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Procreazione: alla Camera di scena la trasversalit
Docici votazioni e oltre cento interventi nella prima giornata. Ecco come è andata
di Redazione
E’ all’insegna della trasversalita’ la prima giornata della Camera dedicata all’esame della legge sulla procreazione assistita, con tanto di colpi di scena su mediazioni prima siglate e poi smentite da parte di alcuni dei protagonisti. Un clima che si può anche racchiudere in due dati: poco piu’ di una dozzina di votazioni e oltre cento interventi in Aula. Comunque la Camera ha approvato un emendamento del governo che in pratica esclude dal Sistema sanitario nazionale la fecondazione artificiale, nonché una nuova formulazione sui diritti del concepito. I punti che destano maggiori contrasti nella legge sono la cosiddetta fecondazione eterologa (cioè con il seme o l’ovulo esterno alla coppia), il destino degli embrioni che non vengono impiantati nell’utero della donna, nonché i diritti del concepito attraverso le tecniche artificiali. E su tutti e tre i punti, tanto nella maggioranza quanto nelle opposizioni, ci sono posizioni differenziate.
Nel primo pomeriggio il comitato dei nove (cioè un organismo ristretto che istruisce i lavori per l’aula) si è riunito incentrando l’attenzione sulla questione dei diritti del concepito. La commissione Affari costituzionali aveva licenziato un testo che ne affermava il diritto alla nascita. Cosa che era stata interpretata come un modo surrettizio per ritoccare la legge 194. All’interno della maggioranza c’è stato uno scontro ”quasi fisico” tra Maria Burani Procaccini (Fi) e Alessandra Mussolini (AN), come ha riferito quest’ultima. L’esponente di An, ferma sostenitrice della legge 194, è riuscita a condurre in porto una mediazione che prevedeva una serie di emendamenti su diversi articoli: eliminazione del diritto alla nascita del concepito, sostituito da una più generica sua tutela; chiarimento, nell’articolo 13, che il divieto alla ”riduzione embrionaria di gravidanza” (cioè l’aborto selettivo in caso di concepimento plurimo) viene escluso in tutti i casi previsti dalla 194, come malformazione del feto, pericoli di vita per la madre, ecc. Il ”pacchetto” ha ricevuto il via libera di tutti i gruppi, ma poi in aula, al momento di votare la nuova formulazione sui diritti del concepito, i Ds si sono sfilati, nel tentativo di non far passare alcun riferimento a diritti del concepito. Una prima votazione sull’emendamento presentato dalla Margherita ha avuto esito negativo. Alla fine comunque la Camera ha votato l’emendamento concordato: la legge, vi si afferma, tutela i diritti di tutti i soggetti, ”compreso il concepito”. L’episodio è sintomatico di un clima di reciproco sospetto all’interno degli schieramenti e dei singoli partiti. Ad esempio, in Forza Italia si sono registrate posizioni decisamente contrastanti tra il vicecapogruppo Fabrizio Cicchitto, socialista, e Burani Procaccini, cattolica. Paolo Romani, poi, ha protestato pubblicamente in aula quando il gruppo ha dato su un emendamento l’indicazione di voto, visto che in precedenza era stata annunciata la liberta’ di coscienza. E anche il Nuovo Psi, con Chiara Moroni e Bobo Craxi, ha assunto posizioni critiche rispetto al punto sui diritti del concepito.
Altrettanto è avvenuto nel centrosinistra: nella Margherita Enzo Bianco ha rivendicato la libertà di coscienza, e Pierluigi Mantini ha annunciato il proprio voto contrario ad un emendamento di altri colleghi ex Ppi (Bindi, Fioroni, Burtone) sui diritto del concepito. E nei Ds si registrano i malumori dei Cristiano sociali. Su un punto gli schieramenti si sono ricompattati, quando il governo ha presentato un emendamento di tipo finanziario, con ricadute molto concrete. Esso toglie dalla legge ogni riferimento ai ”livelli essenziali delle prestazioni”, cosa che in pratica significa che la procreazione assistita non sarà passata gratuitamente dal Sistema sanitario nazionale. Viene invece istituito un Fondo con 6,8 milioni di euro annui da distribuire in tutte le regioni. Il centrosinistra è andato all’attacco, ma il sottosegretario all’economia Peppino Vegas ha spiegato con molta chiarezza che ”c’è un buco serio nella sanità” che non permette di inserire anche la fecondazione assistita tra le prestazioni coperte dal sistema sanitario nazionale.
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