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Prof, bocciamo la guerra

Informazioni, storie, numeri e curiosità per fare a scuola una lezione su Bush, Saddam e cattive compagnie (di Carlotta Jesi e Paolo Manzo)

di Redazione

Tu sai chi è Saddam? Saddam Hussein governa l’Iraq come un dittatore da 24 anni. È alto un metro e novanta, pesa oltre 100 chili ed è famoso per i suoi baffi che sono diventati una moda in Iraq. Se gli mettiamo sulla testa un elmo,sembra davvero il Feroce Saladino, un personaggio storico di quelle terre, celebre per la crudeltà e cui Saddam ama paragonarsi. Soffermiamoci adesso sulla sua storia: dov’è nato, come viveva da piccolo, da chi era composta la sua famiglia. Saddam è nato il 28 aprile 1937 ad Al-Tikrit, un paesino distante un’ora di macchina da Bagdad. La sua infanzia non fu facile: suo papà se ne andò da casa quando aveva pochi mesi. Saddam non aveva fratelli e la madre si risposò con un paesano, da cui ebbe un numero imprecisato di figli. Ma non fu un matrimonio felice. Il patrigno di Saddam trattava la moglie come una schiava e, tutte le mattine, svegliava il figliastro a suon di bastonate. Torna su Tu sai chi è Bush? George Bush è nato il 6 luglio 1946 a New Haven, città del Connecticut, uno dei 51 Stati (si chiamano così ma sono simili alle nostre regioni) che fanno parte degli Stati Uniti. Suo padre ha il suo stesso nome, George Bush. Per questo, a volte, è chiamato George Bush junior, che vuol dire “giovane”. O George W.(dableiu) Bush. Quella W con il puntino sta per Walter, il suo secondo nome. La sua famiglia è sempre stata ricchissima. Per darvi un’idea,suo padre era petroliere, poi direttore della Cia (il servizio segreto Usa) e poi presidente. Caso raro nella storia che padre e figlio facciano entrambi i presidenti di uno Stato. A meno che non si tratti di una monarchia, con re e principi,ma gli Usa sono una repubblica. Il giovane Bush frequentava le migliori scuole ma non era un genio,anzi. Al college (l’equivalente delle nostre superiori)aveva la media del 6 e rischiò più volte la bocciatura. Torna su Saddam Saddam rimuginava tutto dentro di sé in casa, ma fuori era già molto violento con i coetanei: a otto anni cominciò a usare la pistola, quando ancora non sapeva leggere, né scrivere. Durante il giorno, il piccolo Saddam andava ad accompagnare al pascolo le due pecore e il montone che erano la sola ricchezza di casa. Stufo di quella vita grama,a dieci anni scappò da casa e andò a vivere nella periferia di Bagdad, assieme a uno zio materno.Questo periodo fu importante per la sua crescita:imparò a leggere e scrivere e incominciò a interessarsi di politica. Purtroppo ebbe un cattivo maestro: lo zio era un fanatico e pensava che per raggiungere il potere bisognasse uccidere gli avversari. Fu così che,a soli 14 anni, Saddam Hussein commise il suo primo omicidio, colpendo con un colpo di pistola alle spalle un “nemico”. Da quel momento non si sarebbe più fermato, sino ad arrivare alla presidenza della repubblica dell’Iraq,la “Repubblica del terrore” come la chiamano i tanti esuli che sono stati costretti a lasciare la patria per non essere uccisi. Oltre che per la crudeltà, Saddam è famoso per i tanti sosia, persone che gli assomigliano in tutto: stessi baffi, medesima altezza, peso uguale, identico modo di parlare e muoversi. Il motivo è semplice: chi arriva in alto con la violenza ha una paura pazzesca di essere a sua volta ucciso. Così succede che, molte volte, il Saddam che parla alla gente, che percorre la capitale Bagdad in auto e scende per camminare tra i suoi sudditi, non è il vero Saddam ma un suo sosia. E, per paura di essere avvelenato, nel suo palazzo ha almeno cinque assaggiatori, che provano il cibo e le bevande prima di lui. E uno degli assaggiatori è proprio morto avvelenato. Spesso in televisione Saddam viene chiamato il rais. Quale è il significato di questa parola? Rais in arabo significa il capo. Etimologicamente, il sovrintendente del momento più cruento della caccia al tonno: la mattanza. Ora vi chiederete. Un uomo come Saddam è riuscito a sposarsi? Certamente. Lo ha fatto nel 1963, con una delle figlie di quello zio che lo accolse a Bagdad quando aveva soli 10 anni. La curiosità è che quando decise il matrimonio, lui era in Egitto (era scappato dall’Iraq perché aveva tentato di uccidere il presidente dell’epoca), e la futura moglie non l’aveva mai vista in viso. Per la religione musulmana, infatti, la donna deve portare un velo e solo il marito la può vedere “scoperta”. Dal matrimonio sono nati i soli due figli maschi di Saddam, Uday e Ousay, e diverse figlie. Oggi i figli del rais fanno ciò che vogliono in Iraq, ma non tutti i parenti di Saddam se la passano bene, anzi?… Se si calcolano anche quelli più lontani in grado, sono 40 i parenti del dittatore iracheno che sono stati uccisi.Dai nemici di Saddam ma,più sovente,da lui stesso. Il rais si mostra al popolo iracheno come un uomo molto religioso, è un musulmano sunnita (guarda box a fianco) e per questo da anni perseguita gli sciiti e i curdi (guarda box a fianco), due etnie che lui considera da combattere. In politica il partito che dirige si chiama Baath (guarda box a fianco) ed è l’unico partito legale in Iraq, mentre il grande “nemico” di Saddam, fuori dall’Iraq, si chiama George W. Bush. Torna su Bush Riuscì, grazie agli aiuti del padre, a proseguire negli studi ed entrò nella prestigiosa università di Yale. Qui raggiunse la celebrità grazie alle sue “doti” di gran bevitore, e fu eletto presidente della confraternita Delta Kappa Epsilon. Il motivo? Era lo studente che in una serata riusciva a buttare giù più alcol… A Yale entrò anche a far parte della società segreta Skull and Bones (Teschi e Scheletri), che raggruppava i figli di papà dell’università. Tutta gente che,a soli 20 anni, aveva milioni di dollari a disposizione sulla carta di credito. Il suo nome in codice era “provvisorio”, proprio per la capacità che aveva di assentarsi dalle conversazioni, in preda ai fumi dell’alcol. Riuscì a laurearsi nel 1968 con una votazione tra le più basse, evitò la guerra nel Vietnam e continuò ad avere problemi con l’alcol. Nel frattempo, aveva ottenuto un master ad Harvard e si era trasferito in Texas, dove nella società petrolifera ?Bush Exploration? iniziò a occuparsi di petrolio, il grosso affare di famiglia, e proprio in questi anni cominciò ad avere rapporti d’affari con la famiglia di Osama bin Laden. Ma continuava a bere, tanto che,nel 1976, fu arrestato per guida in stato di ubriachezza. In una biografia sul “provvisorio” Bush, e di cui il padre proibì la vendita quando era presidente, si fa risalire a questo periodo anche la sua tossicodipendenza dalla cocaina. Il giornalista che scrisse il libro morì poco dopo in circostanze misteriose, ma le prove della dipendenza dalla cocaina di Bush junior, contenute in quella biografia, sono molto dettagliate. Pur restando uno scavezzacollo figlio di papà, l’attuale presidente degli Stati Uniti si tranquillizzò un po’ quando sposò Laura Welch. Dal matrimonio nacquero due gemelle, Barbara e Jenna, che oggi sembrano avere gli stessi problemi del padre: sono state condannate entrambe per consumo illegale di alcol e droga. Per svagarsi un po’, Bush junior acquistò, nel 1989, la squadra di baseball dei Texas Rangers. Lo sport negli Stati Uniti è un buon biglietto da visita per l’entrata in politica e, infatti, nel 1994 George W. Bush venne eletto governatore del Texas. Nonostante dichiarasse di essere un uomo pio, un fervente protestante di confessione metodista (confessione religiosa cristiana nata nel ?700),durante il suo periodo da governatore in Texas fece uccidere 145 persone. In Texas vige la pena capitale ma, durante il governo dell’attuale presidente degli Usa, si raggiunse un triste record. Ha un fratello minore Jeb, attualmente governatore della Florida, ed è appassionato d’animali, tanto che ha detto più volte che della famiglia Bush fanno parte anche i suoi due cani (Spot e Barney), una gatta (India) e un ?armadillo (Wetback). È presidente degli Usa dal dicembre 2000, quando vinse per un pugno di voti. Alcune curiosità per concludere la descrizione di George W. Bush: è il presidente eletto con il minimo scarto di voti, è il primo governatore del Texas che arriva alla Casa Bianca, è il secondo presidente di sempre ad aver avuto il padre anch?esso presidente. Di lui un Capo di Stato ha detto: «Spero che non sia così stupido come sembra, né tanto mafioso come lo presentano». Il suo ?grande nemico? è Saddam. Torna su Un pozzo di petrolio L?Iraq è il secondo Paese al mondo con più riserve di petrolio. Questo è sicuramente uno dei motivi che accendono l?interesse degli Stati Uniti e del mondo intero verso la repubblica governata da Saddam Hussein. Il petrolio viene estratto e poi messo in barili. Tante volte sentiamo in televisione che il prezzo al barile (del petrolio) è aumentato, ma spesso non sappiamo a quanto corrisponde. Bene, un barile contiene 159 litri di ?oro nero?. Ma oltre che per i giacimenti, l?interesse statunitense a rovesciare Saddam è ancora più forte a causa dei bassissimi costi di estrazione del petrolio iracheno: da uno a tre euro al barile. Solo per farsi un?idea, estrarre la stessa quantità in Alaska (Stato degli Usa) o nel mare del Nord (territorio che appartiene all?Inghilterra), costa dai 10 ai 14 euro.?Attualmente l?Iraq estrae ?solo? 2,7 milioni di barili al giorno. Non sono così tanti come sembra perché nel 1990 l?Iraq ne estraeva già 3,5 milioni e si considera che oggi potrebbe estrarne quasi il doppio. Come mai la produzione è calata? Perché dopo la prima guerra del golfo, sull?Iraq sono state imposte delle sanzioni, delle ?punizioni? e gli è stato proibito di estrarre più di un determinato quantitativo di barili. Il petrolio oggi è un bene essenziale per le economie dei Paesi industrializzati come l?Italia, la Francia, la Germania e, naturalmente, gli Usa. «Chi domina il cuore della terra domina il mondo», diceva un grande economista, intendendo per cuore della terra le risorse del sottosuolo. Bene, possiamo dire tranquillamente che il ?cuore della terra? oggi si trova in Iraq, anche perché se oggi il mondo ha bisogno di 75 milioni di barili di petrolio al giorno, è stato calcolato che nel 2030 ne occorreranno 120 milioni. Un altro dato che dovete considerare è il parere degli esperti, secondo i quali le riserve inesplorate dell?Iraq assicurerebbero altri 200-300 miliardi di barili di petrolio. Tutto ?oro nero? che potrebbe garantire dei profitti enormi alle società petrolifere americane e britanniche che, in caso di guerra, entreranno in Iraq dopo la caduta di Saddam. Non tutti sanno, forse, che le grosse aziende petrolifere di Usa e Gran Bretagna erano state espulse dal Paese nel 1972, a differenza di quelle francesi, russe, cinesi, giapponesi e italiane che con l?Iraq hanno continuato a fare buoni affari e ad estrarre milioni di barili al giorno. Un motivo economico in più, per George W. Bush e per gli inglesi, di fare la guerra, rovesciare Saddam Hussein e prendere il posto di francesi, russi, cinesi, giapponesi e italiani. Un motivo in più per dire che, se mai dovesse scoppiare, questa sarà la guerra del petrolio. Anzi la guerra? per il petrolio. Torna su …i curdi La storia dei curdi è quella di un popolo senza terra. Da anni la questione è all’ordine del giorno ma non è ancora stata trovata una soluzione. La difficoltà deriva dal fatto che il popolo curdo è presente in cinque Stati che, storicamente, non sono dei paladini dei diritti umani: Turchia, Iraq, Iran, Siria e Armenia. In totale sono 35-40 milioni e, quasi ovunque, sono privati dei diritti fondamentali: non possono pubblicare giornali nella loro lingua, né accedere alle cariche pubbliche. Spesso sono perseguitati e uccisi. Popolo d?origine indoeuropea e convertito all’Islam, abbiamo cominciato a conoscerlo a causa degli sbarchi di profughi sulle nostre coste. Spesso respinti per motivi burocratici, i curdi iracheni non possono rientrare nella loro patria per la politica di pulizia etnica attuata dal governo di Saddam. Per questo tentano l’ingresso in Italia, anche a rischio di perdere la vita. Nella stragrande maggioranza dei casi non lo fanno per restare, ma per emigrare in Germania, dove vive la più grande comunità curda del mondo, con quasi un milione di abitanti. Ma il problema non è solo Saddam. Anche la Turchia ha attuato politiche di “pulizia etnica” nei confronti dei curdi. Perciò non è stata ancora ammessa nell’Unione Europea. Torna su …sciiti e sunniti Gli sciiti sono i seguaci del “partito” (che in arabo si dice appunto shia) di Alì, il cugino del profeta Maometto. Secondo l?insegnamento della shia, Maometto, poco prima di morire, avrebbe iniziato ai più profondi segreti dell?Islam il cugino Alì, il quale avrebbe poi trasmesso alla sua famiglia questo sapere. I suoi discendenti vengono perciò considerati imam, ovvero guide spirituali di questo sapere, e la differenza tra sunniti e sciiti consiste nel fatto che questi ultimi aggiungono ai cinque pilastri dell?Islam la figura dell?imam, assimilabile al nostro prete. Gli sciiti sono la maggioranza della popolazione, il 60-65 per cento su un totale di 23 milioni, ma Saddam avvantaggia in tutto i sunniti come lui, che sono il 32-37 per cento. La persecuzione degli sciiti è così sintetizzata in un rapporto sulla libertà religiosa nel mondo: «Tra le misure più gravi si annoverano il ferreo controllo dei luoghi di culto, la proibizione delle processioni, il divieto della diffusione dei testi o dei programmi religiosi sui mezzi d?informazione, l?interdizione a guidare la preghiera per i leader sciiti. La politica governativa ha raggiunto il suo culmine con l?arresto e l?assassinio di molti leader religiosi sciiti». Torna su …il partito Baath Il Baath è un partito che nacque in Siria alla fine degli anni 40 e che, nei due decenni successivi, si diffuse in molti altri Paesi arabi, soprattutto in Iraq e in Libano. Alla base del suo programma c’è l’importanza del nazionalismo, dell’unità del mondo arabo (conosciuto anche come panarabismo), e di un socialismo rielaborato. Nonostante si sia esteso in molti Paesi, il partito Baath non è mai riuscito a trasformarsi per davvero in un partito di aggregazione della nazioni arabe. Anzi, spesso Paesi entrambi governati dal partito Baath sono arrivati allo scontro armato. Al potere dal 1968 in Iraq (e dal 1963 in Siria), il partito di Saddam Hussein si è incamminato verso una visione politica fortemente statalista e militarista. In Iraq oggi è l’unico partito esistente. Tutti gli altri, infatti, sono stati messi al bando. Torna su


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