libici, perchè non si sa come andrà a finire laggiù, e “noi abbiamo il problema del gas e del petrolio”. Quindi, dice Bossi, “io sarei più cauto, dobbiamo trattare con chi vince in Libia”, ma quando sarà ben chiaro chi è il vincitore. Stessa preoccupazione che nutre il ministro dell’Interno, “d’accordo al 200% con Bossi” anche sui contatti con i ribelli. La Lega continua ad essere molto scettica sull’intervento in Libia, anche perché “la nostra Costituzione dice che non possiamo bombardare” ripete il leader padano. Il principale accusato è l’Europa, doppiopesista ed egoista secondo gli uomini del Carroccio. Anche qui Bossi si incarica di abbassare i toni, dicendo che “anche l’Europa si sta muovendo”. Non abbastanza però, «basterebbe che mettessero le navi davanti alla Tunisia, qualcosa devono fare», qualcosa che ancora non hanno fatto». Il giornalista aggiunge «Al top delle antipatie leghiste c’è la Francia, colpevole due volte sulla Libia: interventista (per gas e petrolio) e poi egoista (sull’accoglienza degli immigrati). Tanto che, per Bossi, diventa “giusto boicottare i prodotti francesi, visto che anche i francesi hanno boicottato il latte padano. Chi la fa l’aspetti…”».
A lato una serie di fotografie del drammatico sbarco a Pantelleria durante il quale, dopo che la barca si è incagliata, sono morte due donne. Nella pagina successiva Salvo Mazzolini firma “Un’altra crepa nell’egoismo europeo: i liberali tedeschi sulla linea italiana”. «Seppure lentamente e con ritardo il muro eretto dall’Europa davanti al dramma degli sbarchi di Lampedusa va sgretolandosi. E aumentano le voci di chi si rende conto che l’Italia non può essere lasciata sola ad affrontare l’emergenza profughi sia per ragioni umanitarie sia perchè il problema, in mancanza di una politica ampiamente condivisa, rischia di avere conseguenze destabilizzanti per tutti». Infatti in Germania «la linea di chiusura assunta dal ministro dell’Interno Hans-Peter Friedrich, per il quale ciò che avviene a Lampedusa non deve coinvolgere l’Europa, è contestata non solo dall’opposizione ma anche da uno dei due partiti della coalizione governativa di Angela Merkel, il partito liberale». Ma anche «a Bruxelles lo scenario va cambiando. Il presidente della Commissione Europea Barroso, volato a Tunisi per esercitare pressioni sul governo tunisino, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera che lo sbarco di oltre 20 mila migranti in un’isola di seimila abitanti suscita preoccupazioni che riguardano tutti i paesi europei e richiedono un approccio comune. E sulla stessa linea il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy per il quale l’Unione deve aiutare maggiormente i Paesi del Mediterraneo a fronteggiare l’immigrazione illegale».

Su IL MANIFESTO  una lunga didascalia accompagna in prima pagina l’immagine del naufragio di Pantelleria accanto al titolo di apertura “Odissea all’alba”: «Invisibili anche se sotto l’occhio delle telecamere. Invisibili agli occhi della Nato. Un altro tragico naufragio di migranti, con due ragazze annegate, non commuove l’Italia e l’Europa: il leghista Speroni propone di sparare ai barconi, la Francia sigilla le frontiere, nessuno pensa a un corridoio umanitario per i profughi. Ma la testimonianza al manifesto di uno degli scampati a una strage al largo della Libia racconta qualcosa di più agghiacciante. Le forze atlantiche inviate a “proteggere i civili” avrebbero omesso di soccorrere una barca che affondava: “Siamo sopravvissuti in nove. In 63 sono morti davanti ai nostri occhi. Le navi militari ci passavano davanti e non ci aiutavano”. L’odissea non è finita, nel Mediterraneo è ancora notte fonda». Nella vignetta di Vauro intitolata “Pantelleria: annegate due immigrate” si vede un esponente leghista con un fucile che dice «Due pallottole risparmiate!». Alle pagine 2 e 3 gli articoli legati al tema che si aprono proprio sul racconto dei sopravvissuti al naufragio di eritrei in mezzo alle navi della Nato “La Nato dov’era?” il titolo dell’articolo. Scrive Stefano Liberti: «(…) Dopo l’imposizione della no-fly zone sulla Libia da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, quella zona di mare è diventata una delle più militarizzate del mondo: ci sono le navi da guerra di vari paesi dell’Alleanza Atlantica che vigilano sullo spazio d’interdizione aerea decretata dalla risoluzione 1973. (…) Possibile che le forze dell’Alleanza atlantica non siano riuscite a vedere per quindici giorni che c’era un gommone alla deriva, con un carico di migranti in difficoltà? Yohannes sostiene che le navi li osservavano da lontano, ma che non sono mai intervenute in loro soccorso. (…)». A pagina 3 in un piccolissimo box si dà notizia di “Flussi inversi” sul confine italo-francese «Flussi migratori invertiti al confine italo-francese di Ventimiglia. Per la prima volta da diverse settimane, infatti, a ponte San Luigi e a ponte San Ludovico sono stati maggiori i respingimenti dell’Italia nei confronti degli stranieri provenienti dalla Francia. Nelle ultime 24 ore in 32 sono stati rispediti in Francia, mentre quelli costretti a fare il viaggio inverso sono stati una decina. I controlli della gendarmerie, al momento, sono regolari e alla frontiera non c’è ancora traccia dell’annunciato arrivo dell’esercito d’oltralpe». A piè di pagina invece Luca Fazio firma un articolo dedicato al leghista Francesco Speroni che «vuole mitragliare gli immigrati prima che affoghino». «Speroni Francesco. Eurodeputato della Lega. Chiunque abbia visto una sua foto, se dotato di un minimo di umana comprensione, potrebbe incorrere nell’errore di perdonarlo ogni qual volta apre la bocca. Ma siccome non è il caso di scomodare una teoria razzista per attaccare un razzista, allora non bisogna cadere nella tentazione lombrosiana di giudicare i comportamenti degli esseri umani a partire dalla loro configurazione anatomica. Lui, come altri del suo partito (Castelli, Calderoli, Bossi… ) è sempre libero di dire ciò che vuole e chi continua a scandalizzarsi dovrebbe tenere bene in mente quel Voltaire che si sarebbe battuto fino alla morte per permettere a chiunque di esprimere le proprio idee. (…)» dopo aver descritto la “sparata” di Speroni a Radio24 e le prese di posizione delle opposizione che parlano di «istigazione alla violenza» conclude: «Per Massimo Donadi dell’Idv i leghisti che vogliono sparare «sparano solo cazzate». Un po’ è vero, se può essere di consolazione…».

Oltre ad un piccolo richiamo in prima “Frattini: Ue egoista sugli immigrati” IL SOLE 24 ORE dedica un’intera pagina (la 15) al tema immigrazione. “L’egoismo Ue è contro Lisbona” il titolo del pezzo firmato da Carlo Marroni. Un’intervista in cui il ministro degli Esteri parla del caso a tutto tondo. Dopo aver sottolineato come «è forte la delusione sulla posizione europea, la ritrosia e l’egoismo del Consiglio va contro lo spirito del trattato di Lisbona», il ministro sottolinea come sia fondamentale «rafforzare la collaborazione con la Tunisia, i pattugliamenti vanno avanti e pure i rimpatri, sono stati arrestati dei trafficanti. Ma le politiche interne dei paesi fanno prevalere gli egoismi nazionali», aggiungendo che « lo ha detto anche il segretario di Stato vaticano, cardinale Bertone, e anche il quotidiano della Cei, Avvenire, ha parlato di vergogna dell’Europa. Quindi come si vede non siamo isolati». Ma non solo. Il ministro ha parlato dei rapporto con la Francia, «la collaborazione va rafforzata sul serio, la politica non può essere affidata al botta e risposta di qualche prefettura francese di confine», di Lega «nel governo c’è unità di intenti, magari Bossi sintetizza un po’ i concetti» e della guerra a Gheddafi, dopo aver assicurato che l’Italia non bombarderà, ha aggiunto che c’è un rischio «se oltre il cessate il fuoco non si va verso la riconciliazione nazionale e l’esilio di Gheddafi si corre il rischio divisione. Con la cessazione del conflitto e basta si andrebbe verso il consolidamento dello status quo e la fissazione di una frontiera interna fatta di carri armati». Di spalla spazio al Presidente della Repubblica che nel pezzo di Dino Pesole “Napolitano: senza l’Europa staremo peggio” ripete l’invito ad abbassare i toni e sottolinea l’importanza dell’Unione. Più in basso “Berlusconi: permessi validi, c’è l’ok europeo” a firma di Marco Ludovico. «c’è una “collaborazione assolutamente piena da parte europea, la Commissione ha certificato che il permesso di soggiorno temporaneo funziona, identifichiamo le persone e se non ci sembrano pericolose potranno girare in Europa”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, annuncia un cambio di atteggiamento dell’Unione europea nei confronti delle scelte italiane sull’immigrazione, a cominciare dai permessi di soggiorno temporanei in via di assegnazione ai tunisini presenti nelle tendopoli, stimati in circa 10mila unità». Più in basso la cronaca del naufragio sulle coste pantesche in cui hanno perso la vita due donne.  

“Morire sulla spiaggia d’Italia” è il titolo di apertura di AVVENIRE sulla tragedia a Pantelleria. All’interno quattro le pagine sull’emergenza immigrazione che cominciano con le “traversate fai da te” e gli “scafisti introvabili”: «Per imbarcarsi si pagano da 600 a mille euro a testa. I trafficanti tunisini forniscono le “carrette” ma non il pilota. E chi guida le imbarcazioni non è imputabile. I barconi sono messi insieme con materiale di risulta, pensati allo scopo di resistere per un solo viaggio, natanti quindi che possono essere abbandonati e distrutti. Per trovare la rotta giusta basta un Gps e così alla guida vengono messi direttamente i migranti, anche senza nessuna nozione di nautica, di correnti e di pilotaggio». Nel reportage da Lampedusa Alessandra Turrisi parla dell’associazione Askavusa (”A piedi scalzi”), formata da quindici audaci lampedusani “custodi dei ricordi perduti in mare” che da mesi raccolgono quello che trovano su relitti e litorali: «sono i racconti dei migranti, nomi, speranze e sogni di vita spezzati». A pagina 6 si parla della “Chiesa in campo”: dopo l’intervento di martedì del cardinale Tarcisio Bertone, ieri anche l’arcivescovo di Genova Bagnasco ha auspicato un’Europa più solidale, importante per alleviare le «condizioni disperate di tanta gente che arriva sulle nostre coste… L’Europa abbia un cuore unico e affronti i problemi in sinergia e con responsabilità» e ha ribadito che «al di sopra di tutto ci deve essere il desiderio e la meta concreta del bene comune». Anche dai vescovi lombardi è arrivato un appello all’accoglienza diffusa attraverso un coinvolgimento delle comunità locali:  nel testo del documento dell’episcopato regionale l’appello alle parrocchie, agli enti e alle istituzioni religiose a continuare il servizio all’integrazione: «la generosità del nostro Paese si può “riattivare”». A pagina 7 la posizione di Maroni che dice: “Frontiere aperte o Schengen va sospeso”. «Dal Viminale attacco ai veti di Francia e Germania: “Gli immigrati possono circolare liberamente con i nostri permessi”. Berlusconi sente Barroso (“L’Europa ci aiuterà”) e avverte che è pronto un piano di accoglienza da 110 milioni. Infine un taglio basso parla della minaccia del Belgio, dove le autorità avrebbero deciso di riattivare i controlli per i turisti atterrati, e delle verifiche più severe anche in Austria e Germania. 

“Le ultime lettere dei disperati in fuga”. Oggi LA STAMPA punta sui reportage da Lampedusa, piuttosto che sulle polemiche fra governo italiano e Unione europea. L’inviata Laura Anello mette insieme lettere, stralci di diari che sono arrivate a Lampedusa insieme ai barconi dei migranti: a raccoglierle, nell’isola, è l’associazione “Askavusa”, che da tre anni recupera scarpe, vestititi, portafogli, pentole, corani, bibbie… e lettere, nascoste in custodie di plastica a prova di mare, cucite nelle giacche, pezzi di vita che i migranti portano con sé. Effetti personali che arrivano dal mare, per quelli che non ce l’hanno fatta, o che restano nei barconi dei sopravvissuti. Il recupero delle memorie va avanti da tre anni, scrive l’inviata de LA STAMPA, nella prospettiva di realizzare una Ellis Island siciliana in quest’isola che è frontiera tra continenti.
 
E inoltre sui giornali di oggi:

PRESCRIZIONE BREVE
LA REPUBBLICA – Dando notizia dell’approvazione alla Camera della «nuova legge salva-premier», il giornale diretto da Ezio Mauro pubblica due commenti interessanti. Il primo è di Carlo Galli che, ne “Il nichilismo al potere”, scrive che si tratta dell’«ennesimo provvedimento per salvare Berlusconi dai suoi processi e farne un soggetto superiore alla legge». Il nichilismo è collegato alla «aperta sconsacrazione della politica, del primato dell’universale» con la maggioranza che ammette «che in effetti l’obiettivo di tutto questo lavorìo è di sottrarre Berlusconi alla “persecuzione giudiziaria”». Il secondo, di Guido Crainz, si intitola “Agonia di regime”. Un titolo che però pare non riferirsi solo all’era berlusconiana, ma anche all’assenza («o alla flebilissima presenza») di una credibile alternativa politica: «non vi è alcuna via d’uscita se non si è capaci di delineare in modo credibile l’Italia che vogliamo»…

IL MANIFESTO – La colonna di destra della prima pagina è dedicata all’approvazione della prescrizione breve e a un commento che lega questa approvazione al Rubygate. Dall’alto in basso si legge prima l’incipit dell’articolo di Andrea Fabozzi “L’utilizzatore iniziale” con la foto dei ministri Alfano e Prestigiacomo che attaccata «Senza vergogna, ma anche senza alcun problema la maggioranza ha approvato alla camera la legge che cancella il processo Mills (…)». Subito sotto un secondo articolo firmato da Ida Dominijanni “Le sue bambine” in cui si legge: «Silvio Berlusconi potrà pure scamparla con la prescrizione breve e col processo lungo sui casi Mills e Mediatrade. Potrà perfino riuscire, grazie al genio dei suoi avvocati, alla servitù della sua corte e al potere del suo danaro, a costruire, nel processo Ruby, una verità giudiziaria diversa dalla verità effettiva (si sa che esse raramente coincidono). Ma sa lui stesso che nel caso Ruby c’è scritta la sua fine. Firmata dalle testimoni. Donne. E’ il punto cruciale su cui ha sbagliato i suoi calcoli: “le sue bambine” non sono tutte a sua disposizione. (…)». Due le pagine interne (la 4 e la 5) che raccontano la giornata politica e non solo di ieri  che viene riassunta nel sommario: «Con la solita maggioranza di 314 voti la camera approva la prescrizione breve: l’ultima legge ad personam non ha più neanche lo schermo del titolo (…)».

AVVENIRE –  Oltre alle reazioni di opposizioni e magistrati sull’approvazione alla Camera del processo breve pubblicate a pagina 10 e 11, a pagina 2 c’è il commento “Non chiamatelo con quel nome” firmato da Danilo Paolini che scrive: « Chi non vorrebbe un processo breve? Ma al di là delle partigianerie, il processo breve è la radiografia del male della giustizia, non la cura… Questa legge non servirà ad abbreviare i tempi dei processi. Come tutti i testi analoghi da cui è stata preceduta potrà soltanto prendere atto, di volta in volta, di un fallimento: quello di uno Stato che non riesce a garantire una sentenza definitiva in tempi ragionevoli».

EDITORIA
IL MANIFESTO – In prima a piè di pagina viene richiamata la «clamorosa class action contro il sito acquistato da Aol, accusato di sfruttare i contributi gratuiti di molti blogger Il rapporto Fieg sullo stato dell’editoria in Italia: calano vendite e pubblicità, in crescita c’è solo internet». Pagina 6 poi si apre sul rapporto della Fieg, mentre il caso dei blogger contro l’Huffington Post è di spalla con il titolo “Una «class action» in nome del lavoro”. «La notizia arriva via Internet: è stata presentata una class action contro l’Huffington Post, perché sfrutta commercialmente i contributi gratuiti di molti blogger. Secondo lo studio legale che ha presentato la class action, il sito, recentemente acquistato da Aol (America on line) per circa 315 milioni di dollari, deve sborsare 105 milioni di quei dollari ai “volontari” che hanno contribuito con le loro prestazioni gratuite alla suo successo economico. Immediata la reazione dei legali del sito: “i blogger hanno sempre usato gratuitamente la nostra piattaforma. Il valore del sito è dovuto però all’iniziativa giornalistica di chi vi lavorava” (…)» Dopo aver ricostruito la genesi sia della class action sia dell’Huffigton Post l’articolo si conclude: «Quando fu dato l’annuncio della sua vendita, molte critiche si sono levate in Rete. Ma la sua fondatrice ha sempre rassicurato che la linea editoriale del sito non sarebbe cambiata. Ma fu accolta anche come il segno che il giornalismo on line era uscito dalla sua infanzia e stava diventando adulto. Era infatti la prima volta che una della major della rete, “American on line”, considerava economicamente rilevante l’acquisizione un sito giornalistico on-line, noto per la dichiarata indipendenza dai media mainstream e per il giornalismo investigativo su argomenti controversi. Quasi a testimoniare che ciò che conta sempre più in Rete non è la potenza di calcolo o la infrastruttura tecnologica, bensì i contenuti. Poi le critiche dei blogger che contribuivano con il loro gratuito. Infine l’annuncio della class action, quasi che il principio della condivisione possa essere difeso solo in tribunale e essere così monetizzato. Una bella contraddizione per l’etica hacker».

DISABILI
ITALIA OGGI – I lavoratori disabili non sono tutelati dall’ordinamento italiano. E’ il giudizio della Commissione europea, che ha deferito il nostro paese alla Corte europea di giustizia di Lussemburgo. Secondo il pezzo “Troppe lacune sui disabili” l’articolo 5 della direttiva 2000/78 «dispone infatti che il datore di lavoro preveda soluzioni ragionevoli per i disabili affinché questi possano avere accesso al lavoro e usufruire di progressioni di carriera. E la Commissione europea ha sottolineato come l’ordinamento  italiano non contiene una norma generale che imponga al datore di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli per i portatori di qualunque tipo di disabilità e per tutti gli aspetti dell’occupazione».

AFRICA
AVVENIRE – Dedica l’approfondimento di pagina 3 all’economia in Africa, “un continente che vive grazie al lavoro dei suoi emigrati”. Gli africani lche hanno lasciato la loro terra attraverso le rimesse contribuiscono alla crescita del Paese da cui provengono. I migranti inviano alle famiglie 40 miliardi di dollari all’anno. Una cifra, pari al 2,6% del Pil del continente, il 30% in alcuni Paesi, che ha superato la massa degli aiuti allo sviluppo.

NUCLEARE
LA REPUBBLICA –  R2 fa un’inchiesta su “L’atomo del Paese accanto”: a soli 200 chilometri dal confine italiano ci sono 29 reattori, alcuni dei quali vecchi come quello di Fukushima. In appoggio alla descrizione dello stato dei reattori francesi, svizzeri, sloveni, un’intervista a Jeremy Rifkin: “L’Europa decida unita il nucleare è superato”.

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