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Profughi: dai Balcani non si passa

L'Austria accoglierà 3200 persone al giorno, a patto che non si fermino sul suo territorio. Nel frattempo, dal vertice tenutosi pochi giorni fa a a Zagabria fra i Ministri degli Interni dei Paesi balcanici l'indicazione è arrivata chiara e decisa: attivare gli hot spot e blindare i confini. Il risultato è già sotto gli di tutti: la Grecia sta per esplodere

di Marco Dotti

Il vertice delle polizie e dei Ministri dell’Interno tenutosi la settimana scorsa a Zagabria ha stabilito che d'ora in poi, dai Balcani possano passare solo migranti iracheni e siriani in grado di dimostrare la loro identità e cittadinanza. Per gli iracheni questo è impossibile o quasi, per i siriani dipende. I documenti devono avere standard biometrici quindi chi si si è già presentato con un passaporto che non risponde a questo standard, anche se in un primo momento ritenuto valido, non viene ammesso.

Come parte di Frontex, la polizia di frontiera europea, ha affermato il Ministro croato, "la riunione dichiara che i cosiddetti hot-spot debbabo essere urgentemente messi in atto in Grecia".

Da domenica, la Macedonia ha iniziato a bloccare il transito, ma le nuove regole coinvolgono anche Serbia, Slovenia, Croazia e Austria. Si è già creato nella regione un “effetto imbuto” che sta modificando sensibilmente le rotte dei migranti. I controlli potrebbero spingere i migranti a tentare la rotta del Mar Nero o della Georgia. Nel frattempo le 16 compagnie di autobus che fanno affari

La Macedonia, nelle ultime 24 ore, ha permesso solamente a 310 migranti di entrare nel paese chiudendo le sue frontiere con la Grecia ai migranti afghani e lasciando passare solo iracheni e siriani.

Il punto è sui numeri: quanti siriani passano di là? Quanti iracheni? E quanti sono invece gli afgani? Insomma, ecco un bel problema. Nel frattempo, i profughi si ammassano al confine con la Grecia. Che cosa accadrà?

Questa e altre storie su "Non c''è muro che tenga" , il numero di marzo di Vita, dedicato ai muri, ai confini e a una domand: cosa fa, cosa non fa e cosa potrebbe fare l'Europa per rispondere alla sfida delle migrazioni?

Immagine in copertina: il confine tra Lucija e Brezovica, fra Slovenia e Croazia (Photo credit: STRINGER/AFP/Getty Images)

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