Economia

Profit contro non profit, chi guadagna di più?

L'indagine di Sodalitas, il terzo settore perde, ma...

di Lorenzo Alvaro

Tre volte tanto. È la differenza remunerativa tra un direttore generale di un azienda, con un organico tra i 250 e 200 dipendenti, ed un suo omologo del non profit. Lo rileva l’indagine condotta dall’Osservatorio Fondazione SodalitasHay GroupRisorse Umane nel Nonprofit” che per la prima volta ha messo a confronto le politiche human resource di impresa, non profit e pubblica amministrazione. Differenze simili valgono anche per il responsabile della comunicazione (+167%) e per il responsabile amministrativo (183%).

La sostanza non cambia per le aziende più grandi, con un organico da 2mila a 5mila dipendenti: +178% per direttori e segretari generali, +189% per il responsabile comunciazione e addiruttra +233% per il responsabile amministrativo. A questa distanza si aggiungono la “retribuzione variabile”, del 15/20% per i dirigenti e del 5/10% per i dipendenti, e i “benefici addizionali”, del 20% per la dirigenza e del 12% per gli altri.  

Sommate queste differenza creano tra i due mondi uno scarto impietoso. Il Terzo Settore però ha un asso nella manica: la cosiddetta “remunerazione intangibile”. Telelavoro, flessibilità delle ferie, dell’orario lavorativo e della gestione dei permessi. Per ognuna di queste voci il non porofit supera for profit e PA di almeno il 20%, con il picco sui permessi e flessibilità di orari lavorativi che raggiungono un plus del 40% circa.  

Importante il campione di riferimento che conta 480 organizzazioni profit (di cui sono state fatte 180 mila osservazioni individuali), 200 realtà PA e 126 organizzazioni non profit. Delle 126 realtà del Terzo Settore 44 sono associazioni e fondazioni, 36 ong, 25 cooperative sociali di tpo A e B e 21 consorzi e associazioni di secondo e terzo livello.   

In allegato l’indagine integrale


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