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Prodi, una buona lista. Ma noi restiamo plurali

Il numero uno delle Acli guarda alla ripartenza della sinistra moderata. "Un mese fa non credevo che ce la facessero. Noi guardiamo con interesse". Intervista a Luigi Bobba.

di Ettore Colombo

L?Ulivo sta per officiare una missa solemnis, quella per la lista composta da Margherita, Ds e Sdi che vuole presentarsi unita, alle prossime elezioni europee. Officiano il rito, a Roma, i giornalisti simpatizzanti Michele Santoro e Gad Lerner. Sul palco, i tre segretari di partito del ?triciclo? (ma guai a chiamarlo così: si dice ?lista unitaria?) Boselli, Rutelli e Fassino a far da corona, tra una grandinata di ospiti e interventi da parterre de roi, a Romano Prodi. Il presidente della Commissione europea non si candida, per ora (“Non è etico”, dice, “dato il mio ruolo istituzionale”) ma sovrintende alla buona riuscita dell?operazione. Obiettivo, fare banco contro una Casa delle Libertà dilaniata dalle lotte interne e gettare le basi per vincere tra due anni, alle politiche. Allora con Prodi in sella per davvero. E la società civile? Che parte ha in tutto questo processo di scomposizione e ricomposizione, se ha una parte? Siamo andati a chiederlo a Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli, noto per la sua proverbiale pacatezza ed equidistanza dalle passioni politiche troppo accese e troppo infiammabili (“Dopo primo, secondo, terzo girotondo, hanno capito che i girotondi non avevano nulla da dire?”) e che non era stato affatto tenero, ancora poche settimane fa, quando gli stessi partiti del listone avevano cercato di ?tirare per la giacchetta? la società civile organizzata per fare bella figura: “Le nostre sono associazioni democratiche, plurali e pluraliste: se qualcuno vuole fare politica la faccia, ma il nostro scopo è altro. Siamo interessati al confronto programmatico, non a liste e candidature”. Oggi, però, Bobba deve avvertire un tasso di ulivismo (o di prodismo) elevato nel sangue, se guarda con attenzione particolare a questo appuntamento e invita la Casa delle Libertà a fare lo stesso. Vita: Presidente Bobba, riparte il pullman di Prodi. Che fa, sale anche lei? Bobba: Guardo a questo appuntamento con interesse ma con il senso della relatività dato dalle forme che spesso assume la competizione politica. Soltanto un mese fa sembrava che la lista unitaria dovesse naufragare nel nulla a causa dei veti incrociati e dell?indisponibilità di Prodi, e ora sembra che si faccia. Staremo a vedere. Certo è che mi piacerebbe una politica più in sintonia con il Paese reale. Vita: Cosa ha d?interessante, rispetto alle altre, la proposta della lista unica? Bobba: Sono due le principali ragioni d?interesse. Credo che in essa i cittadini elettori, specialmente gli ulivisti delusi, ritrovino chiarezza di leadership e unità d?intenti. Il senso d?appartenenza a un?area, quella dell?Ulivo più che a un partito in senso stretto. Inoltre, l?aggregazione di quest?area può fare da contenitore e orientamento per tutta la coalizione. Ha la possibilità di fungerne da fulcro propulsivo, un fulcro che prima non c?era. Il vero valore aggiunto è l?Ulivo, ma nella lista unitaria c?è un buon motore di ripartenza. Anche le preoccupazioni di essere coperti e assorbiti da questa operazione, da parte di forze minori, sono state espresse in forme sostanzialmente non sgraziate. Vita: Rischi di confusione, tra ruolo della società civile e partiti? Bobba: Partecipiamo agli incontri con le forze politiche dell?Ulivo consapevoli della nostra autonomia e del fatto che vi prendiamo parte a nome della rappresentatività plurale delle nostre associazioni e non in termini di realtà organizzate, che legittimamente vi sono, già proiettate sul piano elettorale. Vita: Quali i punti irrinunciabili, in vista delle elezioni europee? Bobba: Che s?impegni, come lista e come coalizione, su quattro punti che per le Acli sono irrinunciabili. Uno, che il processo di unificazione dell?Europa non sia solo monetario, ma anche sociale. C?è tutta una Europa sociale da costruire. Vogliono farlo? E come? Due, che l?Europa politica venga finalmente fuori e parli con una voce sola, sui grandi temi di politica interna, economica ed estera. Tre, che vi sia, nel progetto di Costituzione europea già licenziato ma ancora da varare in via definitiva, un esplicito riferimento alla pace, come all?articolo 3 della Costituzione italiana. Quattro, che nel preambolo entri quello che non c?è, il riferimento alle radici cristiane dell?Europa. Sottacerle vuol dire negarsi alla propria storia e identità. Mi ribello all?idea di un?Europa fatta solo di grandi burocrazie e piccoli interessi. E poi, un esempio concreto: la riforma della politica agricola. I sussidi all?agricoltura della Ue danneggiano i Pvs in modo odioso. S?impegnerà su questo l?Ulivo? Vita: La lista unitaria per ora discute di candidature, liste e simboli. Bassa cucina? Bobba: Un bel segnale la lista unitaria potrebbe darlo sul tema dell?incompatibilità, una regola, ormai, in 9 Paesi su 15 della Ue, una direttiva da recepire subito nel nostro ordinamento per fare buona politica. Se facesse del tema dell?incompatibilità una bandiera, la lista unitaria partirebbe col piede giusto. Vita: Ti aspetti che anche la Casa delle Libertà vari una lista unitaria, per tutta risposta? Bobba: Gli effetti positivi dell?iniziativa presa da Prodi si riflettono anche nell?altro campo, lo mettono in movimento: credo sarà penalizzato qualunque schieramento non adotti una linea comune in Europa. Le coalizioni puramente elettorali non reggono alla prova del governo. Successe al primo Ulivo, succede oggi alla Cdl con la Lega, una piccola forza con un grande potere di ricatto. Non va bene. Vita: Diciamo qualcosa di buono della coalizione al governo? Bobba: Vedo, finora, l?assenza di grandi disegni e l?incapacità a realizzare le promesse fatte, nonostante una maggioranza parlamentare molto ampia. Ho apprezzato la riforma del mercato del lavoro, che pure era partita con il piede sbagliato, puntando solo sull?abolizione dell?articolo 18. Poi, il buio. Vita: Non è che l?Ulivo, però, alla fine predicherà bene e razzolerà male? Sul voto sull?Iraq, ad esempio. Bobba: La legittimazione internazionale è imprescindibile, l?Onu deve scendere in campo e dare a quella missione una legittimazione e una forza del diritto che ancora non ha. Detto questo, si vota su tutte le missioni militari italiane all?estero, comprese molte da chiaro intento umanitario. Se l?Ulivo si asterrà, non mi straccerò le vesti. è l?iniziativa politica del nostro Paese che latita a livello europeo, come si è visto nei sei mesi di presidenza italiana dell?Unione. Cosa abbiamo fatto per l?Iraq? Nulla. Vita: Bobba, così la iscrivo direttamente alla lista unitaria, corrente società civile? Bobba: Qualcosa da imparare dal nostro modello ce l?hanno di sicuro: il radicamento nel territorio, ad esempio. La capacità di fare proposte in modo critico. L?autonomia di giudizio. Temi di merito (formazione, welfare, famiglia) sui quali noi abbiamo cose da dire e le diciamo. Vedremo loro. Di certo apprezzo che vogliano dialogare con noi e non con i portaborraccia o con gli eterni scontenti. In una democrazia moderna la capacità di proposta è essenziale, la protesta fine a se stessa è sterile. Noi siamo qui, pronti a misurarci sulle questioni con tutti. Vedremo chi avrà voglia e tempo di farlo.


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