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Prodi, le tasse, San Paolo e i vangeli

Ieri, citando Dossetti che cita San Paolo, Prodi se ne uscito con questa chicca: "Per l'apostolo di Tarso gli esattori erano operatori liturgici".

di Maramao

Ieri, citando Dossetti che cita San Paolo, Prodi se ne uscito con questa chicca: “Per l’apostolo di Tarso gli esattori erano operatori liturgici”. Dubitiamo della citazione di seconda mano, anzi San PAolo non ha proprio mai detto una tale enormità. Prodi l’avrà fatto per santificare Visco. Noi, vogliamo ricordargli che lo stesso Vangelo parla degli esattori, e non esattamente come santi, ma come peccatori. Basta rileggersi il Vangelo di Matteo capitolo 9 e andare alle fulminanti righe della chiamata di Matteo, l’esattore, a cui Gesù si rivolge così: “Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì”. Di fronte allo scandalo dei presenti sul fatto che si trovava a tavola in casa di Matteo-Levi, in risposta a chi esprimeva scandalo per il fatto che egli frequentava compagnie poco raccomandabili, Gesù dice: ?Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati: non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori”. Spiegano gli esegeti che “gli esattori erano considerati peccatori perchè collaboravano con un?autorità odiosamente avida, i cui tributi potevano essere determinati anche in modo arbitrario?. Una lezione da meditare anche oggi, le porte del PAradiso sono sempre aperte


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